Cinque Stelle verso la svolta: sui territori leadership agli eletti

Fine dell'epoca del Vaffa. Ora il M5S deve confrontarsi con la realtà. E calarsi sulla sostanza dei territori. Altrimenti la Lega continuerà a divorarla. A coordinare i territori saranno gli eletti. In Ciociaria Frusone, Fontana, Segneri

Il sistema di organizzazione e articolazione del Movimento Cinque Stelle sul territorio prevede i Metup, strutture agile con dimensioni quasi sempre comunali, ognuna completamente autonoma sul territorio di competenza. Lo abbiamo visto alle elezioni comunali di Frosinone, di Sora e di altri centri.

Adesso però la dimensione dei pentastellati è completamente cambiata. Intanto perché sono forza di governo, esprimono ministri, viceministri e sottosegretari. In secondo luogo la frenesia di Matteo Salvini e la campagna elettorale perenne della Lega hanno fatto scattare l’allarme rosso, rilevato peraltro dai sondaggi che hanno sancito il sorpasso.

I primi effetti si stanno vedendo. Luigi Di Maio ha cominciato a rispondere in prima persona, sia a Salvini che a Macron, il ministro Danilo Toninelli sull’emergenza migranti ha detto che prima si salvano le vite e poi si sequestrano le imbarcazioni, il presidente della Camera Roberto Fico ha messo diversi paletti.

È chiaro che l’ala sinistra del Movimento mal sopporta alcune posizioni leghiste. Si arriva al passaggio successivo, quello di far conoscere le iniziative del governo nei territori.

E allora saranno gli eletti a dover prendere in mano la situazione. In provincia di Frosinone toccherà a Luca Frusone, Ilaria Fontana ed Enrica Segneri provare a coordinare il Movimento, a dare una linea valida sull’intero territorio su temi come il lavoro e l’ambiente.

La Segneri fa parte della commissione Lavoro, la Fontana di quella all’Ambiente. Il prossimo anno ci sono le Europee, nelle quali si vota con il sistema proporzionale. Il Movimento Cinque Stelle cercherà di sopravanzare la Lega, ma la sfida si giocherà sia sul voto di opinione che su quello sul territorio.

Resta il tabù comunali. In provincia di Frosinone i pentastellati non esprimono neppure un sindaco. Continuando a non fare alleanze sarà difficile, a meno di non puntare su candidati conosciuti nei rispettivi Comuni.

Insomma, dopo gli anni del “vaffa” sono arrivati quelli degli incarichi a Palazzo Chigi e nei Ministeri. Cambierà il moo di approcciare anche alle comunali. Si sta aprendo una nuova fase. La macchina sarà guidata dagli eletti.

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