Le più belle parole di Elsa, nate durante la fuga in Ciociaria (CulturE)

Elsa Morante, in fuga con Moravia durante a Seconda Guerra Mondiale, compose in Ciociaria alcune delle pagine più importanti della Letteratura del Novecento. La storia di quelle pagine.

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

La nostra storia letteraria è sempre da scoprire, così come la nostra terra.

Ci sono pagine di letteratura che andrebbero valorizzate, diffuse nella cultura scolastica. In tanti ormai sanno che Moravia rifugiato, durante la Seconda Guerra Mondiale in Ciociaria, trovò la sua ispirazione per il famoso romanzo ”La Ciociara”. Pochi però sanno che ”Il soldato siciliano” di Elsa Morante, la moglie scappata con lui, matura la sua nascita proprio in quel pagliaio.

Roma non era più sicura per Moravia, finito nelle liste di deportazione perché ebreo ed antifascista. Sposato da poco con la scrittrice Morante, che lo segue nel destino di fuggiaschi.

Diretti verso sud il treno si ferma a Fondi: qui vive Libero De Libero; a Roma frequentavano insieme La Cometa. A Fondi conoscevano i Mosillo, la famiglia di un giudice. Vengono accolti in una stanza sporca, ma non sentendosi al sicuro si spinsero in montagna a Sant’Agata, che nel romanzo La Ciociara diventa Sant’Eufemia.

Qui in un pagliaio li ospita il pastore Davide Marrocco. Per quasi un anno si rifugiarono nei monti della Ciociaria.

 

Con tutte le paure che avevamo fu uno dei momenti più felici della mia vita. Stavamo in una capanna, un letto di tavole e sopra un pagliericcio di pannocchie. La coperta era un ferraiuolo contadino. Faceva talmente freddo che l’acqua del pozzo era sempre ghiacciata. Ogni mattina Elsa se ne rovesciava un secchio sulla testa, io mi limitavo a farlo una volta la settimana”.

Cosi narra il Moravia. In questi luoghi nascono La Ciociara e Il Soldato Siciliano. La Morante da sola affronta un viaggio a Roma per prendere dei vestivi invernali. Va a Roma portando un bastone, sembra una montanara. Lei stessa dirà che sente dire ”poveretta e carina, ma matta”.

Un soldato tedesco l’ aiuterà a portare la valigia in paese.

 

Il racconto è inserito nella raccolta ”Lo scialle andalusiano”. Il tempo della narrazione è lo stesso del romanzo ”La Storia’. Una donna montanara fa un viaggio a Roma, l’Italia è divisa dal fiume Garigliano. Gli angloamericani sono a sud.

La montanara trascorre una notte a casa di un carrettiere, dorme vestita, perché deve dividere il letto con la moglie e le figlie. Una notte di insonnia, tra paure e rumori. La figura di un soldato siciliano con una lanterna che vive alla macchia ci conduce in un doppio mondo realistico e fantastico.

La mattina, la donna – che è la voce narrante – non sa se sia realtà o un sogno nell’immaginario dell’insonnia. Il soldato in dialetto siciliano le narra la sua storia: la figlia suicidata per sfuggire alle attenzioni del figlio del signorotto.

Questo racconto così drammatico, intenso con i tratti del mondo magico è nato dalla penna di Elsa in quel periodo ciociaro.

 

Bisognerebbe prestare attenzione alla scrittura della Morante e cominciare a valorizzarla nel nostro territorio.