I tre binari che portano alle elezioni di Cassino

Le elezioni Comunali di Cassino. Il quadro che non si semplifica. Per chi potrebbe essere un vantaggio e per chi un handicap.

Cristo è risorto. Ma a Cassino di questo clima festivo c’è poco, molto poco. Sicuramente c’è più aria da ultima cena, dove tra chi tradisce prima del canto del gallo e chi vende il compagno per 30 denari, sicuro qualche morto politico ci scappa. L’asset delle prossime elezioni Comunali di giugno continua a viaggiare su tre binari.

I tre binari

Giuseppe Sebastianelli (Foto: Michele Di Lonardo)

Su uno c’è il treno dell’ex consigliere comunale Peppe Sebastianelli con il suo gazebo e l’immancabile compagno di viaggio Giorgio Pistoia: non lascia mai scoperta piazza Diamare. Di lui ha detto che è giovane, un giovane nonno: chiede ai cittadini indicazioni per il programma elettorale e interviene a gamba tesa qua e la su tutto. Un volto stanco che però lascia intendere che piuttosto che fare un passo indietro o al lato, ci morirebbe sotto il gazebo.

Le Primarie lanciate lo scorso autunno dovevano servire a creare una palude nella quale intrappolare Fratelli d’Italia lasciando un solo corridoio percorribile sul quale far passare il candidato scelto dall’area civico – leghista. E così stava per accadere. Invece, appena il commissario Fabio Tagliaferri (mandato a Cassino dal Provinciale di FdI per governare il dibattito) è stato tolto dalla palude e spostato a Roma per guidare la partecipata ALeS SpA, in una notte su quella strada è stato fatto passare il presidente del Movimento per la Vita Arturo Buongiovanni. Con tanti saluti alle altre manovre. Ed alle Primarie.

Anzi, no. Peppe Sebastianelli non ha accettato d’essere usato. E lui le Primarie se l’è fatte lo stesso. Contro Pistoia. Ma l’importante era mobilitare. E la gente, ai gazebo c’è andata. Ed ha incoronato lui e così si va avanti. Spalla fidata Franco Evangelista, a dire il vero un po’ defilato nelle ultime settimane, ma che nel pomeriggio di ieri ha pubblicato sui social il simbolo della lista del buon Peppe. Della serie, ci sto, anche se zoppicante, ci sto. Il fortino di Sant’Angelo in Theodice con la sua riserva enorme di preferenze è al sicuro.

Il buon Arturo

Arturo Buongiovanni

Poi eccolo arrivare il giovane non giovane, il buon Arturo Buongiovanni. Sempre il sorriso sul volto, sempre una parabola giusta al momento giusto. Una catechesi continua con la persona al centro di ogni discorso. Con lui c’è una coalizione di Centrodestra che nulla ha a che vedere con quei carri da baccanali e falloforie di un tempo. Poco sfarzo, incontri a gruppi, Arturo viaggia per “pianerottoli” e lascia le piazze.

Catapultato nel mondo della politica, per segni e volontà superiori, come più volte ha ripetuto lui, sta cercando di ricucire i pezzi di una coalizione che porta con sé ferite profonde sia nei Partiti che tra i singoli esponenti. Dove si teme anche di allungare una mano in segno di pace per paura di ritrovarsi con un moncherino. Una coalizione che lo scelto e lo ha messo in prima fila. Messa così, quella del giovane non giovane Buongiovanni non è una sfida ma una missione. Con l’obiettivo di provare a vincere le elezioni e soprattutto cambiare una lunghissima stagione dei veleni che ha inquinato il clima politico.

