Il Consiglio di Ceccano vota all’unanimità a favore della mozione provinciale contro il trasferimento dell’Aeronautica militare dall’aeroporto Moscardini di Frosinone. Per il Sindaco, che lì ottenne il brevetto da pilota trent’anni fa, «quello di Viterbo è troppo piccolo». E poi le interrogazioni dell’opposizione su viabilità e polveri sottili, anche se avrebbero preferito parlare di strisce pedonali e “Notte verde”.
L’opposizione avrebbe voluto anticipare una mozione urgente sulle strisce pedonali che consentono di attraversare le strade di Ceccano, visto che solo negli ultimi tempi sono state investite un’anziana e una bambina. È perché l’amministrazione comunale la sta ormai rifacendo la segnaletica orizzontale. Ma, dopo un’accurata verifica del regolamento, è stato confermato l’Ordine del Giorno stabilito dalla conferenza dei capigruppo. È entrata nel vivo così la 39esima seduta della seconda Era Caligiore. Che è stata aperta da un minuto di raccoglimento in memoria della veneta Giulia Cecchettin: la 105esima vittima di femminicidio del 2023. In Italia viene ormai uccisa una donna ogni due giorni.
È un Odg che, dopo un intenso question time, ha portato all’adesione all’unanimità alla mozione provinciale contro il trasferimento della Scuola Volo Elicotteri dell’Aeronautica Militare: dall’aeroporto Moscardini di Frosinone all’“aeroportino” di Viterbo. Come lo definisce nel corso della seduta il sindaco di FdI Roberto Caligiore, graduato elicotterista dei Carabinieri, prima di illustrare e chiedere di votare le ultime variazioni di Bilancio disposte dalla sua Giunta.
Caligiore: «A Viterbo un aeroportino»
Era il 1993 quando il giovane carabiniere Roberto Caligiore, appena ventiquattrenne, ottenne il brevetto di pilota di elicotteri nella scuola di volo dell’aeroporto Moscardini di Frosinone. Negli ultimi trent’anni è diventato elicotterista graduato e pluridecorato, con oltre quattromila ore di volo, medaglie e riconoscimenti vari.
È stato proprio lui, sindaco dal 2015 eccetto un anno di commissariamento, ad accentuare i punti salienti del documento voluto dalla Provincia di Frosinone per il salvataggio dell’Arma Azzurra. «È una mozione che tutela anche l’intero indotto di Leonardo – così il sindaco Caligiore – ed è stata presentata dall’allora consigliere provinciale Daniele Maura, ma è stata diramata non prima dell’elezione del nuovo presidente della Provincia. Maura, ora consigliere regionale, l’ha portata anche in Regione».
E poi l’esperienza di trent’anni fa: «Ho vissuto personalmente la vita dell’aeroporto Moscardini e di una scuola di volo unica in Italia per l’addestramento di tutte le forze armate, convenzionata con nazioni estere per l’ottenimento dei brevetti da parte dei piloti». Caligiore non crede che Viterbo possa rimpiazzare Frosinone: «È un “aeroportino”, un centro piccolissimo che avrebbe serie difficoltà a dare ampie disponibilità, vista la lontananza dalla base e la vicinanza a un poligono».
Piroli: «Parlamentari più coinvolti»
In testa il ricordo di quando entrò nella storica scuola per elicotteristi: «Si sentiva dire ma mai si pensava a quel tempo che potesse essere trasferita – ha raccontato Caligiore -. Nel 2020, invece, l’allora ministro Lorenzo Guerini del Governo Conte ha dovuto dare riscontro politico a un territorio, quello di Viterbo, dove non era stato più realizzato un aeroporto civile per le stesse motivazioni per cui non verrà realizzato quello dell’Aeronautica militare».
Emanuela Piroli, consigliera d’opposizione ed esponente del Pd, ritiene però che «sarà poco incisiva in fondo l’azione di Provincia e Comuni, visto che la decisione è ministeriale, quindi serve un più forte coinvolgimento dei “nostri” parlamentari». Uno è di casa, il deputato Massimo Ruspandini, vicecapogruppo alla Camera e presidente provinciale di Fratelli d’Italia.
Caligiore, però, vede gli Onorevoli già in moto: «Tutti i parlamentari abbracciano già questa battaglia, vista la scelta scellerata di chi sta provando a scipparci la scuola di volo». Il territorio confida che non finisca come negli ultimi tre anni, ovvero a favore di Viterbo, visto che mancano ormai due anni alla data fissata per l’inizio del trasferimento.
