Con Klimt Veroli punta all’upgrade della bellezza

Oltre quota mille visitatori. Arrivati da Roma, da Milano, da Lecce. Ma anche turisti da Oslo e da New York che hanno fatto tappa a Veroli per assistere alla mostra immersiva di Klimt

Monia Lauroni

Scrivere per descrivere

Veroli e l’upgrade della bellezza. Quella bellezza cercata e trovata. Quella bellezza ‘funzionale’ che è simbolo di crescita e avanzamento. Quella bellezza che si risveglia nobile e maestosa sotto il sudario steso per troppo tempo sulla Cultura e i suoi derivati. Veroli ha rotolato la pietra e fatto il suo miracolo. La resurrezione non è vero che sia faccenda solo del Regno dei Cieli. E qui, in una Veroli avvolta dagli ori di Klimt, quella Cultura si è alzata, ha iniziato di nuovo a respirare e sta camminando sfrontata nelle stanze di nobile bellezza del Palazzo dei Marchesi Campanari.

Klimt oltre quota mille

Una delle sale

Oltre un migliaio di visitatori da quel 18 dicembre, quando il nastro leggero che separava il buio dalla luce, è stato tagliato alla presenza del presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti. (Leggi qui Veroli si veste dell’oro di Klimt).

Il miracolo in 3d’ di Gustav Klimt, ha portato a Veroli curiosi e visitatori da Roma, da Milano, da Lecce, da Oslo e da New York. E naturalmente da tutta la provincia di Frosinone. Tutto testimoniato dalle entusiaste recensioni lasciate sul quaderno delle presenze e dalle prenotazioni che giungono ogni giorno presso la Proloco ernica. Lì operano senza sosta i ragazzi del Servizio civile. E da qui inizia lo smistamento dei gruppi e dei singoli sulle diverse fasce orarie per garantire sicurezza in conformità con le normative per il contrasto al Covid e la puntualità nelle visite.

L’immersione nelle opere di Klimt in uno dei Palazzi più importanti per Storia e più belli della Regione è già un successo. Quello che ci si aspettava succedesse con il tempo è già avvenuto. Parlano i numeri, parlano le sensazioni, parlano i risultati. Non è l’alveo che decide di cedere o di tenere: è più forte il fiume, che quando supera la portata invade e trasporta. E non è il fiume che sceglie la direzione: è il mare che chiama. Il fiume che scorre a Veroli si chiama Arte ed il mare è Palazzo Campanari. O meglio, l’investimento su Palazzo Campanari.

Un palazzo da vivere

E Simone Cretaro, da sindaco, di quell’investimento è alfiere orgoglioso. “I cittadini, e non solo – dichiara – hanno dimostrato con il loro vivo interesse di voler vivere Palazzo Campanari. Questo ci spinge ad attuare nuove iniziative, portando avanti un investimento forte in termini economici, ma ancora più granitico sotto il profilo delle idee e dei progetti che possano valorizzare ulteriormente la bellezza e la ricchezza storico-artistica della struttura e di tutto il territorio”.

Cretaro non si ferma all’oggi che è già un traguardo, ma da guarda oltre e rimarca: “Lo spirito che ha mosso la nostra amministrazione optando per un investimento corale, grazie anche a tutti gli Enti che ci hanno appoggiato, è stato quello di partire dalla valorizzazione delle eccellenze artistiche e architettoniche della nostra città, spesso poco o affatto conosciute, rendendole fruibili e accattivanti per attirare l’attenzione, meritata, di una platea sempre più vasta sia sotto il punto di vista geografico che di settore”.

La scelta vincente

Foto: Christelle Martellacci

La duplice scelta nell’unire il piacere della scoperta di Gustav Klimt con l’immersione totale nel cuore pulsante della sua arte, della sua vita, della sua Vienna, con la magnificenza e la scoperta di Palazzo Campanari è risultata vincente. Azzardata, folle, straordinariamente folle, ma vincente.

Klimt Experience”, distribuita a livello internazionale, ed ora a Veroli, interagisce con l’osservatore, lo prende per mano e lo invita ad entrare dentro ai quadri di uno dei pittori più amati di tutti i tempi per un nuovo modo di conoscere e vivere l’Arte. Il visitatore esplora il fascino aureo camminando all’interno di ogni pennellata di colore: visione e tecnologia rendono possibile l’impossibile fino a dare vita ai volti deliziosamente sensuali e con i valzer della colonna sonora che offrono maggiore emotività al viaggio, si giunge all’immersione completa.

Tant’è che dopo l’esperienza con il visual mapping e le sue numerose illusioni ottiche, dopo l’intrattenimento alle postazioni virtuali, il visitatore vive e sperimenta un cammino interiore in uno strabiliante e realistico mondo realizzato in 3D.

L’arte che affascina

E’ l’arte che affascina, che destabilizza e scuote la polvere accumulata negli occhi. E l’Arte nel fascino di Palazzo Campanari è l’incontro inatteso di forme, spazi mondi e colori che prima si ignoravano. Nelle ombre e nei dipinti sulle pareti del palazzo, sui soffitti ‘sisitiniani’, il tragitto diventa esso stesso arte pura, parte integrante della méta. Una cosa che non ti aspetti. Non perché sia improbabile, ma perché a volte anche le cose più probabili sorprendono.

La luce artificiale non toglie, anzi esalta il fascino di questo luogo. Dà una vertigine che normalmente viene solo dagli spettacoli naturali, come le montagne che ti si levano davanti all’improvviso. Storia e bellezza come anima e corpo. Come unità complementari in fondo. A volte scollate come la Dama di Klimt, ma sempre in cerca l’una dell’altra. L’eco dei commenti che si svolgono nei corridoi, su tutte le principali fedi e tradizioni artistiche del mondo, sono qualcosa che rende tangibile le potenzialità del luogo ed il suo splendore nascosto e lo mette a portata di mano di tutti. Soprattutto dei giovani.

Nuova vita per il palazzo

A sottolinearlo è Francesca Cerquozzi, delegata alla Cultura e mente dell’evento: “L’idea di aprire queste sale con una mostra immersiva nasce proprio dalla volontà di promuovere e valorizzare ulteriormente il ruolo di Palazzo Campanari. Non solo come sede di straordinario valore, ma come vera e propria casa d’arte e della cultura, come spazio vitale di cui godere con occhi nuovi e nuovi obiettivi. Quello che sta succedendo ora, vedere tanti giovani interessati ed emotivamente coinvolti, mi rende orgogliosa e felice. E’ vero abbiamo osato, il progetto è ambizioso, ma i numeri ci dicono che Veroli ha di nuovo vinto la sua sfida”.

Un progetto a più dimensioni di cui la Cerquozzi, in sinergia con il primo cittadino e tutta l’amministrazione, è stata paladina. Una sfida premiata con gli sguardi di meraviglia e contemplazione dei tantissimi visitatori, con una visione dell’Arte e della Cultura che prendono strade tutte proprie. Sentieri che Veroli percorre con la dignità e la consapevolezza di avere nelle vene la sua alta vocazione.

E se non la senti, nessuno può fartela sentire.