Bilancio della Regione, cosa c’è per la Ciociaria

Cosa c'è nelle leggi approvate dalla Regione nei giorni scorsi. Per la Ciociaria finora solo molta evanescenza. E nulla nella sostanza. Interventi di riordino dei Consorzi di Bonifica. Cosa accadrà al Consorzio Industriale. Rocca si ricorda degli Stati Generali; un bene. Ma non elenca interventi; e non è un bene

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

A riflettori freddi, alberi di Natale ormai spenti: senza l’emozione del momento e gli strepiti che vengono dalle opposte barricate è possibile leggere con calma i documenti approvati dal Consiglio regionale del Lazio all’1:15 di sabato 23 dicembre. A quell’ora della notte l’Aula ha approvato la proposta di legge n° 120 “Legge di Stabilità regionale 2024” e la proposta di legge n° 121 “Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio 2024-2026“.

Il dato politico che balza subito agli occhi: il Bilancio è passato con 32 voti su 32 consiglieri presenti in entrambi i casi. Non hanno partecipato alla votazione i consiglieri di minoranza in segno di protesta. Perché, a loro avviso, non è stato consentito di aprire la discussione sugli Ordini del Giorno collegati ai provvedimenti legislativi. Il voto finale è arrivato  dopo 5 giorni di sedute consiliari, iniziate martedì 19 dicembre con la presentazione della manovra economica 2024-2026 e il relativo dibattito in Aula. Nella seduta del 20 dicembre il Consiglio aveva già approvato il Documento di economia e finanza regionale (Defr).

I contenuti della manovra

Il Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio 2024-2026, che si compone di 7 articoli e 23 allegati. Ammonta, rispettivamente, a 35,95 miliardi di euro (2024), a 33,86 miliardi di euro (2025) e 33,38 miliardi di euro (2026) in termini di competenza (le cifre assegnate a quegli anni). Mentre è di 30,47 miliardi per l’esercizio finanziario 2024 in termini di cassa (le somme realmente presenti).

Degli oltre 18 miliardi di euro del 2024 circa 3,2 miliardi sono a libera destinazione, mentre le ricerche vincolate sono pari a circa 15 miliardi: in particolare sono riferite alla Sanità (12 miliardi), al Trasporto Pubblico Locale (Tpl) (600 milioni) che, con ulteriori 345 milioni di risorse regionali, raggiunge quasi un miliardo di euro complessivi. E per la parte rimanente sono fondi provenienti dall’Unione europea e dallo Stato.

La manovra finanziaria prevede anche il rifinanziamento del Fondo per la riduzione della pressione fiscale, con l’accantonamento di circa 100 milioni di euro che saranno poi impegnati nel dettaglio con una legge da approvare entro il 15 aprile 2024. È la norma che introdusse Nicola Zingaretti per tutelare le fasce con i redditi più bassi, evitando che dovessero pagare per intero la quota delle loro tasse regionali.

Non si fa a debito

La legge di Bilancio contiene una importante novità. Sta all’articolo 5: nel dettare disposizioni in materia di spese di investimento e indebitamento regionale, al comma 1 stabilisce che “per gli anni dal 2024 al 2026 non è previsto il ricorso al debito per finanziare gli investimenti”. E allora come si coprono? Dice il testo dell’articolo “alla copertura si provvede a valere sulle risorse disponibili di parte corrente previste nel bilancio di previsione e mediante le risorse derivanti dall’alienazione di beni patrimoniali”. Cosa significa?

Questa norma, come ha spiegato nel corso del suo intervento in Aula l’assessore regionale al Bilancio Giancarlo Righini, risponde anche ai rilievi della Corte dei Conti sull’eccessivo livello di indebitamento della Regione.

Consorzi di Bonifica e Consorzio Industriale

da sinistra Sonia Ricci (Presidente Anbi lazio), Giancarlo Righini (Assessore Agricoltura del Lazio), Daniele Maura (Consigliere regionale), Andrea Renna (Direttore Anbi Lazio)

La legge di stabilità 2024 invece si compone di 24 articoli. Si va dall’articolo 1 che prevede il rifinanziamento delle leggi regionali di spesa, passando per  l’Articolo 5 inerente i Consorzi di Bonifica che “Avvia un processo di riordino”.