La controversa “Notte verde”
Il Bilancio è stato cambiato anche per accogliere il finanziamento di 15mila euro dell’Arsial per la valorizzazione dei prodotti tipici. Riccardo Del Brocco, associando il suo assessorato all’Ambiente con il tema dell’agricoltura, ci ha finanziato la “Notte Verde” di fine settembre: convegno, tavolata conviviale sul Ponte Berardi e mongolfiera sul fiume Sacco. Del Brocco lo ritiene un emblema green del suo assessorato. L’oppositrice Emanuela Piroli, invece, pensa che «quei soldi non siano stati spesi per niente bene». (Leggi qui L’estate è finita: una notte verde dopo l’onda rossa).
Inizialmente c’è stata una diatriba sul regolamento. A proposito, per l’esattezza, del quarto comma dell’articolo 24 del regolamento del Consiglio comunale. Che recita: «La mozione deve essere presentata per iscritto al Presidente del Consiglio, sottoscritta dal consigliere proponente e viene iscritta all’Ordine del giorno della prima adunanza del Consiglio che sarà convocata dopo la loro presentazione».
La minoranza di Centrosinistra, durante la riunione dei capigruppo consiliari, ha dato per scontato che l’unica mozione scavalcasse le interrogazioni anche e soprattutto per via del carattere d’urgenza. Non avevano davanti, nell’occasione, l’elenco delle interrogazioni presentate ormai da oltre un anno.
Regolamento e interpretazioni
Alla fine, consultatosi con la Segreteria generale, la presidenza del Consiglio Comunale ha sentenziato contro. «È stato concordato un elenco con le priorità in conferenza dei capigruppo – ha motivato il presidente Alessandro Savoni -. Secondo la nostra interpretazione, bisogna procedere con l’ordine del giorno prestabilito».
E così è stato. Ma prima hanno osservato tutti un minuto di silenzio richiesto dall’opposizione per Giulia Cecchettin. Federica Aceto, vicesindaco e assessora ai servizi sociali, ha aperto «una riflessione sincera e intima sulla storia di Giulia – ha detto -. Abbiamo sperato tutti in un lieto fine, ma in fondo sapevamo che l’epilogo sarebbe stato questo. Non è una ragazza di Ceccano, ma poteva essere amica, compagna, figlia e sorella di chiunque qui dentro. Certi mariti e compagni non sanno cosa sia il rispetto della vita».
La viabilità vicino alla scuola
Andrea Querqui, consigliere d’opposizione filo Pd, ha dato lettura di un’interrogazione presentata oltre un anno fa con le colleghe Emanuela Piroli e Mariangela De Santis. Hanno chiesto quali saranno le misure per migliorare la viabilità vicino alla scuola di via Francesco, in periferia. Agli orari di entrata e uscita dalla scuola, come sottolineato da Querqui, «i mezzi di soccorso sono persino impossibilitati ad accedere» per via della congestione di strada e ingressi. Non mancano proteste da parte delle famiglie interessate. Si chiede di interfacciarsi con la dirigenza scolastica.
L’assessore Marco Mizzoni ha allora ricordato cos’è stato fatto da Mario Sodani prima che cedesse l’assessorato a lui e la delega all’istruzione alla consigliera Simona Sodani. «Il cancello non è più ad ante ma scorrevole, così ci passano due auto invece di una – così il leader di Identità Civica -. Senza parlare di pensilina e percorso per disabili, nonché l’efficientamento energetico svolto in collaborazione con l’assessore Del Brocco». Mizzoni, in ogni caso, ha fatto presente che «le segnalazioni di disagi sono diminuite, quindi i miglioramenti ci sono stati».
Querqui ha proposto anche di affittare o acquistare un terreno confinante per avere a disposizione altri spazi. Dall’altra parte, si sono detti disponibili a verificare l’eventualità. «Il Comune è, sì, proprietario della struttura, ma l’interfaccia principale è con la dirigenza scolastica – ha detto l’assessore Del Brocco -. Laddove è possibile, interverremo. Sono sicuro del massimo impegno da parte dell’assessore Mizzoni e della consigliera Sodani. E c’è stato un balzo in avanti con quella scuola».
