Calenda dà il penultimatum. Pd: “Per noi c’è la coalizione”

Foto: Leonardo Puccini / Imagoeconomica

Carlo Calenda dice al Pd "indicate il mio vice e andiamo insieme, altrimenti vado da solo”. Ma ricompatta la sinistra. Che torna al tavolo dopo tre mesi. Ipotesi primarie. Che non a tutti piace

Carlo Calenda dà la scossa al Partito Democratico. Ma il centrosinistra resta indifferente alla sua scarica. E anzi gli manda a dire che non sono giusti né il voltaggio né la polarità. Se quello del ministro voleva essere un modo per aggregare alleati lungo la sua strada per il Campidoglio ha ottenuto l’effetto opposto.

La scossa di Calenda

La scossa arriva da una lunga intervista rilasciata al Messaggero. Tra le altre cose Carlo Calenda dice «Guai a trasformare il voto di ottobre in uno scontro ideologico. Serve invece un approccio civico e bipartisan. Noi, nel caso non si arrivi a un accordo con il Pd, correremo non con il simbolo di Azione ma con liste civiche. Chiedendo il voto ai cittadini di destra, di centro e di sinistra che si sentono romani prima che partigiani di questo o di quel movimento politico. I romani hanno diritto a una squadra di governo esperta e pragmatica, libera dai condizionamenti di una classe dirigente politica locale che e’ trasversalmente tra le peggiori d’Italia».

Soprattutto, il passaggio chiave è quando Calenda dice, nella sostanza al Pd: indicate voi il mio vicesindaco ed andiamo insieme, se non volete venire vado avanti da solo.

Voltaggio sbagliato

Andrea Casu (Foto: Imagoeconomica / Benvegnu’ Guaitoli)

Ma l‘effetto è stato quello di irritare ancora di più un centrosinistra con il quale c’erano già molte distanze. Spingendolo a riaprire il dialogo interno per riaggregarsi intorno ad un programma unitario ed un candidato condiviso. Diverso da Calenda.

È emerso questo dall’incontro on line che ha messo insieme nelle ore scorse il Segretario del Pd di Roma Andrea Casu, il vicesegretario Dem del Lazio Enzo Foschi, i rappresentanti romani dell’anima più di sinistra nel fronte progtressista. Al tavolo virtuale c’erano i civici di Liberare Roma e di Sinistra X Roma, di Psi, Articolo 1, Sinistra Italiana e Verdi.

La scorsa settimana avevano scritto al vertice capitolino del Pd per avere un incontro. Al di là dei contenuti era necessario per dare un segnale: riaprire quel tavolo che era senza interlocutori ormai dalla fine del 2020.

Oppure era quello che voleva

Alcuni dei presenti al Tavolo sostengono che proprio quel silenzio del centrosinistra sia stato tra le cause dell’ultima fuga in avanti di Calenda.

L’ex ministro è irremovibile rispetto all’idea di continuare a correre come sindaco di Roma, nonostante il Segretario Pd Enrico Letta abbia ribadito che si faranno le primarie e che Roberto Gualtieri sarà in campo.

Carlo Calenda e Enrico Letta

Letta sta facendo di tutto per non strappare con Calenda. Ma lo stesso Andrea Casu – come ricostruisce l’agenzia Dire e- malgrado i tentativi di «non rispondere alle polemiche perché chi le fa con noi perde solo tempo», alla fine ha dovuto prendere atto che «Calenda non si sta ponendo in un’ottica di coalizione ma come un candidato che rende difficile un percorso comune».

Il Pd continuerà a tentare di costruire «la coalizione più larga possibile, senza accettare le provocazioni giornaliere», ha rilanciato Foschi, che vuole accelerare sulla riconvocazione del tavolo.

Il dossier Letta

Ora è tutto fermo in attesa che Enrico Letta dopo Pasqua chiuda il dossier amministrative ma «chiederemo di velocizzare il percorso – ha aggiunto Foschi – Abbiamo urgenza di far ripartire il tavolo in modo più ampio e inclusivo possibile, ragionando di quei 7 o 8 punti programmatici che possono essere il minimo comune denominatore su cui innestare il percorso». (Leggi anche Le barricate di Virginia e il senso di Zingaretti per Roma).

Partire da ciò che unisce per poi discutere di ciò che divide: le primarie. Però i Verdi e Articolo 1 hanno ribadito la loro freddezza (per non dire contrarietà) su questo strumento. Foschi invece ha continuato a tenere il punto ribadendo che «il Pd propone le Primarie ma questa decisione sarà presa tutti insieme, coalizione e realtà civiche. Intanto, dobbiamo rimetterci al lavoro il prima possibile sul programma e individuare punti molto chiari».

Un 25 aprile ‘a distanza’ (Foto: Marco Cremonesi / Imagoeconomica)

Intanto il centrosinistra sceglie di ricostruirsi intorno ai propri valori comuni: l’antifascismo e la Liberazione. Verranno organizzate manifestazioni statiche e distanziate: già il 25 aprile a Roma con 400 persone. Il giorno precedente il Pd organizzerà on line “La notte bianca della Liberazione“, altro appuntamento in cui la coalizione di centrosinistra potrebbe palesarsi e dimostrare che su Roma c’è ed è al lavoro.