Il covid affossa l’export del Lazio

L'analisi di Intesa Sanpaolo sui Poli Industriali. Il Lazio registra un crollo nel 2020. Ma perché nel 2019 aveva centrato risultati straordinari. Chi perde e quanto. E quali sono le prospettive

Giù l’Automotive, messo in ginocchio da un Covid che ha chiuso tutti in casa e ridotto all’osso gli spostamenti. Giù anche il Farmaceutico, congelato dalla ricerca disperata di un vaccino che per tutto il 2020 s’è visto solo in laboratorio e nei test. E giù anche l’Aerospaziale: niente viaggi da un Paese all’altro, da un continente all’altro, le flotte degli aerei ferme negli hangar per via della pandemia. L‘export dei poli tecnologici laziali ha registrato nel 2020 un calo del 14,7%: peggio della media nazionale che si è attestata ad un calo del 4,7%.

Sono i numeri rilevati dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo nel Monitor dei Poli Tecnologici del Lazio. Ma quei numeri vanno letti ed interpretati.

Effetto covid

Automotive
Foto: Kelly Lacy da Pexels

A rendere pessimi i numeri del 2020 è il paragone con un 2019 straordinario che aveva registrato ottime prestazioni in quasi tutti i settori produttivi. Brillante in modo particolare nei settori strategici come il Chimico – Farmaceutico e l’Aerospaziale. Ecco perché la forbice è così larga se paragonata con l’anno successivo, trascorso in lockdown per larga parte. (Leggi qui la situazione nel 2019: L’export del Lazio decolla: aerei, spazio e farmaci).

Intesa Sanpaolo sottolinea infatti come «i poli del Lazio si confermino tra le principali aree ad elevato contenuto tecnologico del Paese».

Poi ci sono i fattori intervenuti a modificare la rotta già nel 2021: i vaccini hanno fatto esplodere la produzione in tutte le aziende del distretto tra Frosinone, Latina e Roma. Gli incentivi hanno fatto ripartire la vendita di automobili.

L’anno orribile

Le cifre di Intesa San Paolo sul 2020 delineano un anno orribile.

Il Polo Farmaceutico laziale ha chiuso l’anno con un calo del 14,2% in fisiologica decelerazione rispetto al +40,4% del 2019. A condizionare la performance del polo farmaceutico è stata soprattutto la decelerazione degli scambi con gli Stati Uniti. Invece è tornato a crescere l’export verso il Belgio, primo sbocco commerciale con i suoi hub continentali del settore.

L’export potrebbe risentire di uno spostamento del mercato verso l’Italia. Infatti, nei prossimi mesi si potrebbe assistere alla realizzazione di una filiera italiana dei vaccini, che vede tra i protagonisti alcuni player del territorio: da Catalent e Sanofi di Anagni a Termo Fisher di Ferentino.

Il polo romano delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha chiuso il 2020 con un calo delle esportazioni del 6,3%.

Foto: Stefano Scarpiello / Imagoeconomica

Anche il polo Aerospaziale tra Roma, Anagni e Latina, dopo le ottime performance del 2019 ha evidenziato un ridimensionamento degli scambi (-22,9%), in particolare verso la Turchia.

Male nel 2020 anche il distretto della Ceramica di Civita Castellana: ha chiuso l’anno con un -7,3% nonostante l’inversione di tendenza del quarto trimestre che ha registrato un +2,8% tendenziale. Anche per questo distretto a pesare è stata soprattutto la contrazione del mercato americano mentre sono in aumento gli scambi con Austria, Paesi Bassi e Svizzera.

Battuta d’arresto addirittura per il distretto Ortofrutticolo dell’Agro-Pontino. Nel 2020 ha registrato una contrazione del 2,9% nonostante risultati positivi nel secondo e nel terzo trimestre. A pesare è stata soprattutto la contrazione della domanda da parte della Germania che da sola assorbe quasi il 50% delle esportazioni del distretto.

Il ruolo del credito

«Nel 2020 abbiamo concretamente sostenuto il tessuto produttivo laziale» garantisce Pierluigi Monceri, Responsabile della Direzione Regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo. E per il 2021? «Anche quest’anno garantiremo il nostro impegno allungando i tempi di rientro del debito. Consentiremo alle aziende di pianificare gli investimenti che siamo pronti a sostenere con 2 miliardi di nuovo credito».

Foto di Yury Kim da Pexels

«Dall’inizio della pandemia – ha aggiunto – abbiamo supportato le aziende laziali con erogazioni a medio-lungo termine, compresi gli interventi per il Covid-19, per oltre 2 miliardi di euro. Abbiamo inoltre concesso oltre 17.000 moratorie per un debito residuo di circa 3,4 miliardi. Abbiamo favorito oltre 17 accordi regionali di filiera».