Il Pd guarda a nord ma non ad Anagni. E c’è un preciso perché

Il segnale per Anagni dietro le scelte della Federazione Dem sulla nuova Segreteria. Pesano le mosse fatte per le scorse Comunali. E le divisioni. Ma soprattutto il risultato

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Un Partito che, nella sua volontà di rinnovare e di aprire ai giovani, guarda, e pure tanto, alla zona nord della provincia di Frosinone. Con un’eccezione significativa; quella di Anagni. Alcune delle scelte fatte dalla Federazione Provinciale di Frosinone del Partito Democratico nel definire la nuova Segreteria presentata ieri non sono frutto del caso. Ma sono la spia evidente del fatto che Anagni paga l’atteggiamento quantomeno ondivago degli ultimi mesi. Che, tra le altre cose, ha portato anche alla sconfitta, la seconda in due tornate elettorali della sinistra in città alle elezioni comunali. (Leggi qui: Come si legge la nuova Segreteria provinciale Pd).

Lo hanno notato in tanti. Nella nuova Segreteria provinciale del Partito Democratico di Frosinone ci sono esponenti da Alatri, da Paliano, da Ferentino, da Acuto. Ci sono elementi di esperienza e giovani di talento, amministratori e quadri, c’è soprattutto pluralità e rinnovamento. C’è anche un anagnino in effetti; ma si tratta di Vittorio Save Sardaro, che è presente solo in quanto componente di diritto all’interno dell’organismo politico: perché è il fidatissimo Tesoriere del Partito.

Al di là, e per le suddette ragioni, della sua figura, Anagni nel nuovo organigramma del Pd provinciale non esiste.

Sardaro: il segnale di ciò che non andava

Legittimo chiedersi il perché. E la risposta, se in politica le scelte si fanno sulla base dei rapporti di forza (e la forza arriva dai risultati portati a casa), è che il Pd anagnino paga la batosta elettorale alle comunali del maggio scorso. Batosta che è costata la poltrona di segretario ad Egidio Proietti. Ed in effetti, anche la presenza di Vittorio in questo senso non è casuale, visto che Save Sardaro sulla collocazione del Pd alle ultime comunali aveva idee ben diverse da quelle poi messe in pratica.

Insomma, l’assenza di Anagni è la spia di un partito che non si è ancora ripreso dopo la sconfitta. Sconfitta che, bene ricordarlo, non soltanto ha visto la vittoria di Daniele Natalia, ma anche la mancata presenza del Pd al ballottaggio. E’ la seconda volta che questo accade, che cioè ad Anagni si arriva ad un ballottaggio senza una presenza cospicua di elementi di sinistra.

Anche nel 2018 il sindaco Daniele Natalia (sub coordinatore provinciale di Forza Italia) era arrivato al ballottaggio contro Daniele Tasca, leader di una coalizione che aveva all’interno anche esponenti di CasaPound. Questa volta però la botta è stata più forte, visto che all’interno della consiglio comunale non c’è neanche un consigliere comunale del Partito Democratico. Insomma, ad Anagni il Partito Democratico tende a languire.

Il grande silenzio del dopo Proietti

Egidio Proietti

Anche perché, dal momento successivo alle dimissioni del Segretario cittadino Egidio Proietti, arrivate quasi come un atto dovuto, il Partito in città ha taciuto, senza commentare in alcun modo le prime scelte del neo sindaco. Probabilmente le vacanze estive, probabilmente la necessità di aspettare i tempi del congresso.

Il rischio però è che il partito possa arrivare alla fine di questo appuntamento talmente estenuato dal rendere poi difficile creare una linea politica precisa. E tutto questo, fatalmente, ha avuto effetto sulle decisioni di Luca Fantini.

A questo punto per il Pd anagnino si tratta di ripartire. E pure in fretta. Per la Segreteria locale il nome che si fa è sempre più spesso quello di Serena Saurini, attualmente presente nel direttorio che sta traghettando il Pd anagnino nel dopo Proietti.

Ma che si tratti della Saurini o di chi per lei il problema sarà ridare una direzione politica ad un Partito che attualmente, almeno in città, sembra trovarsi in confusione.