Cristofari e Marini, i gemelli diversi della vendetta incrociata. E il Pd?

Nel valzer frenetico di riunioni e aggiornamenti delle varie federazioni territoriali del Pd (provinciale e frusinate in primis) di tutto si parla meno che di un fatto che continua a rappresentare un ostacolo insormontabile se si vuole davvero fare un’operazione verità: i rapporti tra Michele Marini e Fabrizio Cristofari.

Nei giorni in cui è tornata di attualità la vicenda che ha visto protagonisti Matteo Renzi ed Enrico Letta, si potrà affrontare la “disfida” frusinate?

Marzo 2012: un parte del Pd, guidata dall’allora segretario cittadino Fabrizio Cristofari, decide di sostenere Domenico Marzi e non il sindaco in carica Michele Marini.

Dopo cinque anni di assoluta mancanza di rapporti (se si incontravano casualmente a mala pena facevano un cenno con il capo guardando rigorosamente dall’altra parte), Fabrizio Cristofari e Michele Marini hanno avuto cinque o sei incontri fra ottobre e gennaio. Poi nulla. Anzi, meno di nulla. L’ultima volta erano rimasti con l’impegno di coinvolgere il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, al quale entrambi chiedevano una soluzione politica del problema con il “recupero” di Marini. L’ex sindaco confidava nell’assessore regionale all’ambiente Mauro Buschini, che nel 2012 fu il coordinatore della sua campagna elettorale. Invece la richiesta è caduta nel vuoto.

Secondo alcuni Marini avrebbe fatto votare Nicola Ottaviani, ma i voti ottenuti da pochi candidati che in passato hanno fatto riferimento a lui sono stati troppo pochi per … essere veri. Secondo un’accreditata versione Michele Marini ha blindato la tenda nella quale è chiuso da anni. Non facendo nulla, per dimostrare che senza di lui il Pd cittadino non va da nessuna parte. Tutti quei candidati a zero voti gli hanno provocato una soddisfazione politica non indifferente. Però è rimasto in silenzio.

Tra pochi mesi si voterà per regionali e politiche e i capi del Pd avranno bisogno dei voti di Michele Marini e Fabrizio Cristofari. Ne avranno bisogno Francesco De Angelis (Camera), Francesco Scalia (Senato), Maria Spilabotte (Senato), Mauro Buschini (Regione), Antonio Pompeo (Regione).

Sicuramente Cristofari non avrà problemi ad appoggiare Spilabotte, Pompeo e Scalia.

Michele Marini ha apprezzato le uniche prese di posizione che ci sono state in questi mesi, quelle di Scalia.

Entrambi, Cristofari e Marini, sono talmente esperti e disincantati che non diranno sì a tutti. Specificheranno il loro impegno, se ci sarà.

Sono però i rapporti tra loro che restano sepolti sotto le macerie di vendette politiche che hanno lasciato solo “morti” e favorito, per due volte di seguito, la vittoria di Nicola Ottaviani. Cui prodest? A chi giova?

Se avessero unito le forze Cristofari e Marini si sarebbero “presi” il Pd frusinate, potendo anche determinare gli equilibri provinciali. Non lo hanno fatto e non lo faranno. Michele Marini, però, nel Partito Democratico dirà la sua a tempo debito. Lo stesso farà Fabrizio Cristofari.

Quello che sorprende è che nel Pd non ci sia nessuna figura in grado di provare a far passare il concetto che la politica non si fa con il rancore. Sono passati cinque anni da quello strappo che iniziò la lacerazione del Pd provinciale. Nessuno si è ancora neppure posto il problema.

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