Buschini – Pompeo, comunque vada il Pd si farà male

Mancano sette mesi alla fine delle legislature, sia in Parlamento che alla Regione Lazio. Ma in entrambi i casi ci potrebbe essere il voto anticipato.

A settembre il Governo Gentiloni deve varare la manovra richiesta dall’Europa: lacrime e sangue non bastano a descrivere i tagli e l’inevitabile aumento del carico fiscale che secondo Bruxelles servirebbero. Chi dovesse politicamente intestarsi un’operazione del genere sarebbe destinato alla sconfitta elettorale. Matteo Renzi lo sa perfettamente e sta preparando il piano B: ne vedremo delle belle.

 

Nicola Zingaretti conosce bene le difficoltà delle elezioni regionali: turno unico, con il centrodestra che avanza e con i Cinque Stelle agguerriti. Ha una sola carta: giocare d’anticipo e presentarsi alle urne come l’uomo dei risultati per il Lazio.

In tutti e due i casi, politiche e regionali, gli esponenti della provincia di Frosinone dovranno farsi trovare pronti. Perché Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, Beppe Grillo, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, ma anche Nicola Zingaretti, non daranno preavvisi.

E proprio perché ci sarà poco tempo per approntare le liste, i capicorrente e i fedelissimi cercheranno di fare di tutto per piazzare nelle posizioni eleggibili i loro esponenti.

Francesco Scalia è l’unico sicuro della ricandidatura, per il semplice fatto che la sua attività parlamentare è stata sottolineata da Matteo Renzi in persona. Gli altri sono tutti sotto esame e alle regionali nei Democrat si giocherà la partita più cruda e cruenta al tempo stesso: tra Mauro Buschini e Antonio Pompeo. Con Marino Fardelli che non starà a guardare.

 

Qualunque sarà l’esito la situazione nel Pd provinciale sarà destinata a deflagrare.

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