“Fratelli civici” a Veroli: Baglione sta con Caperna e Papetti corre per sé

Il voto amministrativo di Veroli. Senza i Partiti ma con gli stessi che mettono in agenda rese dei conti future. E il "caso" di Antonio Abbate lo dimostra

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Lorenzo Baglione appoggerà Germano Caperna per il voto comunale di giugno e con i suoi va ad aggiungersi alla corposa lista di supporter attivi del candidato sindaco. E Baglione lo ha fatto sapere esattamente poche ore dopo che un altro candidato sindaco di Veroli del suo stesso “ceppo” politico di origine ha tenuto conclave in un locale cittadino. E ribadendo la “benedizione strategica” ricevuta da un autorevole esponente di quel medesimo Partito che a livello ufficiale ha dato disco verde a Baglione per vestire i panni civici.

Che significa, oltre che si deve correre a comprare un bancale di Aulin? La situazione è difficile e va centellinata con calma e dovizia. Perché per le elezioni amministrative di Veroli la parola chiave è “civismo”, che è faccenda confliggente con i partiti, soprattutto con quelli a forte vocazione identitaria come Fratelli d’Italia.

Con Germano? Via la tessera, grazie

Germano Caperna

Calma e gesso perciò e cerchiamo di capire bene. Nella circostanza di specie in corsa per la carica di Sindaco di Veroli, c’è Germano Caperna. Lui ha messo in piedi ed equalizzato al millesimo una piattaforma tutta civica che ha raggruppato buona parte delle forze politiche locali. Ma ad una condizione: via i simboli, via gli orpelli e via le ricette nazionali che li vedono legittimamente contrapposti sul molti temi.

Chi ha deciso di appoggiare “E’ Veroli” guidata dal docente ed ex consigliere provinciale ha dovuto mettere la tessera nel cassetto ed agganciare una dimensione locale da cui non si può prescindere. Si chiederà il voto per Veroli e per le cose verolane e, ove si vincesse, si lavorerà solo per Veroli e per le cose verolane, senza sgambetti delle segreterie che non saranno ammessi.

In questo mood si inserisce il comunicato ufficiale di Lorenzo Baglione, che è coordinatore locale di Fratelli d’Italia. E che “si schiera accanto a Germano Caperna nella sua corsa come prossimo sindaco di Veroli. Lo fa avendo dalla sua il supporto del partito, sintetizzato nella figura del responsabile elettorale Fabrizio Fiorini su nomina del presidente provinciale, l’Onorevole Massimo Ruspandini.

“Un’alleanza trasversale e civica”

Massimo Ruspandini

Ruspandini ha già certificato sia l’appoggio a Caperna che la rotta di un civismo svestito da orpelli nazionali: i territori si autodetermineranno perché ne hanno diritto, punto.

Baglione spiega che “quella proposta da Caperna è un’alleanza trasversale, civica, che pone basi di partenza e di lavori fuori dai vessilli di partito. Premesse essenziali che hanno qualificato, a mio avviso, questo come il progetto giusto per la crescita di Veroli e che fanno trasparire un messaggio chiaro”.

Un messaggio “che guarda avanti con ambizione, puntando a convogliare le migliori risorse del territorio. Per consentire una crescita dello stesso e per soddisfare nel miglior modo possibile le esigenze dei cittadini. Mettere il cittadini verolani al centro e blindarli dalle ingerenze di ogni ricetta partitica è l’architrave della piattaforma di Caperna, e Baglione fa sapere che per chi viene da quell’area sta bene.

“Superare gli steccati ideologici”

“Questo è il momento giusto per superare gli steccati ideologici, andando oltre la polarizzazione politica. E ponendo al centro di questo grande progetto gli interessi dei cittadini. Il respiro civico di questa coalizione sarà il raggio d’azione migliore nel quale inserire il mio contributo”. Il distinguo compare nel narrato e le origini non vengono ricusate, solo fatte arretrare, come del resto era accaduto anche con la nota della Lega che pure appoggerà Caperna.

“Pur restando chiara e ben riconoscibile la matrice politica in cui mi identifico ritengo che la coalizione che si è formata grazie al nome di Caperna potrà costruire un buon modello amministrativo a Veroli”. E in chiosa: “Auspico che tutti i verolani che si riconoscono nella nostra area politica prendano atto della decisione che il partito ha preso. A quel “tutti” le cose un po’ si complicano, non per Caperna, ma per l’area generale di riferimento e non a livello ernico.

Anche Papetti si candida, con 4 liste

Cristiano Papetti

Attenzione, c’è un particolare rilevante. Solo poche ore fa e dopo la candidatura numero tre, quella di Patrizia Viglianti, a Sant’Angelo in Villa un altro candidato ha sciorinato la sua proposta amministrativa: è Cristiano Papetti. Anche lui viene da Fratelli d’Italia, è un membro a tutti gli e(a)ffetti di un “cerchio magico” attivissimo che ha supportato le avventure politiche ed elettorali di Massimo Ruspandini e di Daniele Maura. Lui però corre per sé, si candiderà a sindaco in prima persona e capitana quattro liste: Orgoglio verolano, Uniti per Veroli DV, Nuova Veroli Fronte Veroli, Viva Veroli per Veroli Viva.

E per la parentesi ernica ha smesso i panni del militante per un civismo, sia pur con nuances grafiche destrorse, che ha aggregato, tra gli altri, il già candidato sindaco di Veroli sconfitto da Simone Cretaro nel 2019, Marco Bussagli. E con lui, almeno in loco, Antonio Abbate, che è esponente di lungo corso della destra e di Fratelli d’Italia, di cui è vice coordinatore regionale. Che nel suo intervento ha espresso rammarico per “l’assenza del simbolo”. Quello del partito di Giorgia Meloni con la fiamma.

Il rebus Abbate: solo un sodale?

ANTONIO ABBATE

Come va letta la sua presenza ad una kermesse più amministrativa che politica in purezza e tutta giocata su una strada antitetica a quella scelta e “non politica” del coordinatore provinciale eletto al congresso di dicembre 2023? Di certo la prima lettura è quella dell’amicizia e della stima nei confronti di Papetti, tuttavia non basta perché Abbate non è un semplice graduato di truppa, è un “colonnello”. Uno cioè che pesa ogni passo che fa ed ogni parola che dice sulla implacabile bilancia del suo ruolo.

E’ evidente che non c’è solo un’ala civica che non ha “digerito” la linea di Ruspandini, ma che c’è un’ala tutta politica che contesta la stessa sul terreno tutto interno delle dinamiche di Partito. E che forse vuole lanciare un’opa o quanto meno mandare un segnale chiaro ai quadri dirigenti per mezzo di esponenti di calibro. Persone che, altrimenti, non avrebbero posto suggello di presenza e lessico ad un evento locale ed almeno formalmente eterodosso.

Indipendentemente dalle cause, che restano serenamente tutte votate a privilegiare la territorialità verolana, l’effetto è quello di una possibile frattura (in politichese lasco dicesi “disomogeneità”) interna ai Fratelli. Frattura che, una volta archiviato il voto verolano, potrebbe arrivare dritta sul tavolo di Arianna Meloni. Ma non adesso.