Fischi e Fiaschi della settimana XLII

Fischi e fiaschi: i fatti centrali ed i protagonisti della XLII settimana 2023. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nei prossimi giorni

Fischi e fiaschi: i fatti ed i protagonisti della XLII settimana 2023. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nei prossimi giorni.

FISCHI

IGNAZIO PORTELLI

Ignazio Portelli e la gentile signora Patrizia Di Dio

In Ciociaria ci ha lasciato il segno, in Sicilia ci ha lasciato il cuore. Il prefetto Ignazio Portelli è convolato a nozze nelle ore scorse. Nella cornice della settecentesca Villa Niscemi a Palermo ha impalmato la gentile signora Patrizia Di Dio.

L’ex vulcanico prefetto di Frosinone è Commissario dello Stato Italiano per la Regione Siciliana. Da dove ha continuato a far sapere come la pensa se né limare gli spigoli né piallare le rugosità del carattere: schietto, diretto, del tutto privo delle ipocrisie che invece caratterizzano i rapporti papalinobizantinitardoborbonici cui è abituata la Ciociaria. Che si è subito divisa di fronte a questo rappresentante del Governo tutto improntato al silenzio operoso. (Leggi qui: Ignazio Portelli, il prefetto del silenzio operoso).

Uno che in Sicilia ha imposto alla mafia le gare pubbliche per la gestione dei rifiuti e l’ha mandata via dai boschi che aveva occupato abusivamente, non si è minimamente impressionato di fronte ai sedicenti potentati ciociari. Ai quali ha mandato il suo biglietto da visita accompagnato da una serie di Interdittive Antimafia che mai prima di allora si erano viste in provincia di Frosinone. E soprattutto ha introdotto il concetto di permeabilità delle imprese di fronte ai capitali criminali.

Ignazio Portelli

Prima di salire sul treno che da Frosinone lo avrebbe portato a piazza Principe di Camporeale a Palermo ha tolto l’ultimo velo di ipocrisia ad un territorio che alla prima curva del convoglio prefettizio ha fatto a gara per rialzarlo e renderlo lenzuolo con cui coprire ogni imbarazzo. Ignazio Portelli, nel suo ultimo messaggio aveva detto che la Ciociaria è terra di mafia e di camorra, dove tutti hanno fatto finta di non sapere perché conviene così. Ha detto senza peli sulla lingua che c’è stato silenzio a ridosso della complicità. (Leggi qui: L’urlo di Ignazio Portelli).

Non risulta che alcun procuratore della repubblica o sostituto in servizio sul territorio gliene abbiano chiesto spiegazione sperando di trovare impulso per le loro indagini.

La signora Patrizia Di Dio

Dimagrito, in piena forma, tonico, Ignazio Portelli ieri pomeriggio ha fatto il suo ingresso a Villa Niscemi con al braccio una elegantissima Patrizia Di Dio: palermitana, imprenditrice nel campo della moda: è amministratrice dell’azienda che realizza e distribuisce le collezioni “total look” con il marchio La Vie En Rose. È vice presidente di Confcommercio con incarico nazionale per la Legalità e la Sicurezza nonchè numero 2 nazionale di Federmoda Italia. Con Ignazio Portelli condivide la vocazione diplomatica: lui è presidente della Anfaci che riunisce i prefetti italiani ed è nel board della sua articolazione europea, lei ha ricoperto la carica di Console generale di Sicilia per la Repubblica di Slovenia dal 2015 al 2020.

Affinità elettive.

 MARIO GIUSEPPE MAGNAPERA

I Magnapera Bros. Tonino, Domenico, Carla e Rocco

Geniale, fuori dagli schemi, visionario ed appassionato: Mario Magnapera negli anni del boom economico è un tecnico della Cge a Napoli, grande elettronica di consumo. Ma chi guarda in grande non sopporta gli spazi stretti. Per questo decise di andare in Australia: anche lì come tecnico e nel giro di poco aveva la prospettiva di una sua azienda.