Arturo Buongiovanni ed Antonio Cardillo

Per centrare entrambi ha messo in piedi una squadra pronta a fare di tutto per conquistare lo scranno. Volti vecchi, volti nuovi, qualche ritorno di fiamma e qualche fiammella quasi spenta. Non saranno in lista nomi storici: come Benedetto Leone o Massimiliano Mignanelli: segnale evidente di rinnovamento. Fratelli d’Italia userà il voto per costruire la base su cui ricostruire il circolo cittadino: pacificare le aree di Angela Abbatecola e Gabriele Picano; mentre all’orizzonte nasce la sensibilità nuova che fa riferimento ad Antonio Cardillo. Pacificare e rinnovare: quello che Buongiovanni sperava. Al resto solo la Provvidenza potrà dare responso.

Salera sulle sue piazze

Enzo Salera

Ed eccolo lì, il sindaco in carica: Enzo Salera. Lo si vede con lo sguardo cupo che da sempre lo contraddistingue, ha iniziato a salutare con piccoli cenni e, a volte, anche con qualche sorriso. La politica a volte innesca miracoli. È sceso in piazza, dove la domenica mattina, spesso anche il sabato, ormai se ne va trotterellando come un trentino per Trento.

Sorride Salera, di un sorriso amaro. Ha dovuto caricare qualche pezzo di troppo sulla sua barca e teme che possa scoppiare un’epidemia di scorbuto devastante, così, all’improvviso. La squadra di sempre non è della marcia, volti noti e notissimi hanno lasciato spazio a new entry, ad accordi trasversali: dopo cinque anni sulla barricata opposta è stato concesso di tornare all’ex Dem Luca Fardelli. Nel 2019 stracciò la tessera Pd contestando la candidatura di Salera a sindaco. E dopo una vita a destra è passata a sinistra Francesca Calvani, eletta la volta scorsa in Forza Italia e più volte data in predicato di passare con Fratelli d’Italia.

Forse un po’ troppo. Interferenze che qualcuno proprio non riesce a mandare giù. È servita una riunione per pacificare e dire che basta: non ci saranno altri posti in carrozza. Intanto Salera affila le armi, pronto a mettere in vetrina tutto il lavoro fatto. Se il Covid ha portato solo morte e devastazione, sicuramente ha lasciato i fondi Pnrr. Le carte buone, il sindaco se le tiene per l’ultima mano, quando sarà importante avere il massimo da puntare sul tavolo.

Le variabili pericolose

Carlo Maria D’Alessandro ed Enzo Salera

Ma la scelta di tirare su la scaletta e lasciare a piedi alcuni che erano proprio convinti di salire ora rischia di rivelarsi controproducente. Come dimostra la scelta fatta in queste ore dall’ex sindaco Tullio Di Zazzo con il gruppo di Azione, l’ex sindaco Carlo Maria D’Alessandro e i suoi Liberi e Forti, i cugini Armando Russo e Arduino Incagnoli. Tutta gente che sarebbe stata pronta a fare la sua parte. Ma lo stop alla ‘contaminazione‘ con chi proviene da destra sta creando dolori di pancia. (Leggi qui: I candidati si blindano: più per necessità che per virtù).

Andiamo da soli e questa settimana presenteremo un nostro candidato sindaco” ha detto nei giorni scorsi Azione. L’ipotesi è quella di una candidatura a sindaco affidata all’ex assessore Barbara Alifuoco, titolare della delega alla Polizia locale fino al rimpasto di un anno fa. Enzo Salera non ci sta e mette in chiaro che se Azione vuole, spazio ce n’è: ma prima vuole vedere i nomi. Teme lo stesso gioco che venne fatto a Troia usando un celebre cavallo: “Spazio per Azione ce n’è ma a condizione ci faccia vedere i nomi dei suoi candidati a consigliere“.

Restano defilati ma in fibrillazione sparuti outsider, mai dire mai. Con il consigliere uscente Renato De Sanctis (No Acea) pronto a cacciare l’asso dalla manica, o a cavare il ragno dal buco. Ed una quinta compagine che punterebbe tutto su una donna. Con queste incognite la sfida sarebbe a cinque, ovviamente con i giochi da definire al secondo turno. E già c’è chi strizza l’occhio. No, non per un bruscolino fastidioso. Già si pensa ad un possibile alleato al ballottaggio.