Corte dei Conti: Miele inaugura l’anno giudiziario. “La Giustizia non è vendetta”

L'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti. Le relazioni del presidente Tommaso Miele e del procuratore generale Andrea Lupi. Troppo odio sociale. "La giustizia non è vendetta". Sollecitati i rinforzi.

Servono con urgenza nuovi magistrati, nuovi dirigenti e funzionari amministrativi. Li chiede con urgenza il presidente della sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti Tommaso Miele nella relazione per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario.

Servono quei magistrati e quelpersonale. Con urgenza, “in un momento come quello attuale, in cui la salvaguardia degli equilibri dei Bilanci e dei conti pubblici è di fondamentale importanza per il nostro Paese.Un momento in cui non si può assolutamente abbassare la guardia nei confronti degli amministratori e dei funzionari pubblici che gestiscono risorse pubbliche”.

Tommaso Miele, Foto: © Imagoeconomica, Alessandro Meoli

Sono necessari allora i rinforzi, con i quali “la Corte venga messa in condizione, con personale e mezzi adeguati, di svolgere effettivamente ed efficacemente le proprie funzioni nell’interesse del Paese, delle Istituzioni e, soprattutto, dei cittadini“.

In teuria sarebbero già dietro l’angolo e per questo motivo l’alto magistrato, nella sua relazione saluta con soddisfazione “la previsione, operata dal legislatore nella legge di bilancio per il 2019, ed attualmente in fase di avanzata realizzazione. In pratica: la possibilità per la Corte dei conti di assumere oltre 100 nuovi magistrati, con procedure di concorso gia’ espletate nel corso del 2019 o attualmente in corso di svolgimento, nonche’ nuovi dirigenti e funzionari amministrativi“.

I numeri

Foto © Paolo Cerroni / Imagoeconomica

La relazione del presidente Tommaso Miele è ricca di numeri. Fotografano la situazione nei dettagli.

Nel corso del 2019 la Sezione giurisdizionale per il Lazio ha tenuto 66 udienze: sia collegiali che monocratiche per le convalide dei sequestri conservativi. Le udienze camerali per i reclami al collegio sono state 30 e le udienze monocratiche dei giudici unici delle pensioni sono state 94.

Ci sono poi i giudizi di responsabilità. Nel corso del 2019 sono stati definiti 146 giudizi, e sono state emesse 132 sentenze e 47 ordinanze istruttorie. Sempre nel corso del 2019 spesso la sezione è stata chiamata ad emettere numerose ordinanze di conferma di sequestri conservativi, a fronte di altrettante istanze di sequestro avanzate dalla Procura regionale.

Alla data del primo gennaio 2019 erano pendenti 168 giudizi di responsabilità, ne sono pervenuti altri 144 nel corso del 2019; ne sono stati definiti 146. Al 31 dicembre 2019 risultano pendenti 134 giudizi, considerati quelli introdotti nel corso dell’anno.

C’è poi l’aseptto sui tempi della Giustizia, sulla durata dei giudizi di responsabilità. Per il presidente Tommaso Mielela sezione riesce a definire i giudizi iscritti a ruolo in tempi assolutamente ragionevoli e certamente inusuali rispetto al corso della giustizia ordinaria nel nostro Paese”, In pratica? In una media di circa diciotto mesi tra il deposito dell’atto di citazione da parte della Procura regionale e il deposito della sentenza. “Tempi sicuramente ragionevoli e compatibili con il principio della ragionevole durata del giudizio di cui all’art. 111 della Costituzione” chiosa il presidente. 

Troppo odio sociale

Corte dei Conti © Imagoeconomica / Benvegnu’ Guaitoli

Il presidente della sezione Giurisdizionale non ha nascosto le sue proccupazioni. ha sottolineato che “Oggi la nostra societa’ è permeata da un giustizialismo alimentato da una sorta di voglia di vendetta, di odio sociale. Si sta quasi affermando come fine ultimo della Giustizia e sta offuscando quei sacri principi di Diritto scritti a caratteri cubitali nella nostra carta costituzionale, che non a caso si pone, per questa parte, fra le carte piu’ avanzate del mondo“.

L’alto magistrato fa un severo richiamo ai principi cardine del nostro Diritto e della nostra civile convivenza. Ha ricordato che “Oggi sembrano essersi smarriti quei sacri principi quali la presunzione di non colpevolezza, il principio secondo cui ‘onus probandi incumbit ei qui dicit’ e non viceversa, perché l’esercizio della funzione giurisdizionale deve essere finalizzato alla affermazione della giustizia e all’accertamento della verità”.

Ricorda il giudice Miele che Giustizia non è vendetta. E che il cittadino ha diritto ad una giustizia rapida, efficiente e soprattutto giusta. ha diritto ad un giusto processo con una ragionevole durata . “Soprattutto noi giudici– conclude Miele- dobbiamo impegnarci a che non si affermi questa cultura del diritto e della giustizia e dobbiamo impegnarci a riaffermare con forza la cultura delle garanzie, dei diritti del cittadino che i nostri padri costituenti hanno voluto scrivere con tanta chiarezza nella nostra Costituzione“. 

