E Beniamino disse: “Qui Peppe non si tocca”

Il quadro politico a Fondi dopo la sentenza del Tar. Il sindaco non tocca la Giunta. Il consigliere Peppe esce dal Consiglio ma la moglie resta in Giunta. Schiaffo alla Lega. La manovra di Mastrobattista per arrivare alla riabilitazione da FdI. Ma è valanga di No

La Giunta? E perché dovrei ritoccarla?! La stagione balneare è appena agli inizi e dopo il lockdown nasconde non poche incognite. Abbiamo altri tipi di problemi. Altro che…” Il sindaco di Fondi Beaniamino Maschietto mette subito in chiaro: non ci saranno conseguenze sul suo governo dopo la sentenza del Tar che ha ritoccato la geografia del Consiglio comunale.

Peppe fuori dall’Aula

Beniamino Maschietto

 I giudici amministrativi hanno decretato la conclusione dell’esperienza in Consiglio di Arcangelo Peppe. Era stato eletto quale unico esponente della lista “Noi per  Fondi”, una delle cinque formazioni che sostenevano la candidatura di Maschietto a sindaco. Hanno accolto il ricorso dei primi non eletti di Forza Italia, Onorato Di Manno e Giorgia Salemme: c’è stato un errore nel conteggio dei voti e nella ripartizione dei seggi.

L’Ufficio Elettorale commise un mero errore materiale. Attribuì a Noi per Fondi 799 voti di lista. In realtà dovevano essere 643. A Forza Italia furono assegnati 7153 voti e 9 consiglieri  e non, come sentenziato nel merito dal Tar di Latina, 7292 preferenze che danno diritto a 10 seggi. Quello mancante va tolto a Noi per Fondi. L’avvocato Peppe dovrà concludere la sua esperienza amministrativa.   

La sua surroga doveva avvenire nella seduta consiliare convocata venerdì  per il 24 giugno. Ma l’argomento non è stato inserito. Forse lo sarà con un Ordine del Giorno aggiuntivo. 

La moglie di Peppe resta in Giunta

Il Consiglio Comunale

Ma qual è il legame tra questo scontato avvicendamento imposto dal Tar e la Giunta Maschietto? Qual è il nesso tra Consigliere ed assessori? Semplice: esce dal consiglio comunale la lista “Noi per Fondi” – ma secondo quanto anticipato ora dal sindaco – non dalla Giunta municipale. 

Continuerà a farvi parte l’assessore Santina Trani che dell’avvocato Peppe è la gentile consorte. “La Giunta resta com’è – ha tagliato corto il sindaco di Fondi – Semplicemente perché queste liste civiche che, possono sembrare minori, hanno dato un grande contributo per il successo elettorale dello scorso autunno”.

Un discorso che appare iniquo rispetto al trattamento ricevuto dalla Lega. Durante la campagna elettorale si mobilitò in prima persona il Capitano Matteo Salvini, arrivando a Fondi per sostenere i candidati. La Lega non ottenne però un buon risultato elettorale e rimase esclusa dal consiglio comunale: non beneficiò di una rappresentanza in Giunta. In teoria, ora lo stesso ragionamento andrebbe applicato per Peppe e “Noi per Fondi” che invece continuerà a far parte della squadra di governo.

Beniamino Maschietto (ed il senatore Claudio Fazzone) propendono per lo status quo.

Il secondo problema è… rosa

Beniamino Maschietto dopo l’elezione

Ma c’è subito una seconda incognita: quali sono stati i motivi che hanno portato la seconda dei non eletti, l’ex assessora Giorgia Salemme, a produrre ricorso al Tar? Sicuramente per tornare in Consiglio. Ma come?

L’operazione è semplice. Il sindaco Maschietto è chiamato a tutelare le quote rose in Giunta. L’ipotesi è la promozione ad assessore dell’attuale presidente della commissione Bilancio Elisa Carnevale. Al suo posto entrerebbe in Consiglio proprio la ricorrente Salemme.

Ma Maschietto ha tirato completamente il freno a mano: “Ora abbiamo altri tipi di problemi: accogliere i turisti e gestire al meglio la prima bandiera blù ottenuta dal Comune. Poi vedremo…”. Sa che mettere mano alla Giunta potrebbe diventare un rompicapo dalle conseguenze poco prevedibili. Nella sua maggioranza cova il fuoco da almeno due versanti.

