LeU fuori dalla giunta? Per Civati «è un disastro. Zingaretti è uguale agli altri»

L'amarezza di Pippo Civati di fronte alla mancata nomina dell'assessore di LeU nella giunta di Nicola Zingaretti. «Il fatto di essere stati incapaci di esprimere una figura o di discuterla con lui mi sembra un disastro epocale».

Sullo strappo tra Nicola Zingaretti e Liberi e Uguali, «le mie perplessità erano molto meno inquiete e inquietanti rispetto a quello che vediamo. Mi sembra un completo disastro».  Non usa mezzi termini Pippo Civati, il fondatore di Possibile una delle tre anime nate da scissioni nel Pd e andate a formare Liberi e Uguali.

 

LeU ha appoggiato Nicola Zingaretti nella sua corsa per la rielezione in Regione. Ha eletto un consigliere Regionale e deve esprimere un assessore all’interno della nuova giunta. Ma al momento della nomina sono emerse le contraddizioni. Culminate con il no politico all’appoggio allo Zingaretti bis. Garantito invece in aula dal consigliere eletto. (leggi qui LeU, «Il sostegno a Zingaretti non è in discussione». Anzi si.)

 

Per Pippo Civati «Il fatto di essere stati incapaci di esprimere una figura o di discuterla con lui mi sembra un disastro epocale. Questo ci ricorda che la logica di spartizione, la logica burocratica non funzionano».

 

Lo ha detto intervenendo alla trasmissione ‘Dentro la notizia’, condotta da Gianluca Fabi e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Poi arriva l’affondo anche verso il governatore confermato alla guida del Lazio. Per Civati «sembrava che Zingaretti fosse l’uomo della provvidenza, del dialogo, cosi’ ci avevano spiegato. Invece la sua non e’ una politica diversa. La politica fatta cosi’ e’ debole, basata su logiche che gli elettori rifiutano».

 

 

SBAGLIATI ZINGARETTI E PURE LEU

Non è solo Civati a provare amarezza. E non è solo verso Zingaretti. A mettere le cose in chiaro è il coordinamento di Possibile del Lazio. Punta il dito verso il Governatore ma anche verso Liberi e Uguali

Possibile in campagna elettorale aveva espresso da subito perplessità rispetto al sostegno di LeU alla candidatura di Zingaretti. «E non si sbagliava – dice oggi Lazio Possibile – . Dalle urne e in questa fase successiva sono spuntate due grandi questioni. La prima rappresentata da un Consiglio regionale – anatra zoppa, con una giunta zoppissima. La seconda è, invece, la considerazione operata da parte di MDP e Sinistra italiana, che anche in questa fase che è successiva alla campagna elettorale, Liberi e Uguali, nel Lazio, sia fatta solo da due dei tre soci fondatori».

Per il coordinamento regionale si è trattato di una grave scorrettezza politica «perché trascura il lavoro e la presenza di Possibile presente e attivo in tutti i territori della regione».

 

 

IL NO AL GOVERNATORE

In provincia di Frosinone i comitati di Possibile sono cinque-. Hanno espresso candidati alla Camera dei deputati sia nel collegio Uninominale Sud (Cassino) e sia nel listino per il Proporzionale (Frosinone – Latina).

Umberto Zimarri, consigliere comunale a San Giovanni Incarico, è stato uno dei coordinatori della campagna elettorale.

Possibile in tutto il Lazio non ha sostenuto Zingaretti. Ma per rispettare il patto con LeU non gli ha contrapposto un suo candidato.

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