Su Casapound c’è stata negligenza

Il palazzo occupato da Casapound

Tra i casi citati c’è quello del palazzo occupato da Casapound nello stabile di via Napoleone III. Lo ha citato il procuratore regionale della Corte dei Conti del Lazio, Andrea Lupi. Per il quale c’è stata “gravissima negligenza e la scarsissima cura (mala gestio) che l’amministrazione ha mostrato nei confronti di un intero edificio di proprietà pubblica di ben sei piani. Per oltre 15 anni è stato sottratto allo Stato ed alle finalità collettive, in palese violazione delle piu’ elementari regole della (sana) gestione della cosa pubblica“.

Il procuratore generale Andrea Lupi ha ricordato che per i danni derivanti dall’occupazione ultradecennale dell’immobile è stato promosso un giudizio nei confronti di alcuni dirigenti statali, trattandosi di un bene immobile, di proprietà dello Stato. Appartiene al patrimonio indisponibile in uso governativo al Ministero della pubblica amministrazione (MIUR). Il quale lo ha utilizzato per oltre quarant’anni come sede di alcuni uffici dell’Amministrazione centrale.

Occupazione illecita tollerata

Secondo il procuratore “l’occupazione illecita è stata tollerata. Senza peraltro che né il titolare del diritto di uso governativo (MIUR) né il titolare dei diritti demaniali (Agenzia del demanio), abbiano mai avviato le azioni amministrative, civili e penali del caso, finalizzate allo sgombero. E al risarcimento dei danni; senza che entrambi si siano preoccupati di richiedere all’associazione e ai singoli occupanti, il pagamento dell’indennità di occupazione (dapprima in via amministrativa e, ove non corrisposta, attivando le conseguenti iniziative di natura contenziosa)“.

 A Miur e Agenzia del Demanio è stato contestato un danno di 4,5 milioni di euro. Ricordandogli che “L’ordinamento italiano non tollera alcuna forma di uso a titolo gratuito di immobili pubblici a favore di soggetti privati“.

Pertanto “la tolleranza e l’inerzia dimostrata dalle amministrazioni e dai suoi dirigenti nella ‘gestione’ – del tutto carente ed omissiva – della vicenda immobiliare de qua appaiono del tutto ingiustificate e in contrasto con l’ordinamento, essendosi risolta nella concessione gratuita di un intero palazzo ad una associazione (e a soggetti ad essa collegati), in difetto assoluto dei presupposti di legge“.

Aperte 662 istruttorie

Il procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio Andrea Lupi © Imagoeconomica / Stefano Carofei

 Erano 350 le istruttorie pendenti al primo gennaio 2019, 3.081 fascicoli attualmente aperti, 662 nuove istruttorie aperte nel 2019, 3.641 archiviazioni disposte in via preliminare, 1.321 quelle a seguito di istruttoria e 23 quelle arrivate in seguito a un invito a dedurre.

E ancora, 124 inviti a dedurre, 208 audizioni personali, 110 atti di citazione 17 atti integrativi e riassunzioni, 6 sequestri conservativi, 513 conti giudiziali vistati dal pm, 23 appelli, 1 ricorso in Cassazione e due controricorsi.

Sono i numeri dell’attività del 2019 della Procura della Corte dei Conti del Lazio, illustrati dal procuratore regionale, Andrea Lupi, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2020.

“I numeri riportati sono pressoche’ simili a quelli del 2019 ed evidenziano anche per quest’anno un elevato numero di appelli– dice Lupi- Va ancora segnalato che tra le archiviazioni disposte (3.641), ai sensi dell’art. 54 c.g.c., sono comprese solo in parte le archiviazioni relative ai decreti delle corti d’appello di condanna in applicazione della cd legge Pinto sull’equa riparazione. Se si tenesse conto anche di tutte queste archiviazioni in via preliminare il numero risulterebbe molto superiore“.

Troppi fascicoli per pochi magistrati

Quanto alle nuove indagini. “Il numero delle aperture (662) rispetto al numero delle segnalazioni e denunce pervenute (circa 4.400) è inferiore a quello dello scorso anno– spiega Lupi-. La percentuale delle aperture se si tiene conto di tutte le segnalazioni, compresi i riconoscimenti di debiti fuori bilancio e l’equa riparazione, risulta di circa il 15%. Si è cercato di fare una selezione attenta sulle istruttorie da aprire. Non solo con riferimento alla non genericità della denuncia e all’attualità e concretezza del danno. Ma si è anche tenuto conto dell’eventuale insussistenza ictu oculi dell’elemento soggettivo“.

Corte dei Conti © Massimo Franceschin / Imagoeconomica

Resta inalterato il problema della gestione del carico di fascicoli rispetto ai magistrati a disposizione. Da gennaio di quest’anno sono in servizio presso la Procura regionale tre nuovi magistrati. Sono- Maria Teresa D’Urso, Gaia Palmieri e Alfio Vecchio. Ma il loro arrivo ha coinciso con il trasferimento dei giudici Bruno Tridico e Ugo Montella e con il fuori ruolo di Andrea Baldanza.

Per il procuratore “il numero di fascicoli attualmente aperti non consente una gestione serena del carico da parte di ciascun collega. Per gestione serena intendo che un viceprocuratore generale possa essere in grado di conoscere tutti i fascicoli a lui assegnati. E di seguirne compiutamente le istruttorie e le deleghe attribuite“.