Cambiamo tutto: così dopo le elezioni tutto resta com’è (di C. Trento)

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Alla fine si candidano sempre gli stessi. Perché chi potrebbe sostituirli non ha il coraggio di farsi avanti. E di perdere. Bruciandosi. Ma così vincono sempre gli stessi. E chi si lamenta, spesso si accontenta di un italico strapuntino

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Corrono sempre i soliti. Ciociaria senza ricambio

Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi. È la frase cult del libro Il Gattopardo, di Tomasi di Lampedusa. A significare che la politica è allergica a ogni tipo di cambiamento, che il potere difende sé stesso.

L’altra faccia della medaglia, però, è che il ricambio della classe dirigente non c’è anche perché chi sta nelle seconde e nelle terze file non ha la forza o il coraggio di provare a mettersi in discussione fino in fondo. Vale a dire provare a sfidare davvero i padroni del vapore. Anche a costo di sparire completamente dalla scena. E allora più di qualcuno preferisce accettare di rimanere dove sta, con incarichi e strapuntini che sono la “quintessenza” vera della politica italiana, quella che unisce la logica del “tirare a campare”con la prospettiva del “tengo famiglia”.

Ci sta, basta però che poi non ci lamentiamo se non cambia mai nulla.

È partita ufficialmente la campagna elettorale nei 39 Comuni della provincia di Frosinone che andranno al voto il 26 maggio prossimo. Alla fine i protagonisti sono sempre gli stessi: nella regia politica, nei duelli, nelle tradizioni. Onore al merito naturalmente per chi, come Mario Abbruzzese, Alfredo Pallone e Francesco De Angelis, dà le carte da decenni. Così come per chi a livello locale concorre ancora alla carica di sindaco o di consigliere dopo anni di militanza. Però, non può non saltare all’occhio che alle comunali in Ciociaria non c’è traccia di novità significative. A dimostrazione altresì che questa politica non è “attrattiva”, non riesce davvero ad aprirsi alla società civile, resta inesorabilmente ancorata all’autoreferenzialità.

A Cassino i protagonisti sono tutti vecchie “volpi” della politica: Mario Abbruzzese si candida a sindaco in una sorta di Rischiatutto. Se vince risorge, se perde affonda. Ci sarà anche Giuseppe Golini Petrarcone, più volte sindaco e candidato. Così come hanno recitato e reciteranno un ruolo importante Massimiliano Mignanelli, Marino Fardelli e molti altri. Nelle liste dei candidati ci sono tantissimi veterani e capitani di lungo corso. Poche le matricole, ancora meno quelle che possono centrare l’obiettivo delle elezioni.

Vecchia scuola e tradizione

Sono tanti i sindaci in carica che cercano la conferma. A Paliano Domenico Alfieri si gioca tutto dopo la mancata elezione a consigliere provinciale. Lui che è pure segretario del Pd. Ad Isola Liri Massimiliano Quadrini cercherà di raccogliere il “testimone” dal padre Vincenzo, Marco Galli prova il bis a Ceprano. Ad Arce si rivede Luigi Germani. A Rocca d’Arce Rocco Pantanella lascia: al suo posto ci sarà la moglie, la professoressa Rita Colafrancesco, la quale dovrà vedersela con Antonello Quaglieri.

A Colfelice in corsa c’è Bernardo Donfrancesco. A Coreno Ausonio il “clasico”: Domenico Corte e Simone Costanzo. Un appuntamento fisso, come Real Madrid-Barcellona. Anche Enrico Pittiglio difenderà la fascia tricolore di sindaco di San Donato Valcomino. Si potrebbe continuare, ma in ogni caso basta dare uno sguardo alle liste dei 39 Comuni al voto per farsi un’idea. Novità ridotte allo zero, si va sul sicuro. E alla fine i “signori delle preferenze” sono quelli che fanno la differenza. Perché l’importante è vincere. Anche più di governare.

Lega senza pace Polo Civico Giano bifronte

Carmelo Palombo si è dimesso da commissario provinciale del Carroccio. Era inevitabile, dopo che il Partito lo aveva sostanzialmente esautorato nelle trattative politiche per le comunali di Cassino. Naturalmente le polemiche sono al vetriolo.

Ma, al di là di tutto, ci sono delle riflessioni che il Carroccio dovrebbe fare sul territorio. In meno di un anno sono andati via oppure sono stati accompagnati alla porta in diversi: da Fabio Forte ad Alessia Savo. Allo stesso Carmelo Palombo. E a tanti altri. Ora, la domanda è: possibile che nessuno poteva essere recuperato, possibile che in nessun caso si poteva cercare una mediazione? E se è vero che tanti amministratori locali hanno aderito alla Lega (a cominciare dal sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani), è altrettanto vero che sono stati persi troppi “pezzi”.

Con riflessi non soltanto sui risultati alle amministrative dello scorso anno, ma pure sulle provinciali. La lista è stata completata a 9, quando si doveva arrivare a 12. E i due eletti provengono da liste civiche di Frosinone.

Il sottosegretario Claudio Durigon e il deputato Francesco Zicchieri (coordinatore regionale) non possono non avviare una riflessione seria sulla necessità che la Lega sia rappresentata sul territorio da una classe dirigente forte e autorevole. Iniziando pure a fare delle valutazioni sulle alleanze che si scelgono.

E veniamo al Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli: gruppo di maggioranza relativa al Comune di Frosinone, guidato da un sindaco leghista, con una coalizione di centrodestra. Alle provinciali il Polo Civico ha eletto un proprio consigliere, Igino Guglielmi, ospitato nella lista della Lega. Con il via libera di Durigon e Zicchieri. Mentre alle comunali di Cassino il Polo Civico sostiene Giuseppe Golini Petrarcone. E nella lista ospita Robertino Marsella (ex capogruppo della Lega in consiglio comunale) ed Ernesto Di Muccio, coordinatore del circolo cittadino del Carroccio fino al commissariamento di Francesca Gerardi. Soltanto che la Lega a Cassino è schierata a sostegno di Mario Abbruzzese, nel centrodestra. Come ha deciso Francesco Zicchieri. Mentre nella lista del Polo Civico ci sono quelli che hanno contestato le scelte del Carroccio e la stessa indicazione della Gerardi.

Tutto legittimo sul piano politico, ma è evidente come il Polo Civico appaia come una sorta di Giano bifronte in questo particolare momento politico in Ciociaria: con la Lega di Zicchieri alle provinciali, mano tesa ai dissidenti del Carroccio alle comunali di Cassino. Naturalmente il problema è della Lega, che dovrebbe dare indicazioni precise sulle alleanze. E magari prendere pure qualche posizione netta. Ad ogni livello. Evitando anche che nel Comune capoluogo il sindaco e il gruppo consiliare non si rivolgano neppure la parola. Come è successo quando si sono incrociati ad una manifestazione Nicola Ottaviani e Carlo Gagliardi.

Anche perché a livello nazionale la Lega è accreditata come primo partito nei sondaggi. Ed è al governo del Paese. Servono classe dirigente e regole. Già, le regole: oltre a rispettarle c’è anche bisogno di qualcuno che le faccia rispettare.

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