Anagni, un 2021 dalla A alla Z: con un po’ di ironia

Le parole chiave di Anagni nel 2021. Dalla A di Ambrosetti (che ha vinto le Provinciali) alla Z di Ztl (che nessuno vuole), passando per la B di Biodigestore, la N di Natalia e tanti altri snodi di questo anno in chiusura.

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Il 2021 di Anagni dalla A alla Z. Un anno come le lettere di un vocabolario: per riassumere temi, problemi, gioie e dolori. E leggerli poi con un pizzico di ironia.

Da Ambrosetti a Cardinali

A come Ambrosetti. Ovvero Riccardo, il volto maschio della destra anagnina. Diventato ancora più volto  (maschio lo era già) con l’elezione a Consigliere Provinciale. Cosa per la quale ha già provveduto a ringraziare i suoi colleghi in Consiglio. Assicurando di voler lavorare “per la Provincia ma con un occhio di riguardo alla mia città”. L’unica perplessità è: ma ora chi lo tiene più?

Esuberante. 

B come Biodigestore. Il tema dei temi ad Anagni per tutto il 2021. Anche perché in questi giorni (lo hanno fatto notare in parecchi) ricorre l’anniversario del famoso parere favorevole con cui il sindaco Daniele Natalia aveva dato il suo ok alla struttura. Salvo poi fare marcia  indietro quando in città hanno cominciato a rumoreggiare sul tema. Poteva essere una scivolata non da poco per il sindaco. Che ha avuto il merito indubbio di cambiare idea e di rilanciarsi, sul tema, come difensore dell’ambiente della città.

Stratega.

Alessandro Cardinali

C come Cardinali. E come Calzatora. Il primo è il vero vincitore delle Provinciali in città. Ha dimostrato di avere un peso (politico) suo. Sopravvivendo allo scontro interno a Fdi. Ed annunciando la prossima costituzione di una lista civica. Che (c’è da scommetterci) alle comunali peserà eccome. Ingombrante.


C come Calzatora; la frana da un anno sta ancora lì. I lavori sono stati annunciati, forse iniziati, non ancora finiti. Nel frattempo, è anche stato messo da parte un responsabile dell’ufficio tecnico. Reo, forse, di lentezza. La dimostrazione di come in città ( a volte) si facciano parecchie parole e pochi fatti. Disagi.

Da De Luca a Fioramonti

D come De Luca. Ma anche come D’Ercole e come Decadenza. L’ex presidente del Consiglio Comunale Giuseppe De Luca è stata la new entry in giunta del 2021, prendendo il posto di Marino al bilancio. E comportandosi, a detta di molti, molto ma molto meglio. Nei fatti, il vero vicesindaco. Competente.

D come D’Ercole. Anche perché è un po’ più operativa la figura del vicesindaco istituzionale, l’avvocato Vittorio D’Ercole, referente della Lega ed avversario  a suo tempo di Natalia per il ruolo di candidato a sindaco. Oggi, detiene le deleghe a Lavori Pubblici, Ambiente ed Urbanistica. Detiene anche il dubbio primato di essere il primo contagiato della giunta Natalia. Positivo.

D come decadenza. Il gioco di società degli ultimi mesi in città. Ma i consiglieri d’opposizione che hanno firmato un ricorso al Tar contro il Comune possono restare o no? Alcuni hanno tolto la forma. Altri l’hanno mantenuta. Alla fine tutto è rientrato. Ma forse le regole andavano studiate meglio prima. Leggerezza.

E come Ercole. O se preferite, E come Egidio. Nel senso delle fatiche. Quelle che sta facendo da mesi il Segretario del Partito Democratico Egidio Proietti. Che deve aggregare un centro sinistra ampio abbastanza da poter sperare di vincere le prossime elezioni, superando la tradizionale litigiosità del campo progressista. Tenendo poi in considerazione che le prime divisioni sono quelle maturate dentro casa. Ci ha provato Proietti, ci ha lavorato a lungo. E negli ultimi giorni dell’anno gli ex grillini di Fioramonti hanno preso cappello ed hanno detto che non partecipertanno; l’ala radicale Dem di Save Sardaro lo ha criticato. Roba da Ercole appunto.

Eroe.

Fernando Fioramonti

F come Fioramonti. L’ex grillino Fernando Fioramonti, uno dei primi in Italia nel Movimento 5 Stelle ad avere il coraggio di alzare la mano e dire che uno vale uno non significa uno vale l’altro. Roba da scomunica immediata. Invece tanti dopo di lui hanno cominciato a dire la stessa cosa. E Fioramenti se n’è andato via, senza che nessuno osasse cacciarlo. È diventato leader di Cittatrepuntozero, è già proiettato sulle comunali del 2023.