Ma non erano stati appena riordinati? La presidente Sonia Ricci ed il direttore Andrea Renna hanno guidato i vari Consorzi verso la fusione semplificandone il numero, restano da ridurre i tre attualmente attivi in Ciociaria che devono diventare uno soltanto. La norma prevede “di avviare una nuova riforma legislativa volta a definire: la perimetrazione dei comprensori di bonifica; le modalità di adozione e approvazione del piano generale di bonifica e di tutela del territorio; la governance, l’organizzazione e il sistema dei controlli interni; l’ordinamento contabile attraverso il passaggio alla contabilità economico-patrimoniale, integrata con la contabilità analitica; le funzioni di vigilanza e controllo esercitate dalla Regione”.

Perché la Regione mette mano ancora una volta alle Bonifiche? Anche in questo caso le norme proposte tengono conto dei rilievi della Corte di Conti.

L’Articolo 6 traccia il futuro del Consorzio Industriale per la fase successiva alla presidenza di Francesco De Angelis. All Articolo 6 viene disposto “il commissariamento del Consorzio unico”. Perché, dal momento che parliamo di un ente che comunque aveva cominciato a funzionare? Il commissariamento viene disposto “al fine di efficientare, razionalizzare e semplificare l’organizzazione e le funzioni dell’Ente e rilanciarne così le attività”. In particolare viene stabilito che il Presidente della Regione entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, provveda a nominare un commissario straordinario che può essere affiancato da un massimo di due sub-commissari.

Cosa c’è per Frosinone

Il Salone della Provincia il giorno degli Stati Generali

Cominciamo dal Defr 2024. L’unico intervento previsto è quello di cui a pagina 180 del documento, nello specifico alla Tavola A.21 – nella macroarea [03] -«Il Lazio dello sviluppo e della crescita». Cosa c’è di interessante? Alla misura 03.01.01.32 sono previsti Interventi di politica industriale territoriale specifici sulla provincia di Frosinone per contrastare la deindustrializzazione. Senza alcun ulteriore dettaglio circa gli interventi previsti per la Ciociaria.

Può significare tutto e niente. Tutto: perché Francesco Rocca aveva preso uno specifico impegno il giorno in cui ha partecipato agli Stati Generali della Provincia di Frosinone. Avere previsto un apposito capitolo significa che il Governatore non scherzava ed a Palazzo Iacobucci non parlava solo per catturare l’applauso della sala. Non aveva alcun obbligo di dare seguito a quelle parole se non quello dettato dalla sua morale. Ed averlo previsto è un chiaro segnale di attenzione al territorio della provincia di Frosinone. Che durante gli Stati generali aveva individuato criticità precise e chiesto soluzioni con altrettanta chiarezza. (Leggi qui: L’orgoglio di un territorio che non si arrende. E leggi anche: Dagli Stati Generali al Governissimo territoriale).

Ma potrebbe significare anche nulla. Perché non c’è alcuna declinazione di ciò che si intende fare, su cosa si vuole intervenire, in che modo e con cosa lo si vuole finanziare.

La mancia per la battaglia

Per quanto riguarda la Legge di stabilità 2024 l’unico intervento previsto per la provincia di Frosinone è quello normato dall’articolo 12. Lì la Regione dispone “un sostegno economico di 80mila euro per l’anno 2024 per le iniziative e le manifestazioni a carattere culturale dedicate alla memoria della battaglia di Cassino, dello sbarco anglo-americano ad Anzio e dello sfondamento della linea Gustav, in occasione dell’ottantesimo anniversario di tali eventi”. Anche per questo documento, non è previsto altro.

Al tirar delle somme, dopo la lettura delle oltre 2000 pagine dei documenti di bilancio approvati, per la Ciociaria c’è una certa evanescenza. C’è un grande impegno di principio a contrastare la deindustrializzazione. Ma sul piano della concretezza, di scritto c’è praticamente nulla.

Resta da capire quanto verrà messo su quel capitolo. E per farci cosa. Le richieste del territorio sono state precise. Il 2024 dirà se lo saranno anche le risposte della Regione Lazio.