Scontro sulle polveri sottili
La seconda interrogazione l’ha presentata la consigliera Piroli, membro dell’assemblea nazionale e della segreteria provinciale del Pd. Anche per conto dell’alleato Querqui (Il Coraggio di cambiare), De Santis (Nuova Vita), Marco Corsi (filo Lega) ed Emiliano Di Pofi (Psi). Non prima di ringraziare la vicesindaco Aceto per il minuto di silenzio concesso e le riflessioni sull’ultimo femminicidio.
Poi ha tirato fuori la questione delle polveri sottili. Ceccano, ancora una volta maglia nera della Valle del Sacco nel 2022, anche quest’anno è andata oltre il massimo tollerabile di cinquanta sforamenti annuali delle concentrazioni di Pm10. Hanno voluto sapere «se l’amministrazione attuerà misure più incisive a livello regionale a livello di mobilità urbana misure strutturali contro l’inquinamento dell’aria».
Del Brocco, assessore all’ambiente, ha replicato: «Questa è una città con molte particolarità, anche per via delle caratteristiche geografiche e degli attraversamenti di autostrada e alta velocità. Ma sono stati messi in campo provvedimenti mai vista prima. Per gli sforamenti restano numeri importanti, ma sono molto diminuiti rispetto al passato, ovviamente per gli inverni più caldi e il minore utilizzo di camini e stufe a pellet, tra le cause principali di polveri sottili».
«Spostare la centralina Arpa»
Torneranno prossimamente i classici interventi contro le polveri sottili: Zona a traffico limitato, con il centro urbano chiuso soprattutto ai mezzi pesanti, e poi targhe alterne, ma soprattutto il contrasto sulla carta verso gli impattanti impianti di riscaldamento: camini a legna, stufe a pellet e temperature troppo alte negli edifici. «Con un’ordinanza possiamo limitarle nei palazzi pubblici – così Del Brocco – ma è impensabile poter far rispettare una cosa del genere nelle case».
Il presidente Francesco Rocca, però, intende mettere mano al “Piano regionale della qualità dell’aria” emesso dalle precedenti Giunte Zingaretti. E fortemente contestato anche dagli industriali per l’indeterminatezza di vari passaggi che rendono così di difficile interpretazione la norma. Contestato anche dal cittadino comune, a volte imprigionato a casa per via di blocchi del traffico che lasciano il tempo che trovano. Quando i numeri dicono che non sono né le industrie né le auto, bensì i riscaldamenti, le fonti principali di smog.
«Serve un ambientalismo intelligente e pratico – ha detto a riguardo l’assessore all’ambiente – che sia conciliabile con le abitudini dei cittadini. Non una mannaia sulle fasce più deboli che non possono di certo permettersi un’auto elettrica. Cosa può fare il Comune? Quasi niente. Però abbiamo piantato oltre trecento nuove piante a Ceccano e anche questo è un contrasto all’inquinamento».
«Si fa quel che si può»
Ma si accentua anche l’attivazione di autobus a metano per il trasporto scolastico e il cambio delle caldaie degli anni Sessanta nelle scuole comunali. «Facciamo tutto quello che è nelle nostre possibilità. Come mai nessuno prima – ha rivendicato Del Brocco -. Abbiamo anche richiesto finanziamenti per la realizzazione di una rotatoria all’altezza dell’ex sapofinicio Annunziata, proprio nel punto di maggiore concentrazione delle polveri sottili».
I superamenti dei limiti di Pm10 vengono registrati dalla stazione di rilevamento dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. La stazione urbana di traffico si trova nella sovrastante zona della Borgata: tra strada e ferrovia. Nell’ex Annunziata, in via di bonifica da parte della Regione in seno al Sin della Valle del Sacco, spiccano invece alti valori di benzene. Come se l’ex saponificio fosse diventato un incubatore di scarichi delle auto.
Da qui l’annuncio di Del Brocco, dirigente provinciale di FdI: «La prossima settimana, vista la nuova linea di Rocca, ripresenteremo una richiesta formale di riposizionamento della centralina, visto che secondo i parametri dell’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione ambientale, Ndr) è mal posizionata. Evidentemente la Regione di prima voleva dipingere la città di Ceccano come quella in cui si vive peggio rispetto alle altre». Insinua che il Pd regionale l’abbia tenuta lì, dove regnano le polveri sottili, per far prendere a Ceccano la maglia nera ambientale. «Ora il buonsenso», ha concluso Del Brocco.
«Me ne frego del buonsenso»
«Sinceramente me ne frego del buonsenso – ha controreplicato Emanuela Piroli – visto che servono interventi incisivi e l’inquinamento dell’aria resta la principale causa di malattia e morte. Il dato di fatto è che quella centralina rappresenta il valore di quell’area, dove si respira quella schifezza e resta la pericolosità per la salute dei cittadini».
