Così la Ciociaria ha impedito a Covid di fermare la musica

Covid ha provato a fermare la musica: annullando i concerti, impedendo alle band di riunirsi. Ad infrangere i limiti del lockdown è stata la tecnologia: Made in Ciociaria. Mettendo a punto il progetto Echo Muses. Stanze virtuali ad altissima qualità audio.

Chi fermerà la musica… Nessuno ci è riuscito mai completamente. Ci ha provato la prima ondata di coronavirus: quella che ha fatto scattare il lockdown, ha chiuso tutti in casa, annullato i concerti. Ma nemmeno lei è riuscita a fermare la musica: perché gli italiani si sono affacciati al balcone, hanno cantato, suonato i loro strumenti. E perché un gruppo di ceccanesi armati di tecnologia ha tenuto viva la fiammella del pentagramma. Consentendo ad un intero gruppo musicale di continuare a suonare insieme anche stando bloccati in casa, a distanza. Come se invece fossero tutti insieme nella sala prove o nell’auditorum.

La musica che non si ferma

Stefano Cavese

Come hanno fatto a superare i limiti del lockdown dello scorso marzo? Bloccate le loro prove, le loro sessioni insieme, con uno stop anche delle lezioni ai loro studenti. Come hanno fatto a suonare insieme?

Merito di un piccolo gruppo di ricerca, animato da un pianista di Ceccano con il pallino dell’informatica: Stefano Cavese. È lui che ha dato il via al progetto “Echomuses: band at home”. Ci è riuscito grazie alle tecnologie più moderne ed al fatto che in provincia di Frosinone sia presente l’infrastruttura giusta per riuscire in quel ‘miracolo’.

Stefano ha inventato una serie di stanze virtuali. Lì potevano entrare, stando ognuno a casa loro, più musicisti: incontrandosi per suonare insieme esattamente come se fossero presenti fisicamente. Come fossero in sala prove o per fare lezione ai loro studenti

Le stanze di Seeweb

Il logo di Echo Muses

L’iniziativa è stata pensata subito dopo l’inizio del “confino” dovuto al Covid-19. A renderla possibile è stata la collaborazione del Cloud Provider Seeweb, la cui sede principale è a Frosinone. Durante quei mesi di blocco ha erogato in modo completamente gratuito i servizi in cloud su cui sono state create le stanze virtuali. (Leggi qui Seeweb, lì dove il bit corre e rispetta pure l’ambiente).

In pratica? Immaginate una videochiamata, di quelle che abbiamo fatto un po’ tutti durante il lockdown. Una videochiamata di gruppo: tipo Zoom. Ma con una differenza enorme, sostanziale. E cioè: qualità video straordinaria. Qualità dell’audio così elevata che consente di non rinunciare all’effetto in presenza (e sappiamo quanto i suoni siano importanti in questo caso).

Come è possibile? Perché il cloud provider di Frosinone riesce dove Zoom ha mostrato i suoi liti? La qualità del video è garantita dal fatto che le stanze virtuali sono basate su macchine dedicate, erogate da Seeweb, che si occupano esclusivamente del routing video e che offrono grande stabilità. Tanto che nelle stanze Echomuses si può suonare in contemporanea fino a distanze nell’ordine dei 1000 km, anche in gruppi numerosi (fino a 50 persone) con latenza davvero minima. 

Il successo di Echomuses – Band at Home

Dal punto di vista tecnologico Echomuses è il primo progetto italiano, frutto di un team e di un partner tecnologico ciociari, che consente a più musicisti di collaborare a distanza in audio e video su reti internet standard. 

La piattaforma è stata utilizzata, tra gli altri, da artisti del calibro di Gianni Oddi, sassofonista, direttore di big band, perfomer e docente; Alessandro Drago, pianista, concertista e docente, Amedeo Scutiero, direttore della Scuola di Musica Testaccio.

Da Aprile 2020 ad oggi sono stati effettuati 16.000 ingressi nelle stanze da parte di diverse tipologie di musicisti residenti in Italia e all’estero. Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, sono solo alcune delle nazionalità dei diversi musicisti che grazie ad Echomuses hanno potuto suonare insieme a dispetto di distanze che hanno superato a volte i 1000 Km.

La prima scuola pubblica italiana che ha aderito al progetto è il Liceo Scientifico e Linguistico di Ceccano.

Musica anche dopo il lockdown

Il Datacenter Seeweb di Frosinone

Il lockdown ha cambiato molte delle nostre abitudini. Anche di tanti musicisti. Che hanno continuato ad usare le stanze virtuali di Seeweb per le loro prove le usano ancora oggi. Hanno capito che può portare a un notevole risparmio di tempo e denaro non rinunciando alla qualità grazie all’alta qualità audio e video.

L’obiettivo, oggi, è avviare collaborazioni con enti di formazione e case di produzione. 

Ma soprattutto l’obiettivo è quello di poter dire che grazie a quelle stanze nemmeno il lockdown ha bloccato la musica.