Se Bassetta piange Natalia non può ridere

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

 

di Franco DUCATO
Conte del Piglio (ma non) in Purezza

 

 

«Se Atene piange, sparta non ride» ebbe a scrivere l’acuto Vincenzo Monti Nella sua poco conosciuta opera teatrale Aristodemo. Si riferiva alla condizione delle due città alla fine della guerra del Peloponneso: entrambe uscite pesantemente indebolite dal conflitto, a prescindere da chi lo avesse vinto.

Parafrasando l’Aristodemo si può dire che “Se Bassetta piange, Natalia non ride. E vero, negli ultimi tempi il Conte ha posto l’accento su alcune delle evidenti realtà che caratterizzano il centrosinistra di Fausto Bassetta. Non si poteva tacere, ad onor del vero, sulle frizioni in maggioranza relative alle provinciali. Così come le polemiche su viabilità ed ambiente non potevano essere messe da parte.

Ci sarebbe però da chiarire un punto. Non è che dall’altra parte stiano messi molto meglio. E dunque, sensibili al richiamo che si ode nelle piazze e nelle conversazioni private dei politici in città, proviamo a realizzare una Fenomenologia della destra anagnina.

Reduce dalla lunga stagione di Franco Fiorito, iniziata al suono di (appunto) “Il futuro è Fiorito” e terminata con i disastri che sappiamo, la destra anagnina da tempo non riesce a riorganizzarsi. Dopo la fine della giunta guidata da Carlo Noto, ed il tracollo elettorale del delfino Daniele Natalia, il magma conservatore della città dei papi non riesce a trovare una dimensione.

Del resto, basta un’occhiata alla sua rappresentanza consiliare per rendersene conto. A partire proprio da Daniele Natalia. Che oggi, in Consiglio comunale, tuona contro una maggioranza che approfitta dei numeri per andare avanti, senza ascoltare nessuno. Dimenticando che lui, Natalia, quando era nella stanza dei bottoni, faceva le stesse cose.

Ora invece porta avanti un’opposizione alla camomilla. Grave. Perché alle piazze piace l’uomo tonitruante. Che dal palco lancia le sue invettive e sprona la città a rialzarsi. E questo rischia di lasciare spazio ad una riflessione nel momento in cui si dovrà scegliere il prossimo cavaliere a cui affidare la bandiera del centrodestra alle elezioni comunali. Certo, Mario Abbruzzese ha apprezzato molto il suo sacrificio alle recenti provinciali: Daniele si è impegnato, sapendo che non sarebbe stato eletto. E la cambiale verrà onorata nel momento in cui Forza Italia dovrà benedire il nome del candidato da contrapporre a Fausto Bassetta o chi ne farà le veci se dovesse resistere alle sirene di una candidatura bis.

Ma la camomillite notata in questi mesi è solo uno degli elementi di riflessione.

Del cugino Alessio Fenicchia, al di là dei meriti familiari, non si conoscono segnali consistenti di attività consiliare. Non si ha traccia di interventi rilevanti in consiglio. Non si conoscono interrogazioni preparate personalmente.

Su Roberto Versi, al di là della notorietà guadagnata ai tempi del Fiorito-gate, quando dalla Rai veniva intervistato mettendo bene in evidenza medagliette legate al duce attaccate al collo, si fa ancora più fatica a trovare spunti di discussione.

E non è che fuori dal consiglio si stia molto meglio. L’ex sindaco Carlo Noto fa, giustamente, il medico. E, forse, ha finalmente capito che questa politica non fa per lui.

L’estrema destra di Casapound è e rimane fuori dal sistema.
Altro non c’è.

Per cui la domanda da porsi è: ma non è che, nonostante topiche, gaffes e quant’altro, il centrosinistra di Bassetta, ad Anagni, deve ringraziare soprattutto l’opposizione?

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