Alessio D’Amato, l’uomo che combatte il Coronavirus nel Lazio

Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

L’ultimo fronte in serata: stanno per finire le scorte di sangue. È solo l'ultima emergenza che l'assessore regionale alla Sanità sta affrontando. Ha detto che il Lazio è pronto anche nel caso di 1.500 contagi. E sul piano comunicazionale mette in risalto i guariti. Ora tutto lo sforzo sulla terapia intensiva.

Quando nei giorni scorsi, in un’intervista al quotidiano Il Messaggero, disse che la Regione Lazio si stava preparando anche ad uno scenario di 1.500 contagi, l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato stava facendo le prove generali. Non sul contagio, ma sulla capacità di affrontarlo. Anche dal punto di vista della comunicazione, fondamentale del resto.

I numeri con la prospettiva

Lo si è visto in questi giorni, con i bollettini che ogni pomeriggio fanno il punto sulla situazione in tutte le Asl del Lazio. Precisi, puntuali, esaustivi: trasmettono la sensazione del Capo di Stato Maggiore attendato a ridosso del fronte, danno la percezione che la sanità regionale c’è e non è affatto nel caos. Lascia ai numeri il compito di dire dove avanza e dove arretra il fronte, su ogni caposaldo indica quanti altri posti letto stanno per essere attivati e quando. Consapevole che l’ondata non è ancora arrivata, convinto che i prossimi sette giorni saranno fondamentali per sapere se finiremo in sofferenza come la Lombardia e riusciremo come lei a reggere il fronte, ogni giorno aggiunge al termine una nota positiva: il numero dei guariti, dei negativizzati, dei trasferiti dall’ospedale alla retrovia.

Alessio D’Amato © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Perché la comunicazione è un fattore fondamentale nel contrasto al contagio del Coronavirus. Non si tratta di “interpretare” se il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno. Si tratta di dire le cose come stanno, dando però una percezione di prospettiva. Dal momento che i numeri del virus sono in continuo cambiamento.

Per quanto riguarda poi l’aumento dei posti di terapia intensiva, il Lazio non solo si sta preparando. Sta attuando un progetto. Chi fino a ieri ha parlato di una Sanità Regionale allo sbando ora dovrà fare i conti con un’evidenza. Perché non può essere sbandata una Sanità capace di organizzarsi in pochissimi giorni. In grado di reagire con questa prontezza, sapendo esattamente cosa fare e dove farlo, senza strapparsi né vesti né capelli per trovare mezzi e risorse con cui raggiungere il risultato.

Gli esperti da tastiera

Il tutto, in mezzo ad un coro di esperti da tastiera, catapultati in seconda fila direttamente dalle pagine di Facebook con le loro idee onomatopeiche quanto inutili. Alcune, vere e proprie baggianate: tanto che Alessio D’Amato ha perso soltanto il tempo necessario per rispondere ad una e basta, zittendo tutti. “La proposta sostenuta dalla sindaca Raggi di riaprire il Forlanini è strampalata e senza senso“.

In realtà oltre alla sindaca lo aveva chiesto Righini a nome di tutti i Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, nei giorni precedenti si erano lanciate sul tema un po’ tutte le opposizioni. Hanno tentato di politicizzare il Coronavirus: Alessio D’Amato ha risposto da tecnico: “In queste settimane la Sanità laziale ha già ampliato il numero di posti letto per terapia intensiva nelle forme e nei tempi appropriati per fronteggiare il virus. Riattivare una struttura come il Forlanini richiederebbe mesi, forse anni. Dunque, una proposta assolutamente inutile. Servono invece risposte immediate, nei prossimi sette giorni, non progetti per i prossimi sette anni“.

Alessio D’Amato con il dottor Francesco Vaia (Direttore Sanitario dello Spallanzani) ed il dottor Nicola Petrosillo (direttore di Infettivologia). Foto © Imagoeconomica / Alvaro Padilla

A chi è lontano dalla linea del fronte e sul divano di casa si diverte a provocare, manda a dire “siamo impegnati ventre a terra con i due hospital Spallanzani e Gemelli con 157 posti letto per terapia intensiva. Roma e il Lazio vanno difese subito, il resto sono chiacchiere“. 

La sfida doppia

La strategia è tutto per Alessio D’Amato. È politico atipico, un assessore principalmente tecnico, che poco o nulla concede alla politica. In questo momento, con Nicola Zingaretti confinato a casa in quarantena per colpa del Covid-19, il punto di riferimento nel Lazio per contrastare la pandemia è lui. Sa che si sta giocando una partita decisiva: non solo sanitaria ma anche politica, non solo per il Lazio ma per il Paese. In gioco c’è la credibilità del centrosinistra come forza di governo, capace di rispondere alle esigenze della gente, contrapposto alle forze che finora hanno dimostrato di saper gridare dal palco.