«E allora, se vogliamo dirla tutta, vi svelo gli incontri con Antonello…»

Per qualcuno è un traditore. Lui invece si sente un tradito. Roberto Addesse è consigliere comunale ad Alatri e uomo di centrodestra. Sul suo nome si è giocata una parte della battaglia per le elezioni Provinciali della settimana passata. Spaccando anche Forza Italia: Antonello Iannarilli, ex deputato ed ex presidente della Provincia, aveva messo il veto su quella candidatura. “Non potete chiedermi di sostenere chi non mi ha appoggiato alle scorse Comunali di Alatri” aveva tuonato nel corso di un vertice con Mario Abbruzzese e con il coordinatore regionale Claudio Fazzone. (leggi qui ‘Iannarilli: «Vi racconto tutta la verità sulle elezioni: il silenzio è finito»‘)

Addesse conosceva invece un’altra parte della storia. Inizia a novembre 2016. «Non era ancora certa la mia candidatura. Ma contattai Antonello Iannarilli e ci incontrammo all’ora di pranzo in un bar nella zona di Tecchiena. Gli comunicai la mia probabile candidatura alle Provinciali chiedendogli il suo appoggio e rimanemmo che ci saremmo sentiti la settimana successiva in quanto aveva una riunione con i suoi. Il 25 novembre, tramite un messaggio whatsapp, mi comunicò le testuali parole “Noi non candidiamo nessuno, per i voti al momento non abbiamo deciso”. Poi sono venuto a sapere che aveva protestato duramente per la mia candidatura. A questo punto se aveva gli attributi mi sarei aspettato che me lo avesse detto in faccia!»

Il nodo politico posto da Iannarilli nel corso del vertice con Abbruzzese e Fazzone viene confermato anche da altri. E secondo una vulgata, il coordinatore regionale avrebbe giudicato «Comprensibile» il niet dell’ex deputato. «Ma ormai non possiamo tornare indietro, il patto politico con Fratelli d’Italia è fatto» avrebbe risposto Abbruzzese.

La trattativa era in corso già da novembre. Proprio agli inizi di quel mese c’era stata una riunione, in una casa di Alatri, alla quale aveva preso parte l’avvocato Enrico Pavia candidato sindaco arrivato al ballottaggio grazie ad Addesse ed a discapito di Iannarilli. C’era lo stesso Roberto Addesse ed il capogruppo della civica Patto per Alatri Nazzareno Costantini.  Soprattutto c’era l’assessore del comune di Frosinone Massimiliano Tagliaferri.  

E’ lui ad annunciare ai presenti che c’era la possibilità di arrivare ad un accordo politico provinciale con Forza Italia, nell’ambito del quale esprimere alcuni candidati civici in una lista unitaria fatta anche con Fratelli d’Italia e  Noi con Salvini. Uno dei nomi – anticipa Tagliaferri – lo potete esprimere voi di Alatri. Assicura che il candidato verrà sostenuto con i 4 voti pesantissimi del suo gruppo in consiglio comunale a Frosinone. Sono voti che hanno il più alto coefficiente di moltiplicazione: Frosinone e Cassino sono i due soli Comuni ciociari con più di 30mila abitanti ed il loro peso ponderato alle Provinciali è il massimo.

La stessa sera, Pavia, Costantini e Addesse decidono che sia quest’ultimo il candidato. Per il sud della Provincia, l’altro civico è Modesto Della Rosa.  E’ da lì che Addesse inizia a muoversi, incontra Iannarilli, gli chiede i voti, il 25 riceve il messaggio su Whatsapp.

Ma perché alle Comunali di Alatri Roberto Addesse non volle appoggiare Antonello Iannarilli? Perché non si arrivo ad una candidatura unitaria di centrodestra? I numeri dicono che sarebbe stata in grado di mettere in seria difficoltà il sindaco uscente Giuseppe Morini. Forse di sbarrargli il passo verso al conferma in municipio.

Il nome da candidare a sindaco era quello del dottor Giulio Rossi. Già dieci anni fa il medico era in pole position e solo con la sua rinuncia si spianò la strada al ginecologo Costantino Magliocca. Su Giulio Rossi c’era la sostanziale convergenza di Iannarilli e delle altre anime del centrodestra alatrense. Ma ancora una volta Giulio Rossi non diede la sua disponibilità per candidarsi a sindaco.

«Fu a quel punto – racconta oggi Addesse –  che decisi di sposare, alla luce del sole, il progetto civico dell’avvocato Enrico Pavia». E perché non quello dell’ex deputato? Anche in quel caso ci fu un incontro: «Con Iannarilli ci vedemmo, offrì la carica di vice sindaco a Pavia per cercare di formare un blocco unico ed andare alle elezioni. Dopo aver ragionato sulla proposta e non condividendola per il fatto che non andavamo in cerca di poltrone ma avevamo un progetto civico interessante, chiesi personalmente a Iannarilli se in ultima analisi era favorevole alle primarie per identificare democraticamente il miglior candidato sindaco del centrodestra. Mi rispose che in ultima analisi sarebbe stato favorevole per poi invece declinare l’invito».

Insomma: Iannarilli prima disse che era favorevole alle primarie e poi ci ripensò? «Ripeto: mi rispose che in ultima analisi sarebbe stato favorevole per poi invece declinare l’invito. Al ballottaggio poi sappiamo tutti come è andata, ovvero con il gruppo di Iannarilli che ha sostenuto a spada tratta il sindaco Morini espressione di liste civiche e del Pd».

Nel mancato approdo di Iannarilli al ballottaggio, i voti del gruppo di Addesse hanno pesato. «Si, ma la mia posizione l’ho presa alla luce del sole. Posso essere definito traditore? Non credo. Personalmente non ho mai votato in vita mia per il Pd. Sono altri che dovrebbe riflettere prima  definire “traditore” l’avversario politico».

§