E noi di Gallinaro scomunichiamo il Papa

E noi allora scomunichiamo il Papa.

La risposta alla scomunica inflitta dal Sant’Uffizio ai devoti del Bambinello di Gallinaro (leggi qui) arriva su quattro pagine: 1302 parole sul sito ufficiale della ‘Nuova Gerusalemme’ con le quali dire le stesse cose dette dal Vaticano. E cioè che nulla hanno in comune i devoti del Bambinello e la Chiesa di Roma.

In quei dodici paragrafi, la scomunica letta domenica in tutte le chiese della diocesi di Sora – Cassino – Aquino – Pontecorvo viene definita «la recente presa di posizione assunta, con arroganza e fuori tempo, dall’Istituzione guidata da Jorge Mario Bergoglio, che prima era e che ora non è più».

Cosa contestano da Gallinaro al Santo Padre? «Jorge Mario Bergoglio e l’Istituzione da questi guidata ha osato infrangere la Legge di Dio». E vengono ribadite le posizioni della Nuova Gerusalemme. In pratica proprio quelle che hanno convinto la Congregazione per la Dottrina della Fede a dichiarare il gruppo «chiaramente contrario alla fede cattolica, palesemente scismatico». Ed a far scattare la scomunica immediata ed automatica per chi vi aderisce, vi ha aderito, vi aderirà.

La Santa Sede li dichiara fuori dalla Chiesa? Poco male: da Gallinaro dichiarano il Papa fuori dalla religione: «Chi nega Gesù Cristo, Verità Assoluta, Bene Assoluto e non relativo; chi non crede in un Dio Cattolico; chi ritiene che tutti, al di là dell’appartenenza religiosa, sono parimenti figli di Dio; chi ritiene che l’Alleanza con il popolo ebraico non sia mai stata revocata; chi professa tutto ciò e molto altro, è già stato scomunicato dal Padre e, di conseguenza, non è più in comunione con lo Spirito del Padre. E senza la presenza dello Spirito Santo non si può impartire con validità alcun sacramento o celebrare con validità il rinnovamento del Sacrificio di Cristo».

Pertanto – sostiene la Nuova Gerusalemme – il provvedimento di scomunica è inesistente perché «Jorge Mario Bergoglio e i suoi ministri possono scomunicare coloro che li seguono nella loro eresia, non altri che da tempo non sono più in comunione con lo spirito che anima Bergoglio e i suoi ministri».

Intanto, la scomunica partita dal Sant’Uffizio è già in viaggio verso tutte le diocesi d’Italia su disposizione della Cei (leggi qui il precedente). Vengono confermate le disposizioni per la riammissione nella Chiesa per coloro che dovessero pentirsi e tutti i provvedimenti che erano già stati assunti da San Giovanni Paolo II (leggi qui tutta la storia) appena posò gli occhi su Gallinaro durante la sua visita fatta a Frosinone nel 2001.

(Leggi anche l’analisi del filosofo Biagio Cacciola ed il commento alla decisione del Sant’Uffizio).