Grande Capoluogo, otto Comuni dicono si al primo passo

Otto Comuni hanno detto si al primo passo per la creazione di un'area vasta che li metta insieme per gestire in modo integrato i loro servizi. È lo sviluppo del progetto 'Grande Capoluogo'. Altri due hanno detto si ma oggi non erano presenti. Il caso dell'emergenza smog. Dove la cabina di regia intercomunale sarebbe determinante per combattere l'inquinamento

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Non puoi fermare il vento con le mani insegnava Seneca. E per lo stesso motivo non si può fermare lo smog ricorrendo a quel metodo. Bloccare il traffico a Frosinone quando le centraline registrano che è stato superato il limite di veleni nell’aria è assolutamente inutile se le macchine continuano a circolare a Ceccano, Patrica, Giuliano di Roma, Torrice…

Il paradosso è che non c’è chi dovrebbe decretare lo stop simultaneo. Manca un coordinamento e manca un’autorità. Le norme ambientali che ogni anno complicano le cose non hanno tenuto conto di una semplice evidenza: la Ciociaria non è composta da villaggi distanti tra loro ma da paesi vicinissimi al punto che quanto accade in uno ricade su quelli vicini.

Una situazione che riporta al centro una proposta archiviata con troppa fretta otto anni fa. Quella di creare una città intercomunale che mettesse insieme Frosinone ed i centri vicini. Oggi quella proposta è stata riesaminata: otto sindaci hanno confermato il loro Si anticipato nei giorni scorsi; due erano assenti alla riunione convocata presso la commissione Area Vasta del Comune di Frosinone.

Hanno detto si Frosinone, Alatri, Ferentino, Morolo, Patrica, Pofi, Supino e Torrice. Assenti i Comuni di Arnara e Ripi che nei giorni scorsi, ascoltati singolarmente dalla Commissione presieduta da Vincenzo Iacovissi, avevano dato il loro assenso. Si comincia con una cooperazione sulla ricerca congiunta di fondi europei per progetti da realizzare insieme.

La visione di Turriziani

Giovanni Turriziani. Foto © Giornalisti Indipendenti

A credere nel progetto è stato per primo l’allora Presidente di Unindustria Frosinone Giovanni Turriziani. Nel 2018 fece analizzare in maniera compiuta le caratteristiche, le applicazioni e le opportunità del territorio intorno a Frosinone. Affidò il compito all’università di Roma Tor Vergata, alla professoressa Maria Prezioso che aveva condotto studi analoghi per diverse altre aree in Europa.

Perché analizzare le potenzialità dei vicini? Per verificare la possibilità di fare cose insieme. Non di fondersi in una stessa entità dando vita ad un nuovo Super Comune: più semplicemente fare cose insieme in maniera concordata ed organizzata da una cabina di regia. Nacque così lo studio di fattibilità denominato “Unione di Comuni per un nuovo capoluogo. Sistema cooperativo di città del frusinate“. (Leggi qui: Il miraggio di Turriziani per realizzare la metropoli Ciociaria).

Per essere chiari: la professoressa Maria Prezioso è un vero luminare della Geografia Economico-Politica. Ha portato all’unione di diversi territori in Europa, ottenendo aggregazioni che hanno migliorato la qualità della vita per i cittadini grazie a servizi gestiti in maniera più efficace. E soprattutto a progetti finanziati con fondi Europei agganciati proprio grazie alla nuova dimensione. La prof ipotizzava la possibilità di una città intercomunale, che mettesse insieme Frosinone Alatri, Ceccano, Ferentino, Patrica, Supino, Torrice, Veroli.

In anticipo sui tempi

Blocco del Traffico

Ognuno avrebbe mantenuto la sua identità, il suo sindaco, i suoi consiglieri comunali. Ma i servizi sarebbero stati divisi ed uno avrebbe coordinato un intero settore per tutti gli altri: ottimizzando i costi, migliorando l’efficienza. Soprattutto, di fronte ad un’emergenza smog come quella che sta avvelenando Frosinone ed i centri vicini, ci sarebbe stata una cabina di regia con un sindaco della città intercomunale con il potere di determinare lo stop alle auto inquinanti per tutta l’area abitata da quei 153mila abitanti potenziali.

Quella concentrazione oggi torna di drammatica attualità. Utile non solo per cercare di fermare il vento non più con due ma con sedici mani. Ma anche per affrontare un evento epocale come il prossimo Giubileo: occasione unica per concentrare risorse economiche, turistiche ed interventi strutturali sul Capoluogo e sui sette Comuni vicini. Per non parlare del peso politico che una simile area vasta potrebbe esercitare sui tavoli romani.

Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli già da tempo ha sensibilizzato i propri colleghi sindaci. L’Amministrazione del Capoluogo, nella città intercomunale ci crede: tanto che ha istituito una apposita Commissione consiliare, quella “Area Vasta“, presieduta dal Consigliere di opposizione Vincenzo Iacovissi.

L’ora della ricognizione

Vincenzo Iacovissi

Commissione che nella giornata di oggi alle ore 15, il presidente Iacovissi ha provveduto a convocare presso la sala consiliare del Comune, chiamando Sindaci dei Comuni di Frosinone – Alatri – Arnara – Ferentino – Morolo – Patrica – Pofi – Ripi – Supino – Torrice. Con due punti all’ordine del giorno. Il primo: l’audizione congiunta dei Comuni per la ricognizione della loro disponibilità ad istituire la città intercomunale; l’avvio della fase istruttoria.

È stato il punto di sintesi del lavoro avviato un anno fa. La Commissione guidata da Vincenzo Iacovissi (Psi) negli ultimi dodici mesi ha incontrato i singoli Comuni. Ha ascoltato le loro perplessità e le condizioni che secondo loro erano ottimali per dare vita ad una forte collaborazione. E tutti hanno dato una disponibilità di massima a cintinuare sulla strada del confronto.

All’esito di quella disponibilità oggi c’è stata la riunione collegiale “Nella quale confermare coralmente l’intenzione di dare vita ad un progetto di collaborazione rinforzata, senza precludere che il punto di caduta possa essere la creazione di una vera Area Vasta” spiega il presidente Iacovissi. Assenti solo Ripi e Arnara, tutti gli altri “hanno ribadito la propria disponibilità a gettare le basi per una cooperazione rafforzata, nella quale mettere insieme le energie per una forma di collaborazione. Che al momento è finalizzata a realizzare insieme progetti Europei. Unendoci, raggiungeremo una massa di popolazione tale che ci darà accesso ai finanziamenti comunitari. Fondi che con lo stesso progetto, ma presentato dai singoli Comuni, non sarebbero mai stati concessi”.

È il primo passo. La gestione integrata dell’emergenza smog potrebbe essere uno dei prossimi.