Competente, agguerrito, impegnato sui temi sociali e culturali. La strategia è quella di rubare gli elettori al centro sinistra ufficiale, creando un altro polo.

Già visto.

Da Gioco a Luminarie

G come gioco del calcio. Con riferimento ai lavori di ammodernamento del campo sportivo comunale. Che, da mesi ormai, sono fermi, nonostante gli annunci fatti più volte. A dimostrazione del fatto che la politica degli annunci andrebbe corroborata, ogni tanto. Perché poi gli sportivi votano.

Poco sportivo.

H come hinterland. Cioè periferia. La grande esclusa di questi anni. In parecchi si lamentano perché il sindaco avrebbe pensato solo al centro storico e simili. Potrebbe essere un errore non da poco. Vero che da un lato c’è stata la pandemia che ha costrettoi a rivedere tutti i progetti e soprattutto la progettualità. Ma è altrettanto vero che se dai ad un fratello poi devi dare subito dopo pure all’altro. Perché non si vive di solo centro. Soprattutto ad Anagni

Equilibrio. 

I come Immacolata concezione. Una delle (diverse) figure carine fatte nel corso dell’anno dall’assessore alla cultura Carlo Marino. Che l’8 dicembre scorso, confonde  l’Immacolata Concezione con l’Annunciazione. Dimostrando che a volte la velocità senza il necessario approfondimento può essere rischiosa.

Catechismo.

Le luminarie di Anagni

L come Luminarie. Una volta (l’anno scorso) passi. Due no. Ancora una volta ad Anagni le luci di Natale diventano pretesto per una maxi polemica natalizia. Troppi soldi spesi, poche luci (rispetto agli altri paesi), un albero di Natale che appare, scompare, riappare da un’altra parte. Si poteva fare meglio.

Sobrietà.

Da Marino a Naretti

M come Marino. E pure come Minoranza. Giuseppe Marino è stato defenestrato come assessore al Bilancio a favore di Giuseppe De Luca, Carletto funziona (bene) come assessore alla Cultura ed al Turismo. Ogni tanto gli è scappata la frizione (i colpi di pistola sparati in centro diventati “ragazzate”), ma nel complesso come uomo immagine funziona. Anche se cerca sempre la polemica fine a sé stessa. Immaturo. 

M come Minoranza. Nel senso che sono sempre di meno. Il passaggio in maggioranza del gruppo di Idea Anagni ha reso l’opposizione meno forte numericamente. Senza contare che, all’interno, ci sono diverse anime, non tutte riconducibili facilmente ad una compatta unità di intenti. E Natalia festeggia. Esile.

N come Natalia. Ma pure come Naretti. E come Necci. Il sindfaco Daniele Natalia si avvia all’ultima parte della consiliatura solido e stabile. In maggioranza ci sono diverse voci contrarie, ma si esprimono in modo ufficioso. Nelle occasioni ufficiali alzano tutti la mano quando serve. Ed al sindaco va bene così. Leader

N come Naretti. Il consigliere di Forza Italia è in rotta con il suo sindaco. Lamenta di non essere stato coinvolto nelle provinciali. Minaccia di voler essere “autonomo” nelle scelte. Ovvero, di non votare sotto dettatura. Ma attualmente, non sembra un rischio. Residuale.

Antonio Necci

N come Necci. Il dottor Antonio ha finalmente deciso di saltare il fosso. Dopo essere stato opposizione critica (con il resto dell’opposizione) è diventato maggioranza schierata. Ha avuto  (finalmente) il coraggio di scegliere da che parte stare. A breve gli arriverà la delega alla Sanità.

Ha avuto poi la coerenza di affrontare la questione biodigestore con la competenza che gli deriva dal ruolo medico: quando c’è stato il confronto in Consiglio con gli ingegneri di A2A ha incalzato fino alla fine. E quando ha compreso che il progetto non era una cialtronata ha lasciato spazio alle altre voci, senza fare inutile polemica. Filogovernativo. 

Da Ospedale a Rimpasto

O come ospedale. Daniele Natalia ci ha vinto le elezioni. Rischia di perderle, se non arrivano risultati concreti.  L’ultima novità è l’annuncio fatto nella Sala della Ragione poche settimane fa dal Direttore Generale della Sanità in provincia di Frosinone, Pierpaola D’Alessandro; “arriva l’ospedale di comunità”. Replica di parecchi: “vogliamo il Pronto Soccorso”.