Infine, una postilla sulla piantumazione di nuovi alberi con il progetto regionale “Ossigeno”: «Se parla degli ulivi, non sono tra quelli che attirano le polveri sottili, al contrario di aceri, betulle e olmi». Si richiedono, invece, alternative come la pittura antismog per gli edifici. Nonché maggiori controlli da parte della Polizia locale per stanare i bruciatori di sterpaglie all’aperto.
«Di edifici pubblici ce ne saranno al massimo quindici, quindi la pittura antismog inciderebbe poco. Certo è, però, che è meglio fare poco che non fare niente. Il controllo di 60 chilometri quadrati di territorio, poi, non è semplice». È un atteggiamento, a detta del socialista Emiliano Di Pofi, arrendevole. «Se l’assessore dice che fatto il 100% e non ha più strumenti, allora è una sconfitta in partenza – ha commentato -. La maggioranza collabori con l’opposizione per il bene della comunità, consideri un approfondimento in commissione».
Circa gli incentivi per l’elettrico
Di Pofi ha proposto di incentivare l’acquisto di auto elettriche. Daniele Massa (FdI), presidente della Commissione Ambiente, ha allora preteso spiegazioni. «Sono disponibile a convocare una seduta da qui a due settimane, anche alla presenza dell’assessore Del Brocco, mai sottrattosi al confronto. Ma cosa intende per incentivi per l’elettrico?».
«Cerchiamo di ragionare in maniera seria, non sfiorando il limite della caduta nel ridicolo – ha attaccato il consigliere di Fratelli d’Italia -. Tutti quanti sappiamo quanto costa un’auto elettrica, i problemi con l’autonomia e la scarsa distribuzione di colonnine per la ricarica».
Di Pofi ha poi puntualizzato: «Incentivo non significa per forza dare soldi, ma mettere a conoscenza i cittadini che esistono questa e altre opportunità». L’oppositore Marco Corsi, civico in Consiglio e commissario della Lega fuori, ha voluto fare invece un richiamo anche e soprattutto agli inquinatori seriali. «Chiedo ai privati di essere più civili – si è appellato – perché siamo noi cittadini che dobbiamo tutelare per primi l’ambiente e la qualità dell’aria. Magari investire qualche fondo in più sul miglioramento della qualità della vita come sul lavaggio delle strade».
Fare i conti senza l’oste
Peccato che il Comune, per un annoso deficit di 6 milioni di euro, non riesca a fare neanche la manutenzione ordinaria. «Sposo l’appello di Corsi, perché prima di tutto deve avvenire una rivoluzione dentro noi stessi – ha ripreso la parola Del Brocco -. Ma il Comune può agire fino a un certo punto. Potenzieremo la comunicazione, ma il dato economico è fondamentale».
Poi, visto l’attuale astio politico tra FdI e Lega a livello provinciale, critica anche la mobilità urbana voluta dal centrodestra nel vicino capoluogo ciociaro. «Di certo non seguiremo l’esempio della pista ciclabile di Frosinone, che non ha migliorato nulla se qualche classifica sul Sole 24 Ore».
Del Brocco ritiene che «le politiche ambientali debbano essere graduali, non avanguardistiche e calate dall’alto seguendo gli scienziati del Nord Europa». Emanuela Piroli, tra le ratifiche delle variazioni di bilancio coi soli voti di maggioranza, si è voluta levare qualche sassolino dalla scarpa.
«Notte verde? Soldi spesi male»
«I soldi per la “Notte verde” non sono stati spesi come si sarebbero dovuti spendere – ha argomentato -. Abbiamo visto il solito format con hamburger, pizza e coca cola, che non credo siano prodotti tipici da valorizzare. E poi l’utilizzo di stoviglie di plastica e la mancanza di una raccolta differenziata dei rifiuti durante l’evento».
Caligiore, a proposito di regolamento, ha tagliato corto: «Se volete parlare della “Notte verde”, presentate un’interrogazione e sarà sicuramente discussa, anche dopo un anno». Ha preferito parlare delle maggiori uscite derivanti dal pagamento dell’Iva.
«Testimonia – ha interpretato – che si pagano regolarmente più fatture ai fornitori». E ha infine chiesto un voto unanime, sperato ma non pervenuto, «perché ci sono anche le maggiori entrate per l’accoglienza di profughi ucraini e afghani»