Frosinone e le varie confusioni dei ruoli

A Frosinone a fare opposizione in Consiglio comunale è ancora una volta la maggioranza. Come ha fatto nelle ore scorse Anselmo Pizzutelli. Il che conferma l'assenza di un'opposizione coesa e incisiva. Manca una figura contrapposta al sindaco. Infine, la mancanza di risposte dirette degli assessori alle interrogazioni del Consiglio, delegando invece ai dirigenti.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Tanto l’opposizione ve la fate benissimo a soli“: sta tutta qui la sintesi della situazione politica nel Consiglio comunale di Frosinone. Sta nelle parole crude ma vere pronunciate ieri dalla consigliera di minoranza Alessandra Mandarelli durante i lavori del question time: le interrogazioni dei Consiglieri agli assessori ma alle quali in realtà rispondono i dirigenti.

Tre sono le circostanze oggettive, ormai cristallizzate.

Le tre circostanze

Anselmo Pizzutelli (Foto: Massimo Scaccia)

La prima. Il sindaco Mastrangeli e la sua maggioranza avranno per diverso tempo ancora una vera e propria spina nel fianco costituita dal consigliere (di maggioranza?) Anselmo Pizzutelli eletto nella Lista del Sindaco. È uno dei pochi a fare opposizione vera.

Anche ieri nel suo intervento ha posto una serie articolata e puntuale di quesiti sullo Scalo, sul percorso del Bus Rapid Transit, sulle ciclabili. Domande talmente chirurgiche da creare più di qualche difficoltà in coloro che devono poi fornire la risposta per bocca della maggioranza di centrodestra.

Surreale e per certi versi incomprensibile che debba essere quasi sempre il sindaco a togliere le castagne dal fuoco alla sua stessa maggioranza, anche dal punto di vista politico.

La seconda. È confermato che non esista a Frosinone un’opposizione. Se è un’azione unitaria coordinata e costante di critica (anche costruttiva, o anche di proposta alternativa) all’amministrazione del capoluogo, di fatto allora non esiste e non è mai esistita. Non c’è praticamente da quando il centrodestra governa la città. Si parla ormai di 15 anni. È anche per questo che il centrosinistra perde costantemente le elezioni comunali: non ha una figura che incarni il ruolo di oppositore autorevole all’azione del sindaco e del suo governo. Non ce l’ha in aula ed ogni volta deve inventarsi un cavaliere bianco.

Senza cavaliere

Domenico Marzi (Foto © Stefano Strani)

A dirla tutta, nemmeno quello ha. Come dimostra il fatto di avere dovuto riesumare dal suo glorioso Pantheon una figura di assoluta autorevolezza come l’avvocato Domenico Marzi. Che fu apprezzatissimo sindaco un quarto di secolo fa, oggi sarebbe padre nobilissimo di una nuova coalizione: ma chiedergli di iscriversi al Pentathlon olimpico di una competizione elettorale basandosi più sulla forza della gloria passata, indica che gloria presente spendibile non ce n’è.

Si assiste puntualmente ad iniziative personali di qualche consigliere di minoranza che interviene su problematiche varie. Ma buone solo per qualche comunicato stampa, o post su Facebook. Fare il leader dell’opposizione ed aspirare ad essere il contraltare riconosciuto dalla città è ben altro. Mentre fino ad oggi si è assistito a nulla di particolarmente interessante ed incisivo, tale da mettere veramente in difficoltà la maggioranza. E soprattutto condiviso da tutti i consiglieri di opposizione.

È come se il centrosinistra avesse ormai deciso di abdicare al proprio ruolo naturale, di stimolo e pungolo verso chi amministra. Avvilente è il fatto che si attenda un’investitura dal Partito per esercitare il ruolo. Funziona esattamente al contrario: se c’è qualcuno capace di unire e guidare l’opposizione è automaticamente il candidato. Mentre oggi l’opposizione si limita ad assistere da spettatore non pagante a quello che succede dentro e fuori dall’Aula. Tanto c’è Pizzutelli, l’altro però, quello eletto con il centrodestra, non Angelo eletto con il Pd, che ci pensa lui.

L’alibi del tecnico

Foto © Stefano Strani

La terza circostanza. La norma disciplina Il Question Time come l’attività che “consiste in una domanda che ogni singolo cittadino o rappresentante legale di associazione, può rivolgere al Sindaco e agli assessori su argomenti di pubblica utilità, che riguardino temi amministrativi locali di competenza della Giunta o del Consiglio comunale“.

A Frosinone la norma e le procedure del Question time sono state stravolte.
Alle interrogazioni dei Consiglieri rispondono i dirigenti e non gli assessori: questa rappresenta una evidente anomalia. L’intervento tecnico, se ritenuto necessario può certamente essere spiegato meglio dal dirigente. Ma il sostegno, la motivazione, la cornice politica alla risposta, deve essere data dall’assessore. Non da altri. Non si può demandare ad al dirigente quella che è una propria specifica attività, peraltro prevista dalle norme.

Non basta essere presenti in Aula e poi lasciare la responsabilità più gravosa alla parte tecnica. È necessario metterci la faccia e rispondere al Consigliere che ha formulato la domanda. È il rispetto delle regole e dei ruoli istituzionali. Fare l’assessore di un comune capoluogo comporta onori e oneri. Non è pensabile, né etico, scegliere solo gli uni, per lasciare gli altri.