Il Pd sceglie Paola Graziano, Stefanelli non infierisce

Finisce all'unanimità (della maggioranza) l'elezione di Paola Graziano a presidente del Consiglio Comunale di Minturno. Scontro con l'opposizione: "L'avremmo potuto votare pure noi, se ci aveste coinvolti". Subito le scuse "Colpa dei tempi troppo stretti". Si delineano gli schieramenti per le elezioni d'autunno

Voleva l’unanimità e l’ha ottenuta. Il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli alla fine ha avuto il suo nuovo Presidente del Consiglio Comunale, votato in blocco da tutti i rappresentanti della maggioranza. Paola Graziano da questa sera è il nuovo arbitro dei lavori d’Aula: una soddisfazione per lei, un trionfo politico per il suo sindaco.

Perché Gerardo Stefanelli da questa sera si avvia alle elezioni d’autunno con la conferma del suo peso politico e la certezza del caos interno al Pd, principale Partito della sua alleanza. I problemi ora sono tutti in casa Dem: il Gruppo consiliare ha votato nella maniera opposta a quella delineata dal Direttivo. I Dirigenti del Circolo avevano designato com presidente il capogruppo Matteo Marcaccio quale successore del dimissionario Giuseppe Tomao. Il Gruppo ha scelto in maniera autonoma. Esattamente quello che il sindaco sperava. (Leggi qui Confuso e felice il sindaco attende il Pd al varco).

Paola Graziano

Come mai? Quella votazione è un regolamento di conti interno al Pd. Tomao si è dovuto dimettere per opportunità: ha ricevuto un avviso di garanzia; Marcaccio rappresenta la corrente del consigliere regionale Enrico Forte, contrapposta a quella di Tomao fedelissimo del segretario provinciale Claudio Moscardelli. E Paola Graziano? È la candidata che cinque anni fa è stata eletta in tandem con Tomao: non c’è bisogno di aggiungere altro.

La lettera non scarlatta

Sul piano politico Tomao ha dimostrato di poter ancora dare le carte. La conferma sull’indicazione del nome di Paola Graziano era stata sancita in una lettera che il Gruppo consiliare del Pd ha consegnato alla vice presidente vicaria del consiglio Maria Di Girolamo (Forza Italia), prima dell’inizio della seduta. 

A sostenere quell’opzione sono stati gli altri due moscardelliani presenti in Consiglio: Americo Zasa e Francesco Sparagna. Un boccone amaro per il capogruppo consiliare Matteo Marcaccio ed il segretario cittadino Franco Esposito

Nel momento in cui i Dem hanno indicato in modo ufficiale il loro candidato, il resto della maggioranza ha rispettato la richiesta avanzata dal sindaco Gerardo Stefanelli che chiedeva l’unanimità. Si sono allineati in sede di votazione i civici di “Minturno Domani” (Giuseppe Pensiero, Gennaro Orlandi e Ines Conte), l’indipendente Domenico Riccardelli e naturalmente lo stesso primo cittadino. 

Una linea indigesta

Maurizio Faticoni

La linea politica che ha consentito l’elezione del primo presidente donna del Consiglio comunale di Minturno è stata indigesta a molte anime della maggioranza. Ma anche alle minoranze di centrodestra. Come ha rimarcato in un appassionato intervento l’avvocato Maurizio Faticoni. 

Insieme ai colleghi di gruppo Massimo Signore e Maria Di Girolamo si è astenuto sull’elezione della Graziano ma l’occasione è stata ghiottissima per stigmatizzare l’arroccamento politico del Pd.

L’elezione a presidente della dottoressa Paola Graziano – ha osservato Faticoni – avrebbe merito per lo spessore umano e politico il consenso di tutta l’aula consiliare. Era avvenuto così cinque anni per la nomina di Tomao. E ora cosa è successo? Semplice – ha stigmatizzato il consigliere d’opposizione –  il Pd era più impegnato nelle beghe interne anziché coinvolgere l’opposizione in un confronto sulla scelta del presidente per farle ottenere l’unanimità dei consensi”.

Insomma, c’erano i margini per una maggioranza ancora più ampia: ulteriore segnale in vista delle prossime Comunali d’autunno. Se il Pd non vorrà stare al fianco di Stefanelli c’è chi è già pronto a sostenerlo. “Si è trattato di un mancato garbo politico, ci avete messo nella condizione di non votare” ha tuonato Faticoni.

Per la cronaca, risultavano assenti Massimo Moni della Lega, Tommaso Iossa e Fausto La Rocca di Fratelli d’Italia.

Questioni interne

Paola Graziano

Gerardo Stefanelli sta attento a non aggiungere paglia sul fuoco. “Sono tutte dinamiche interne al Pd minturnese nei confronti delle quali non vogliamo mettere becco“. Una filosofia ribadita nel suo intervento da uno dei luogotenenti, Gennaro Orlandi di “Minturno Cambia”.

Paola Graziano si è subito calata nel ruolo. Ed ha vestito i panni del pompiere. “Il mio mandato durerà pochissimi mesi, vorrei utilizzarlo per dare stabilità alla parte conclusiva di questa positiva consiliatura. Ci aspettano scadenze davvero importanti“.

A farle da scudo è stato Giuseppe Tomao. “Nessuna scortesia verso la minoranza, la nostra linea è stata dettata solo dai tempi ristretti” ha dichiarato l’ex presidente.

Ma nel Pd le confezioni di Maalox non sembrano più essere sufficienti per lenire i continui mal di pancia. L’assessore alla scuola Mimma Nuzzo (Sinistra Dem) avrebbe preferito il giovane capogruppo Marcaccio. Inoltre il segretario cittadino e consigliere comunale Esposito ha messo a nudo un altro nervo delicatissimo: ha rivelato l’esistenza di pressioni esterne al Pd sul nome da indicare e far votare all’aula.

Una posizione che il capogruppo di Moderati per Minturno Massimo Signore non ha tardato un istante a biasimare in consiglio comunale: “Qualcuno ci smentica. Nessuno si è mai intromesso nelle vostre decisioni, che rimangono di carattere politico e interno al vostro partito. In questi anni abbiamo sempre teso una mano per dare un aiuto con i lavori e purtroppo in questa occasione vi siete chiusi a riccio. Contenti voi“.

Il dribbling di Stefanelli

È stato abile il sindaco Gerardo Stefanelli a voltare subito pagina. Ed a ricordare all’Aula che c’era anche un altro punto nell’Ordine del Giorno, il rendiconto di gestione esercizio 2020.

Si  chiude  positivamente un ciclo di amministrazione ‘finanziaria’ durato 5 anni: il risultato è un ente risanato , con una cassa ampiamente positiva , con una struttura veloce nei pagamenti, con adeguate coperture del rischio contenzioso, capace di approvare gli ultimi 2 bilanci entro il 31 dicembre, cosa molto rara per gli enti locali, in special modo ai tempi del Covid”.

Con o senza  il Pd al suo fianco nella prossima tornata elettorale ormai è discorso sempre più relativo.