De Angelis: «Il mio lavoro è finito, tocca a Fantini. E ora rivoluziono Pensare Democratico»

Francesco De Angelis dopo la riunione che ha spianato la strada alla lista unitaria del Pd a sostegno dell'elezione di Fantini a Segretario del Partito. "Toccherà a lui scegliere i nuovi quadri dirigenti". "Il mio lavoro è finito". "E ora sciolgo Pensare Democratico”

Francesco De Angelis è soddisfatto. Ha la beatitudine di chi è consapevole d’avere raggiunto la sua meta. Per il commissario dei Consorzi Industriali del Lazio la riunione di giovedì sera è il traguardo: ha messo il Pd sui binari che lo trasformeranno in un Partito nuovo. Senza creare un nuovo Partito. Esattamente come voleva Nicola Zingaretti.

Francesco De Angelis
Presidente, avete ritrovato l’unità: dove l’avevate dimenticata?

Una bella soddisfazione, anche una bella vittoria. È quello che ci voleva per il Partito Democratico. Ora si apre una fase nuova, finalmente ci siamo: per una discussione, un confronto libero sui contenuti, sulle idee. Che parli al Paese e non al Pd. Per un Partito nuovo, inclusivo ed unitario.

Quanto ha contribuito all’Unità il fatto che il candidato alla segreteria fosse Luca Fantini?

Tantissimo. Perché la scelta di Luca mette in campo una nuova classe dirigente e spalanca le porte ai giovani. È quindi una scelta che guarda al futuro. Sono convinto che con Fantini ritroveremo passione, entusiasmo, forza e maggiore radicamento sul territorio.

Un segretario di una nuova generazione è anche la soluzione per sradicare problemi che si trascinano da sempre come a Ceccano, Pontecorvo, Sora, dove il Pd praticamente non è mai nato?

La scelta di Fantini è la scelta unitaria. È un segnale per tutto il Partito Democratico. Da domani non ci sono più alibi per nessuno. Nessuno più si può nascondere dietro le guerriglie interne al Partito Democratico. L’esempio deve valere per tutti e quindi anche in questi Comuni i gruppi dirigenti devono mostrarsi all’altezza devono raccogliere questo segnale e devono lavorare per l’inclusone e per l’unità.

Ieri sera avete spianato la strada verso il Congresso unitario. Non c’è una spartizione ma la logica vuole che ci sia spazio anche per le altre sensibilità del Patito dentro al nuovo quadro dei dirigenti.
Luca Fantini © Matteo Ernesto Oi

Questo non è un lavoro che tocca alle componenti e nemmeno ai caminetti. Tocca al nuovo Segretario costruire la squadra senza alcun condizionamento. Luca deve sentirsi libero di lavorare per mettere in campo il progetto e unire il Partito Democratico. L’incontro di ieri è servito a segnare la ritrovata unita del Pd. Adesso il mio lavoro è finito, il risultato è raggiunto ed i caminetti non ci sono più. Nessuna carica oltre quella del Segretario è stata discussa e definita nella riunione di ieri. Quindi, tranquilli tutti: nessuna decisione è stata presa sulle nuove figure apicali del Pd.

Nessuno dice che sia avvenuto questo, ma la logica – stando agli schemi che si usavano quando i Partiti funzionavano bene – vuole che anche le altre sensibilità abbiano un ruolo. Che fate: li escludete?

No, dobbiamo lavorare per tenere tutti dentro e per aprire il congresso del Pd ai movimenti ed alle forze civiche. E dobbiamo farlo con coraggio e senza tentennamenti. Anche lo schema salta: il vecchio schema. Adesso lo spazio che si apre è per aprire un confronto sulle idee, stare al merito delle questioni. E nel merito scegliere i migliori e selezionare al di la delle appartenenze la nuova classe dirigente. Ripeto: non tocca a noi farlo, non saranno i caminetti a decidere e tantomeno le sensibilità. Nessun accordo a tavolino. Ma sarà compito del nuovo Segretario svolgere questa mission fortemente innovativa. Come mi disse tanti anni fa Mario Quattrucci, segretario regionale e Capogruppo del Pci in Regione Lazio quando venni chiamato a 29 anni a guidare il Partito in provincia di Frosinone. Andai a Roma per chiedergli consiglio. Domandai: E adesso che faccio? Mario mi rispose: “Caro Francesco, io quello che dovevo fare l’ho fatto. Adesso tocca a te, corri. Se ti serve una mano puoi contare su di me. Ma ricordati adesso tocca a te. Adesso tocca a Fantini.

Che fine fa Pensare Democratico?

Adesso anche per Pensare Democratico si apre una fase nuova. Dentro questo schema anche Pensare Democratico si deve ripensare.

De Angelis con Buschini e Battisti
In che modo?

Ci siamo chiamati fuori dal congresso, abbiamo lavorato per superare il correntismo e riunire il Pd. Adesso Pensare Democratico deve diventare un’altra cosa. Penso ad una fase due per Pensare Democratico, non più una sensibilità e una componete del Partito Democratico ma un nuovo contenitore di idee aperto a tutti e che parla alle forze del cambiamento ed alle migliori energie di questa provincia.

Ripartiamo da quella bella iniziativa di presentazione del libro del direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana: idee, contenuti e progetti per dare una mano all’innovazione che si è prodotta nel Partito Democratico ma fuori e non più dentro il Pd.