Il messaggio degli industriali a Di Stefano (e non solo)

Cosa c'è dietro alle parole pronunciate ieri dalla presidente di Unindustria Miriam Diurni. E che in pochi hanno compreso. C'è un chiaro segnale alla politica. A Luca Di Stefano e Francesco Rocca. Su quanto sta per accadere con il nuovo Comitato per lo Sviluppo

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

C’è un messaggio chiaro nelle parole pronunciate ieri dalla presidente di Unindustria Frosinone Miriam Diurni. Inviato in prima battuta al presidente della Provincia Luca Di Stefano ed al Governatore del Lazio Francesco Rocca: ma anche a tutta la politica in genere.

Un messaggio che nasce dall’avere fiutato l’aria. E capito quali mosse si stanno per sviluppare nel Palazzo della Provincia con ricadute sullo sviluppo economico ed industriale. Gli industriali non invadono il campo e lasciano alla politica il suo ruolo: quello di tracciare la rotta e scegliere quali strade far percorrere al territorio. Ma dicono con chiarezza che non intendono più essere spettatori. Meno ancora hanno intenzione di essere spettatori passivi.

Le parole di Miriam

Miriam Diurni

Prima le questioni di apparenza, quella di superficie: tanto per fare un titolo sui giornali. «L’economia della provincia di Frosinone può decollare solo a due condizioni: la realizzazione di una stazione in linea della ferrovia ad Alta Velocità ed una concreta ‘manutenzione’ del sistema industriale. Non ci sono altre strade“: Miriam Diurni lo dice nel corso di un incontro con la stampa avvenuto nel capoluogo. Per la presidente la stazione rappresenterebbe ciò che per ‘economia del territorio è stata l’Autostrada del Sole negli anni del boom economico ma a condizione che sia una reale ‘opera di bacino’, concepita senza campanilismi“.

Oggi in provincia di Frosinone ci sono due fermate del Frecciarossa, una a Cassino ed una a Frosinone, una al mattino ed una la sera, entrambe però ‘fuori linea’ cioè il treno lascia il percorso Tav, si immette sulla linea ordinaria e poi rientra nel tracciato Veloce. Ai tempi della gestione Battisti venne ipotizzata la realizzazione di una stazione in linea, individuando anche l’area: a ridosso del casello autostradale di Ferentino e dello svincolo della superstrada. La stazione in linea porterebbe più le fermate di più treni, rendendo il nord della provincia di Frosinone totalmente integrato al sud della provincia di Roma. Significa: gente che viene ad investire qui perché Roma Centro è ad una sola fermata di treno.

Ma questo è solo per il titolo e per la cornice.

Il vero messaggio

Francesco Rocca e Luca Di Stefano

Sui tempi della politica, la presidente ha espresso tutte le sue riserve: “Basti pensare ai 30 mesi indicati per realizzare la nuova perimetrazione dell’area Sin e decidere se eliminare gli attuali vincoli ambientali. Sono tempi che non coincidono con quelli delle industrie, anzi spaventano i potenziali investitori sul territorio“. La presidente su questo tema ha sollecitato Regione Lazio e Provincia di Frosinone ad attuare lo snellimento delle procedure annunciato a novembre nel corso degli Stati Generali e la concreata attivazione del Comitato per lo Sviluppo. (Leggi qui: Dagli Stati Generali al Governissimo territoriale).

È proprio qui che sta nascosto il vero messaggio degli industriali per Luca Di Stefano, Francesco Rocca e la politica in genere. Il Comitato per la Ripresa e lo Sviluppo Sostenibile è stato istituito dal presidente Luca Di Stefano poco prima della riunione del nuovo Consiglio Provinciale uscito dalle urne di dicembre scorso.

Miriam Diurni agli Stati generali (Foto © Massimo Scaccia)

Le organizzazioni come Unindustria sono state invitate ad indicare un loro rappresentante che siederà al tavolo. Ed una parte della politica ha già iniziato a fare la voce grossa. Vogliono il timone. Non è un caso l’atteggiamento della Lega che durante lo scorso Consiglio Provinciale ha puntato i piedi manifestando un atteggiamento ruvido verso Luca Di Stefano.

Gli industriali non intendono invadere il campo. Né dettare la linea. Ma chiedono che il nuovo organismo creato da Luca Di Stefano non erediti i difetti del precedente Comitato per lo Sviluppo. Soprattutto che non rischi di diventare un giocattolo nelle mani della politica anziché uno strumento snello come i tavoli che hanno prodotto il documento finale per gli Stati Generali. (Leggi qui: L’orgoglio di un territorio che non si arrende).

La soluzione è una sola ed è a portata di mano. Tocca a Luca Di Stefano assumere la presidenza del nuovo Comitato per la Ripresa e lo Sviluppo Sostenibile. E poi delegare eventualmente ad un coordinatore. Ma eventualmente. E non sempre. perché è lui ad averci messo la faccia. Ed avere assunto gli impegni. È questo il messaggio degli industriali.