Il più delicato è costituito dal primo degli eletti della civica “Io sì”, Sergio Di Manno, un tempo fedelissimo dell’ex sindaco e ora deputato europeo Salvatore De Meo. Infermiere presso il Policlinico Gemelli è un recordman di preferenze ed ha rivisto i suoi rapporti con i vertici dell’amministrazione fondana da quando è stato scelto come assessore per “Io sìFabrizio Macaro che in termini di preferenze è risultato soltanto terzo.

Se non è ancora giunta sull’Avenino, mancano pochi metri per il consigliere di maggioranza Roberta Muccitelli, ex assessore all’ambiente nella seconda Giunta De Meo. È stata recuperata grazie al gioco delle surroghe dei Consiglieri più votati poi nominati assessori da Maschietto.

Le minoranze intanto…

Franco Cardinale

In questo delicato quadro politico-balneare le minoranze, almeno di centrodestra, si stanno riorganizzando. E lo stanno facendo in silenzio con effetti politici di non secondaria importanza . Soprattutto la coalizione che ha portato al ballottaggio l’ex sindaco Luigi Parisella (Riscossa Fondana, La Mia Fondi, Fondi Terra Nostra) . 

Se il consigliere Franco Cardinale aveva aderito alla Lega grazie ai buoni uffici del coordinatore regionale Claudio Durigon, ora è stato il turno dell’avvocato Luigi Vocella. Ha deciso di rappresentare in Consiglio anche Fratelli d’Italia, Partito di cui doveva essere il rappresentante naturale l’avvocato Giulio Mastrobattista: aveva accettato la candidatura a sindaco ma non era approdato nemmeno la ballottaggio; al secondo turno aveva appoggiato Maschietto contravvenendo sia agli ordini di scuderia che ai patti con Luigi Parisella. Quell’appoggio a Maschietto gli aveva portato in dote la carica di Presidente del Consiglio Comunale. Lo scorso autunno Giulio Mastrobattista per questo era stato espulso da Fdi.

Ora Mastrobattista ha deciso di vestire i panni del federatore del centrodestra (diviso) mal celando un tentativo personale di essere riabilitato. (Leggi qui Caos presidente d’Aula: a Fondi e Terracina stessi veleni).

Non lo sentono un Fratello

Sonia Federici

Fratelli d’Italia è ora un fiume piena di accuse nei confronti dell’attuale presidente d’aula: “Come può parlare di coerenza una persona che in campagna elettorale si candidava ad essere alternativo all’amministrazione uscente e come primo atto del suo ingresso in aula consiliare ha accettato la presidenza del consiglio comunale?”. Lo ha scritto su Facebook la coordinatrice comunale Fdi di Fondi Sonia Federici.

Rincara la dose. “Come può pensare Giulio Mastrobattista che la sua carica non implica un ingresso in maggioranza? E che il voto favorevole sul bilancio non conti in tal senso? Ma soprattutto di quale minoranza crede di fare parte visto che il suo contributo non è pervenuto? – Il nostro Partito non rinnega il percorso fatto con Giulio Mastrobattista ma da lui è arrivato un vero tradimento, un ribaltone in nome di una poltrona, un comportamento che non rispecchia quelli che sono i valori del Partito, nel quale dice ancora di identificarsi. Con che faccia tosta!” 

E ancora altre domande al limite della provocazione vengono poste a Mastrobattista dalla coordinatrice di Fdi di Fondi e dai consiglieri comunali Vocella e Stefano Marcucci: “Ma il presidente del consiglio da che parte sta? Dentro una maggioranza a cui dice di non appartenere o dentro una minoranza che non si riconosce né si sente rappresentata da lui? Dalle sue parole è evidente che sta dalla parte di Claudio Fazzone, sul quale oggi si prodiga in elogi e apprezzamenti. Peccato che non era così che si esprimeva in campagna elettorale nei confronti del senatore di Fondi”.

C’è spazio per un ultimo affondo. “Infine, a Giulio Mastrobattista diciamo che per Fratelli d’Italia l’unità del centrodestra è una stella polare – concludono Federici, Vocella e Marcucci – Ma non è con persone come lui, vittime delle proprie ambizioni, che si può pensare di unire il centrodestra a Fondi”.