Benvenuti nella giunta di Doroteo Natalia (di F. Ducato)

Daniele Natalia vara la sua giunta. Ed è un capolavoro politico. Arginato Cardinali (stop a Fiorito). Asse fortissimo con la Lega (D'Ercole vice). Sistemato anche Pace. Spazi chiusi per Ciprani. E opposizione sfilacciata.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Chiamatelo Doroteo Natalia, non Daniele. Perché il ginepraio che il neo sindaco di Anagni è riuscito a sciogliere con la definizione della squadra di governo che lo accompagnerà per i prossimi anni ha poco a che fare con il decisionismo spinto del Partito a cui pure Natalia appartiene, e cioè Forza Italia. Mentre ripropone molto del metodo della trattativa ad oltranza della Dc dei vecchi tempi. Che si tratti delle convergenze parallele di Moro, o del cinico pragmatismo andreottiano, la sostanza non cambia.

Natalia doveva risolvere un rebus. E, alla fine di una giornata convulsa, iniziata poco dopo le 8 e finita dopo le 20, c’è riuscito. Chapeau, almeno per ora.

 

Fine dell’era Cardinali

Il dato politico principale è lampante: la creazione della giunta segna, quantomeno sul piano simbolico, la fine dell’era Cardinali. L’ex assessore dei tempi di Fiorito, Alessandro Cardinali il simbolo di un passato che rischiava di tornare, è stato messo alla porta.

È stato l’atto più coraggioso del nuovo sindaco di Anagni. Che, facendo leva sulla questione delle quote rosa ( ad entrare per Fdi doveva essere Jessica Chiarelli), ha fatto arrivare un messaggio evidente. Indietro non si torna. La stagione di Franco Fiorito è finita.

Quelli di Fdi ci hanno provato, facendo pressione, e spingendo fino a prefigurare una possibile uscita dalla maggioranza. Ma Natalia ha retto. Scommettendo sul fatto che, alla fine, Cardinali sarebbe stato lasciato solo. Cosa che puntualmente è accaduta.

Questo ovviamente non vuol dire che Cardinali esce dal Consiglio. E nemmeno che rimane senza nulla in mano. State a vedere, qualche delega di peso arriverà. Ma nulla di paragonabile alle chiavi del Comune che aveva di fatto chiesto per sé. E l’atteggiamento degli altri componenti del suo Partito, che certo non lo ha difeso a spada tratta, dimostra che aveva ragione Natalia nel voler voltare pagina

 

L’asse con la Lega

Ma il sindaco ha risolto almeno altri due problemi.

Ha rinsaldato il rapporto con la Lega, offrendo a Vittorio D’Ercole la carica di vicesindaco.

Natalia è uomo dalla memoria lunga. E ricordava bene che proprio la bagarre con l’uomo forte della Lega in zona, Francesco Zicchieri, aveva rischiato di far saltare l’accordo che lo ha portato a vincere le Comunali.

C’è stato un momento in cui, se D’Ercole avesse voluto, sarebbe stato impossibile non arrivare allo scontro. D’Ercole però ha fatto un passo indietro. E Natalia certe cose non le dimentica.

Ovviamente pesano anche i 459 voti presi dall’esponente leghista. Ma il dato politico rimane.

Da oggi Il rapporto Fi-Lega non è forte. È blindato.

 

Ed ora è… Pace

Natalia è riuscito anche a silenziare i possibili malumori che potevano arrivare da Simone Pace. Al quale, non è un mistero, era stata offerta la carica di vicesindaco come parte dell’accordo per il quale il gruppo di Progetto Anagni è poi passato armi e bagagli con Natalia.

Fino a due giorni fa, quando si parlava della possibilità di un Pace scippato di quella carica, i malumori si percepivano nettamente. Ieri non è emerso nulla.

Anche qui, con ogni probabilità, la tranquillità sarà ripagata con una delega pesante. Probabilmente quella ai Lavori Pubblici, giocando la carta della continuità amministrativa, visto che era la stessa che Pace aveva avuto con Fausto Bassetta.

 

Fine anche per Ciprani

Da non trascurare anche il fatto che Natalia ha messo fine ad un’altra stagione. Quella di Enzo Ciprani, il factotum di Progetto Anagni. L’uomo che aveva messo fine all’epoca di Noto nel 2013. E che aveva di fatto accelerato la fine di Bassetta. Un rischio averlo in posizioni di potere.

Natalia è riuscito a farlo silenziosamente uscire dai riflettori.

Infine, cosa non di secondo piano, Natalia può contare su un’opposizione sfrangiata. Fatta di elementi, non tutti, battaglieri. Ma anche, a meno di miracoli, incapaci di sviluppare un fronte comune. Proprio quello che ci vuole per il neo sindaco.

Che ha di fronte a sé un’occasione unica. A patto, ovviamente, di saperla sfruttare.