Da Zingaretti a De Angelis: Campo largo sì, ma in salita

Dopo il duro scontro con il leader di Italia Viva Matteo Renzi, il Governatore del Lazio replica duramente al fondatore di Azione Carlo Calenda. Mentre in Ciociaria Francesco De Angelis non riesce a convincere i Socialisti di Gian Franco Schietroma. Il centrosinistra non decolla

Di Campo Largo parlano tutti, ma davvero tutti. A cominciare dal Segretario nazionale del Pd Enrico Letta. Ma poi, appena si passa sul terreno della concretezza e della quotidianità, si capisce che il centrosinistra è lontano anni luce dall’unità.

La settimana scorsa Nicola Zingaretti, Governatore del Lazio ed ex segretario Dem, ha risposto duramente al leader di Italia Viva Matteo Renzi. Accusandolo di voler distruggere il Pd ma di non esserci riuscito. Nello scorse ore Carlo Calenda, leader di Azione, ha sostanzialmente detto che va bene il trasferimento di risorse e di deleghe alla Capitale, ma Nicola Zingaretti doveva farlo già con Virginia Raggi sindaco. Mentre ha aspettato fino all’elezione di un sindaco come Roberto Gualtieri.

Quattro sindaci, un Governatore

Gianni Alemanno. Foto © Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica

La reazione di Zingaretti è stata al vetriolo. Ha detto il Governatore: “Come spesso gli capita, Calenda fa dichiarazioni senza sapere di cosa parla. Come ho detto in Commissione, negli ultimi 8 anni Roma ha avuto 4 sindaci, un commissario e, per fortuna, un solo presidente di Regione. Con tutti i sindaci abbiamo aperto un confronto leale per la devoluzione di poteri”. 

Ricordando: “Nel 2013, quando il sindaco era Gianni Alemanno, uno dei primi atti della nostra prima legislatura fu la rinuncia al ricorso innanzi alla Corte Costituzionale avviato dalla precedente amministrazione sul conferimento di nuove competenze a Roma. Nel novembre del 2016, la sindaca Raggi intervenne in commissione Affari Costituzionali del Consiglio regionale proprio sulla proposta della Regione di trasferire alcuni poteri alla Capitale”.

Come è facile constatare, sulla base di atti amministrativi e non di chiacchiere, il processo sul trasferimento di poteri a Roma non si è mai interrotto per volontà della Regione, a prescindere dal colore politico delle diverse amministrazioni capitoline che si sono susseguite. Questa volta, partire a inizio della nuova legislatura della Capitale con un confronto serio e concreto su temi discussi da anni, mi rende ottimista. È tempo di cambiare e costruire e non distruggere. Ma Calenda ormai ha dimenticato come si fa”. 

Campo in salita

Dunque, uno dei leader più importanti del Pd, Nicola Zingaretti appunto, è lontanissimo da una convergenza con esponenti come Matteo Renzi (Italia Viva) e Carlo Calenda (Azione). Immaginare un Campo Largo senza due “pezzi” del genere è complicato. A meno di non pensare di spostare l’asse della coalizione a sinistra e di provare a seguire esclusivamente la strada dell’intesa con i Cinque Stelle.

L’unico che davvero sta cercando di costruire un Campo Largo è il Pd della provincia di Frosinone. Con il segretario Luca Fantini e il leader Francesco De Angelis che stanno davvero provando a tenere tutti insieme. Ma anche loro devono fare i conti, almeno per ora, con la posizione diversa che hanno il Psi e Azione.

Insomma il Campo sarà pure Largo, ma è tutto in salita.