Di Francesco lontano dai riflettori: i segreti di un uomo d’altri tempi

Alla scoperta del mondo poco conosciuto del neo tecnico del Frosinone. Allenatore per caso ma predestinato: si chiama Eusebio in onore del campione portoghese. I suoi amici e collaboratori stravedono

Alessandro Salines

Lo sport come passione

Nel nome un destino. Di Francesco infatti si chiama Eusebio in onore del campione portoghese, Pallone d’Oro nel 1965. Ma il nuovo tecnico del Frosinone è diventato allenatore per caso e dopo aver appeso gli scarpini al chiodo si vedeva solo a dirigere lo stabilimento balneare Stella d’Oro nella sua Pescara (“Ero in pace col mondo”, ha detto in un’intervista). I suoi amici e collaboratori stravedono per lui. Lo descrivono come un uomo generoso, d’altri tempi, animato da principi sani. Sembra burbero ed invece è dotato di enorme sensibilità.

Insomma dietro l’allenatore c’è un personaggio tutto da scoprire. Tanti i lati nascosti di Eusebio che vale la pena provare a svelare. I numeri, le vittorie e le sconfitte non bastano a raccontarlo. Di Francesco, come ha sottolineato Danilo Pierini (suo vice alla Sampdoria), è un uomo vero con tutti suoi difetti. E forse proprio per questo ha convinto il presidente Maurizio Stirpe che nella scelta dei suoi collaboratori ha sempre messo in primo piano il lato umano.

Cultura del lavoro e rispetto per gli altri

Eusebio Di Francesco (Foto © AG IchnusaPapers)

Eusebio Di Francesco conosce la fatica, i sacrifici ed il sudore della vita di tutti i giorni. Fino a 15 anni serviva ai tavoli del ristorante di famiglia a Sambuceto vicino Pescara. Una volta smesso di giocare e dopo una parentesi da team manager nella Roma di Rosella Sensi ha gestito lo stabilimento “La Stella” svolgendo qualsiasi attività a partire dalla pulizia della spiaggia all’alba con tanto di trattorino. Si è riavvicinato al calcio (“Per 2 anni non sapevo neppure i risultati”, ha confessato il tecnico) collaborando con la Val di Sangro.

Ma la passione di allenare è esplosa a Coverciano dove si è laureato con una tesi sull’attacco nel 4-4-2 e un’altra di psicologia sul ruolo degli amici e della famiglia. E’ stato definito zemaniano: dal boemo, ha rivelato. ha appreso la cultura sportiva e del lavoro, l’abnegazione ed il rispetto delle regole.

Ai suoi ragazzi ha sempre cercato di trasmettere i valori della solidarietà e del rispetto degli altri. Impegnato nel sociale in virtù di una forte sensibilità. “Insieme a Damiano Tommasi sono stato in Kosovo, ho visto il male, la disperazione e l’egoismo della politica”, ha raccontato Di Francesco in un’intervista a repubblica.it.

Pignolo ma fantasioso, un fratello maggiore

Guido Angelozzi e Maurizio Stirpe

Il viaggio alla scoperta del mondo poco conosciuto di Di Francesco continua nei pensieri dei suoi amici-collaboratori. Che svelano simpatiche curiosità come quella della paura per il telepass. “Teme che non si alzi la barriera”, ha svelato Stefano Martino nello staff di Eusebio a Cagliari e Verona.  

Le qualità umane spiccano su tutte. Lontano dai riflettori Di Francesco è un altruista che fonda la propria vita su principi sani. “Non conosce cattiveria, una persona vecchio stampo”, ha ricordato il collaboratore tecnico Giancarlo Marini che potrebbe seguirlo nell’avventura frusinate. E’ il classico fratello maggiore, sempre prodigo di consigli. Sul lavoro è pignolo, sempre sul pezzo, un martello. “Ma ha grande fantasia e sa tirare fuori quella soluzione a cui nessuno aveva pensato”, ha rivelato il preparatore dei portieri Fabrizio Lorieri che probabilmente sarà al suo fianco anche a Frosinone.

Lettura, look e attenzione ai dettagli

Il neo tecnico giallazzurro ama i libri. La lettura ha compensato gli studi lasciati troppo presto. “Consiglio ai miei giocatori di continuare la scuola. In Italia servirebbe il modello-tedesco dove i ragazzi possono studiare nei centri federali”, ha sottolineato Di Francesco in un’intervista. Professionista attento, cura i dettagli senza rasentare l’integralismo. “Riesce a far passare il concetto della concentrazione con leggerezza – ha rivelato il pescarese Franco Giammartino, preparatore atletico di Eusebio a Sassuolo ed ex del Frosinone ai tempi di Iaconi – E’ un uomo dai grandi valori come l’amicizia e la riconoscenza”.

Di Francesco cura molto l’immagine. Barba e capelli sempre impeccabili, giacca e cravatta. Ma non lo fa per vezzo e non ha nulla contro quei colleghi che vanno in panchina in tuta. “Mi piace rappresentare bene la società e me stesso. Il mio stile è questo”, ha spiegato Eusebio.

Nel nome il destino.