Frana il mercato auto, Fca però sale nel trimestre

Foto © Sara Minelli / Imagoeconomica

Frana il mercato dell'auto a marzo. Crollo analogo a quello registrato in Cina durante il Lockdown. Ma Fca nel trimestre registra il segno positivo. Stelvio al primo posto nel suo segmento. I concessionari alzano la voce. Federauto invoca incentivi. Papa: un piano di rottamazioni come nel '97 andato così bene che il gettito Iva coprì i costi per lo Stato

Come in Cina: il Covid-19 infetta il mondo dell’Automotive anche in Italia, manda in coma profondo il mercato. Nel mese di marzo le vendite di auto nuove sono precipitate dell’85,4%, scendendo a quota 28.326 unità. Nella regione di Wuhan il lockdown aveva determinato il calo dell’80% nelle vendite del mese di febbraio, analizzava la China Passenger Car Association.

Un calo simile non era mai stato registrato in più d’un secolo di motorizzazione nazionale. Per trovare un anno con circa 28mila auto vendute nel Paese bisogna tornare indietro fino agli Anni Sessanta.

Un crollo che non stupisce: tra la prima e la seconda settimana di marzo hanno chiuso quasi tutte le concessionarie, stop anche alle officine: i gruppi più grandi, come nel caso di EcoLiri, hanno messo a disposizione un numero attivo 24 ore su 24 per le riparazioni sui mezzi impegnati nei soccorsi o nel controllo dell’ordine pubblico.

Il lockdown proseguirà ancora nei prossimi giorni, il dato negativo si rifletterà anche sui bilanci del mese di aprile. La perdita stimata sul bimestre marzo-aprile è di 350mila auto, pari al 60% in meno.

Fca sale nel trimestre

Il logo Fiat (Imagoeconomica)

Nel mese di marzo il gruppo Fiat Chrysler Automobiles ha immatricolato 4.649 vecoli. Il crollo sul mese è del 90,34% se si fa il paragone con i poco più di 48mila veicoli venduti a marzo dell’anno precedente.

La quota di mercato scende dal 24,76% al 16,41%.

Nonostante il crollo inflitto dal Covid-19 però le cose migliorano per Fca se si paragona il trimestre gennaio – marzo con quello del 2019. Nel primo trimestre di quest’anno, Fca ha venduto 85.875 autoveicoli, che sono il 35,04% in meno rispetto ai primi tre mesi del 2020. La quota di mercato è risultata pari al 24,73% contro il 24,57% dell’anno prima. È uno 0,2% in più: un capello ma nella pratica vale oro perché è un segno + in un trimestre nel quale marzo non può proprio essere tenuto in considerazione a causa del totale congelamento delle attività.

Bene Fiat, Lancia, Alfa Romeo

Fca Cassino Plant

Segnali positivi arrivano dai marchi Fiat e Lancia. Nei primi tre mesi del 2020 hanno aumentato la loro quota di mercato. Fiat ha preso quasi un punto percentuale arrivando ad un +0,9% mentre Lancia registra un +0,2%.

Nella classifica dei 10 modelli più venduti ben il 50% sono prodotti dai marci Fca. Inarrivabili le Panda e le Ypsilon che nel loro segmento sono incontrastate: occupano rispettivamente la prima piazza e quella d’onore.Al terzo posto c’è un marchio estero mentre al quarto troviamo la Fiat 500 è quarta, tallonata dal modello più grande la Fiat 500X in quinta posizione. La Jeep Renegade ha riscosso più successo della sorella maggiore Compass ed è sesta.

Se analizziamo il trimestre in base al segmento, l’Alfa Romeo Stelvio prodotta a Cassino Plant è stata la più venduta registrando un segmento di mercato del 9,9%. Sia Panda che 500 occupano saldamente la prima posizione nella loro categoria; l’intramontabile utilitaria ha addirittura il 51,4%, il cinquino invece ha un più umano 13,3%. La Lancia Ypsilon continua ad occupare in maniera stabile la prima posizione nella classifica delle vendite nel segmento B: ha una quota di mercato pari al 16,2%.

Nel segmento C c’è gloria per la Fiat Tipo: nel trimestre è stata la più venduta (14,8% del mercato). Nei rispettivi segmenti sono state le più vendute Fiat 500X (12,1%) e Renegade (11,8%). Stesso dicasi per Fiat 500L (34,6%).

Servono incentivi

Davide Papa, Presidente Unindustria Cassino – Gaeta

I concessionari alzano la voce. E si fanno sentire, ricordando al governo Conte che l’Automotive garantisce numeri decisivi per il Pil nazionale, in termini di fatturato, posti di lavoro, tasse di circolazione, entrate fiscali dirette (la vendita dell’auto) e indirette (carburanti e pedaggi).

Per il presidente di Federauto Adolfo De Stefani Cosentino sottolinea che occorrono stimoli concreti e immediati. Primo su tutti la fine delle ecotasse che hanno caratterizzato il 2019. «Senza una immediata abolizione delle sanzioni CO2 per il 2020 – conferma Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia – senza l’allineamento fiscale dell’automobile a quello applicato da Germania, Gran Bretagna e Spagna, le conseguenze di mercato e occupazionali saranno devastanti».

Per Davide Papa, presidente di Unindustria Cassino-Gaeta cioè il polo in cui si trova lo stabilimento Cassino Plant «I rilevamenti dello smog emesso durante il lockdown hanno fornito indicazioni precise: l‘inquinamento atmosferico è dovuto ad un parco auto ancora troppo vecchio. Sommessamente rinnovo quanto ebbi a dire un anno fa: più utile di ecotassa ed ecobonus sarebbe un robusto incentivo alla rottamazione, con cui accompagnare le famiglie all’acquisto di auto nuove e meno inquinanti. Un piano ragionato di incentivi che coinvolga non solo le auto nuove ma anche i Km0 e l’usato almeno Euro6 senza distinzione di alimentazione».

Auto inquinanti

Davide Papa parla per esperienza diretta: guida il gruppo EcoLiri. Ricorda il precedente del 2009. «Al di là dei benefici per l’ambiente, gli incentivi ebbero un costo per lo Stato che venne però coperto in maniera praticamente totale dal maggiore gettito Iva che venne a determinarsi. Se vogliamo ripartire bisogna stimolare gli acquisti. E dare ai clienti un motivo in più, un’occasione straordinaria ed irripetibile per fare ora un acquisto».