E De Angelis ora rischia la spaccatura della componente

 

CORRADO TRENTO
Ciociaria Editoriale Oggi

 

 

Il fatto stesso che la componente dovrà decidere a maggioranza (probabilmente domani sera) se sostenere Matteo Renzi o Andrea Orlando nella corsa alla segreteria nazionale del Pd rappresenta un’ anomalia politica. E il segnale che c’ è qualcosa che non funziona.

La componente è quella di Pensare Democratico, che fa riferimento a Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti. All’ ultimo congresso ha ottenuto il 40,5%.

Il fatto è che poche settimane fa De Angelis ha aderito alla corrente del presidente nazionale Matteo Orfini, reggente della segreteria dopo le dimissioni di Renzi. Con Orfini invece Sara Battisti sta da sempre. E l’ indicazione sul piano nazionale è chiara: sostegno incondizionato a Matteo Renzi, senza se e senza ma.

Però nella riunione dell’altra sera più di qualcuno si è espresso per Orlando. Fisiologico se si considera che Francesco De Angelis ha un passato politico riconoscibile nel Pci-Pds-Ds, dove ha sempre guardato all’ ala sinistra. Meno comprensibile politicamente, invece, il fatto che l’ appoggio a Renzi non sia stato automatico.

Alla fine è stato deciso di aggiornare il dibattito a lunedì e di assumere una decisione unitaria. Non sfugge neppure il fatto che il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti abbia immediatamente detto di voler sostenere Orlando. L’ assessore regionale Mauro Buschini ha ribadito “urbi et orbi” che l’ asse con De Angelis non verrà mai meno, ma certamente la posizione di Zingaretti è difficile da ignorare sul piano politico. Soprattutto per Buschini.

A questo punto però anche Francesco De Angelis vuole capire bene la situazione. Perché tutto può fare meno che mettere a rischio l’ unità della sua componente. Peraltro il tesseramento si è appena concluso: 8.500 le iscrizioni al Pd provinciale. Sono in corso i conteggi. Nell’ area di De Angelis c’ è la sensazione di essere tra il 47% e il 50%, ma dalle altre componenti arrivano previsioni diverse. Più basse a livello di percentuale.

Poi ci sono altre indicazioni di carattere politico. La prima è che il senatore Francesco Scalia e il deputato Nazzareno Pilozzi (entrambi renziani doc) fanno parte della stessa area, che potrebbe arrivare al 45% con il tesseramento. Quindi la componente Dem del segretario provinciale Simone Costanzo, che ha nel ministro Dario Franceschini il leader nazionale. Al congresso provinciale ha ottenuto il 13,9%.

Ma il punto è che l’ asse De Angelis – Costanzo non è più così granitico e Francesco Scalia e Nazzareno Pilozzi hanno già messo in azione le diplomazie. Non sfugge a nessuno il forte rapporto personale e politico tra lo stesso Simone Costanzo e il presidente della Provincia Antonio Pompeo.

Insomma, grandi manovre senza soluzione di continuità all’interno del Pd. Perché alla fine gli equilibri e i rapporti di forza saranno fondamentali per la vera posta in palio: le candidature alla Camera, al Senato e alla Regione. Indipendentemente dalla legge elettorale che ci sarà, i nomi in pole position solo i soliti. Per il Parlamento ci sono i tre uscenti: i senatori Francesco Scalia e Maria Spilabotte e il deputato Nazzareno Pilozzi. Senza dimenticare Francesco De Angelis e Sara Battisti. Ma a questo punto dirà la sua anche Simone Costanzo. Per quanto riguarda la Regione, sarà sfida a tre: l’ assessore Mauro Buschini, il consigliere Marino Fardelli, il presidente della Provincia Antonio Pompeo.

È fin troppo evidente che le alleanze e i patti di non belligeranza tra le diverse componenti sono destinati a fare la differenza.

Il punto però è che Francesco De Angelis “ fiuta” il rischio di finire sotto assedio nel caso di intesa tra l’ area di Scalia e Pilozzi e quella di Costanzo. Ha bisogno che l’ intera componente risponda in modo compatto. Con Mauro Buschini e Sara Battisti in prima linea con lui.

Ecco perché la scelta sul chi sostenere (tra Renzi e Orlando) alle primarie nazionali segnerà un punto di non ritorno

 

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