Utopia sanitaria. 

P come Provinciali. Anagni ha portato due consiglieri in Provincia. Paradossalmente si è sfiorato il triplete: sarebbe bastato un solo voto ponderato in più e anche Danilo Tuffi di Forza Italia sarebbe stato eletto. Ma anche due eletti è un ottimo risultato. Che potrebbe diventare un boomerang se Riccardo Ambrosetti (FdI) ed Alessandro Cardinali non riuscissero a trovare la sintesi per lavorare assieme per il bene della città. Ad occhio, non sembrano così vicini.  

Rischio

Q come Quanto manca alle Comunali. Formalmente, due anni. In pratica, ad Anagni la campagna elettorale non è mai finita. A sinistra, per ora, gli schieramenti sarebbero due. Ma rischiano di esserlo anche nel centro destra, se Cardinali deciderà di andare da solo. Con esiti imprevedibili. Che potrebbero favorire il centrosinistra se rispondesse al vero che Francesco De Angelis ha messo in agenda la Città dei papi dopo avere chiuso la pratica Frosinone.

Frammentazione.

Naretti e Rosatella

R come rimpasto. e pure come Rosatella. Il rimpasto è quello, attesissimo, che mesi fa ha portato all’ingresso in giunta di Giuseppe De Luca. Per molti, solo il primo tempo, in attesa di nuovi movimenti che potrebbero precedere l’ultimissima fase della consiliatura. Stanza dei bottoni.

R come Rosatella. Più di Naretti, il generale è il vero nemico interno di Daniele Natalia. Al quale rimprovera, in sintesi, di non averlo fatto entrare in giunta. Ambizioso.

Da Save Sardaro a Vecchi

S come Save Sardaro (Vittorio). Il Cincinnato della sinistra anagnina spara da mesi a palle incatenate contro il Segretario cittadino Dem Egidio Proietti. Chiede maggiore collegialità. Cioè di contare di più. Esempio classico di quelli che Eco definiva “tetrapiloctomi”, quelli che rompono il capello in quattro. Ma a pensarci bene, anche altre cose.

Iconoclasta

T come Tagliaboschi Sandra. L’ex candidata a sindaco del centrosinistra alle Comunali del 2018 non si rassegna alla sconfitta pesante subita 3 anni fa. È vero, ci furono varie attenuanti: tra cui quella legata alla regola non scritta secondo la quale un’0amministrazione che si autoaffonda poi non vince le elezioni. Ed il centrosinistra guidato dal colonnello Fausto Bassetta venne affondato da Tagliaboschi (Aurelio, fratello di Sandra).

Lei ora si scaglia (anche lei) contro il Segretario Egidio Proietti. Reo di non darle retta. Come dargli a Proietti) torto?

U come Ufficio tecnico. Per mesi il simbolo dell’inconcludenza dell’azione amministrativa. Vedi il caso Alessandrello, l’ingegnere assunto la scorsa primavera con grandi progetti (“è come Ronaldo”) per essere licenziato poi ad agosto.

Prima era andato via Maia e prima ancora anche il suo predecessore. Adeso c’è Salvatori, una garanzia. Speriamo bene.

V come Vecchi. Ovvero Guglielmo Vecchi, l’altro esponente della civica Idea Anagni passato con fatica dalla minoranza alla maggioranza. Sulla stessa lunghezza d’onda di Antonio Necci. Vecchi sperava, e forse spera ancora, in un posto da assessore. Si vedrà nei prossimi mesi. Ma non sembra essere aria. Aspettando Godot.

Da Winchester a Ztl

W come Winchester. Cioè come la rotatoria che si dovrebbe finalmente realizzare nei pressi dell’omonimo bivio causa di parecchi incidenti negli ultimi anni. Se si farà davvero entro il 2022, sarà un risultato oggettivo incontestabile per il sindaco. Una delle opere che potrà esibire alla città dicendo ‘promessa mantenuta‘. Perché qualcosa di concreto da mettere sotto gli occhi degli elettori fa sempre effetto. Speranza.

Z come Ztl. Ad Anagni c’è, ma il Comune chiaramente non la vuole. Gli orari e le fasce cambiano in continuazione. Con il risultato che la gente si sbaglia. Sarebbe meglio avere (anche qui) le idee più chiare.

Addio (senza rimpianti) 2021. Buon 2022 (speriamo)  a tutti.