Il destino sa essere beffardo. E quando la pallina ha smesso di ballonzolare tra un’ansa e l’altra della conca nera e rossa, un’ultima imprevista folata di vento sposta la destinazione: da pari a dispari, niente en plein e tutto al banco. Nel caso di Mario furono moglie e suocera che dotate del pragmatismo femminile ciociaro gli bruciarono il passaporto rifiutando di trasferire tutta la famiglia nella terra dei canguri. In realtà, mai seppe che quel passaporto in realtà era solo stato nascosto e solo dopo la fine della sua esperienza terrena saltò fuori dal segretissimo nascondiglio in cui la moglie Amelia lo aveva custodito.

Mario Magnapera Sr

Il problema degli spazi stretti però si riaffacciò con irruenza. E lo portò a sviluppare quello che ancora non c’era: e dall’idea iniziale del primo drive in in Ciociaria passò a quella ancora più utopistica di mettere una tv. Grandi sfide per grandi uomini: costruì il primo trasmettitore, con i figli andò a piazzarlo sui monti di Castrocielo. Con altri appassionati sperimentò. Nacque così quella che oggi è Teleuniverso. (Leggi qui: Il genio vestito di normalità che creò Teleuniverso. E qui: La sfida lunga 42 anni iniziata in una camera da letto).

All’uomo che rese possibile ciò che semplicemente gli altri non vedevano, ieri il suo comune di nascita, Aquino, ha dedicato una strada. Scelta indovinata come poche altre. Più ancora lo sarà commemorare ciò che ha fatto. Che non è solo la geniale intuizione della tv locale fatta negli anni in cui non esistevano ancora i celebrati miti di Gbr e Tvr Voxson. Ma è un modo di essere e di fare: si chiama etica e per lui era sacra. Lo era tanto quanto lo erano i sistemi elaborati a mano per giocare la schedina (ed ogni tanto vinceva). O il sugo fatto con la passione che lo rendeva unico ed a mezzanotte vedeva la cucina riempirsi delle persone più inattese. Che con scuse improbabili passavano lì sapendo benissimo che avrebbero trovato gli spaghetti in cottura.

Quell’etica, quell’onestà interna e quella pulizia morale, sono il vero insegnamento. Al pari, se non di più, di quell’intuizione che trasmette da quasi mezzo secolo ed è tra le più longeve in Italia.

La via di Mario.

FIASCHI

ANDREA CRIPPA-CHRISTIAN GRECO

Andrea Crippa

Inquadriamola subito, la faccenda che tiene banco da quasi un mese. Il direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco era un nodo al fazzoletto. Ma non di Giorgia Meloni. La premier è troppo scaltra per chiedere capocce così mainstream dopo il famoso video in cui durate la prima “offensiva” Grieco le replicava in diretta e davanti. Semmai Greco è una polpetta avvelenata per la Meloni. E glie l’ha lanciata chi la vuole sfidare e mettere in imbarazzo sul tema stranieri.

Cioè la Lega di Matteo Salvini, che è mandante ed ha un “esecutor” in Andrea Crippa. Cioè a metà strada esatta tra dove Meloni si deve tenere la base e dove Meloni la base la deve allargare. Il sunto è che ormai nel destra centro ci si sgambetta alla grande per le Europee.

“Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, faccia un gesto di dignità e si dimetta. Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui”. Queste le parole di Andrea Crippa, vicesegretario della Lega.

E Greco? “Mi valutino con criteri oggettivi. Sono qui da nove anni, puntiamo a un milione di ingressi, stiamo lavorando al bicentenario. Mi lasciano basito gli attacchi della politica”. E ha invitato la premier Giorgia Meloni a visitare il Museo, che è privato e che non è sub iudice del Governo.

Crippa ha replicato: “Qualche anno fa Greco decise uno sconto solo per i cittadini musulmani e io chiesi ai cittadini di protestare inondando il centralino di telefonate. Lui mi denunciò, fui condannato in primo grado e assolto in secondo, vincendo la causa. E’ un direttore di sinistra che ha gestito il Museo Egizio di Torino in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana.

Il primo, eletto “Torinese dell’anno”, ci prova, il secondo non tiene un profilo basso ed entrambi fanno una inutile “ammuina”.

Manichei.