Il virus della politica e la matematica del contagio

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Continua la fortissima impennata di nuovi casi da Coronavirus. Intanto il premier Giuseppe Conte è sparito, tutti litigano con tutti e Roberto Speranza prova a convincere che non ci sarà un altro lockdown. Però il Covid si riproduce con il sistema della crescita esponenziale…

Mentre il virus Covid ha ripreso la corsa, la politica italiana ha ripreso a fare quello che le riesce meglio: litigare. Prima i dati sui nuovi casi di Coronavirus: ieri sono stati 1.071 in Italia. Si è superata quindi quota mille. Tre i decessi, 243 i guariti. Era dal 12 maggio che non si superava quota mille.

C’è da tenere conto del numero dei tamponi: più se ne fanno e più si scoprono nuovi casi: 77.000 i tamponi effettuati. Diminuiscono però i malati ricoverati in Terapia Intensiva. Sono 64.

È questo il vero dato da tenere sotto controllo: il caos che si è determinato in Lombardia a marzo venne generato dall’esplosione dei casi gravi tutti nello stesso periodo, saturando il numero di letti disponibile. Per salvare le vite fu necessario smistare in Italia ed in Europa i pazienti che avevano bisogno di un respiratore che in Lombardia ormai non c’era più.

Il boom del virus nel Lazio

Nicola Zingaretti con Alessio D’Amato Foto © Sara Minelli / Imagoeconomica

Nel Lazio sono stati rilevati 215 positivi (9 in Ciociaria), una cifra mai toccata prima, neanche nei mesi più critici dell’epidemia. Tra questi, una buona parte è asintomatica e più della metà sono casi di rientro (soprattutto dalla Sardegna) o di importazione. (Leggi qui Il colpo di coda del Covid, sull’asse Lazio – Sardegna).

Le regioni con più casi sono state, oltre al Lazio, la Lombardia (185), il Veneto (160), e l’Emilia Romagna (80). L’unica regione a zero contagi è la Valle D’Aosta.

Dall’Iss una precisazione sull’indice Rt. L’indicatore di contagiosità “potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale” in quanto il suo valore attuale, pari a 0,83 relativamente al periodo compreso fra il 30 luglio e il 12 agosto 2020, è stato calcolato “sui soli casi sintomatici”.

L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) nel bollettino settimanale sull’evoluzione del virus ha fatto il punto, spiegando che Rt “indica che, al netto dei casi asintomatici identificati attraverso attività di screening/tracciamento dei contatti e dei casi importati da Stato estero (categorie non mutualmente esclusive), il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro Paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane”.

L’età media si abbassa

La conclusione però è che i nuovi contagi sono tantissimi e che l’età media si è abbassata. Ci sono più asintomatici e la stessa malattia è cambiata rispetto a febbraio-marzo. Fa meno male, ma cambia poco per gli scenari del sistema Paese.

Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

In tutto questo il premier Giuseppe Conte è sparito, lasciando al ministro della salute Roberto Speranza il compito di ripetere ad ogni passo che non si farà più un nuovo lockdown come quello già affrontato. Ma nessuno in realtà è in grado di saperlo. Il Lazio e la Sardegna litigano su chi infetta chi, mentre Vincenzo De Luca si appunta sul petto la stella di sceriffo e promette che è pronto a chiudere la Campania. Provocando la reazione del Governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ma pure di vari esponenti del Governo. Guai a dire lockdown. E intanto il Covid-19 è diventato argomento da campagna elettorale, per le Regionali e per il Referendum.

Qualche giorno fa il Corriere della Sera, attraverso uno studio della propria sezione dedicata alla Scienza, ha spiegato perché facciamo tutti fatica a comprendere la “matematica del contagio”. Scrivendo: “Il meccanismo mentale che ci impedisce di valutare in maniera corretta questo tipo di crescita del virus — la crescita esponenziale: quella, purtroppo, che segue la diffusione del Coronavirus, che può portare al raddoppio dei casi ogni 3-4 giorni senza misure di contenimento — è noto come «exponential growth bias»: e secondo quanto riportato, numerosi studi hanno dimostrato che chi ragiona in questo modo sottovaluta la pericolosità della diffusione del virus ed è più propenso a ignorare le regole di distanziamento sociale, copertura di naso e bocca, igiene delle mani.

«In altre parole: questo semplice errore matematico potrebbe costare parecchie vite, e la sua “correzione” dovrebbe ora essere una priorità», scrive David Robson, autore del libro «The intelligence trap: why smart people do dumb things» (pubblicato in Italia da Ponte alle Grazie con il titolo Le trappole dell’intelligenza)”.

Cosa determina il picco

Covid-19 i test sierologici. Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

Ma cosa succede in realtà? Cosa determina l’impennata della curva dei contagi. Il Corriere lo ha spiegato in questo modo: “La Bbc spiega poi la differenza tra crescita lineare (se un albero produce tre mele al giorno, ne avrò in totale zero il primo giorno, tre il secondo giorno, 6 dopo 72 ore, 9 dopo un altro giorno, eccetera) e crescita esponenziale (zero il primo giorno, 3 il secondo, 9 il terzo, 27 il quarto, etc)”.

Che il «bias» esista è noto da millenni: secondo una leggenda indiana, un re offrì al bramino Sissa ibn Dahir una ricompensa per aver inventato una versione del gioco degli scacchi; Sissa chiese del grano, in una quantità che seguisse la regola di un chicco nella prima casella, due nella seconda, quattro nella terza, raddoppiando ogni volta fino alla sessantaquattresima; il re lo considerò estremamente modesto, e ne sorrise; finché i suoi tecnici non gli spiegarono che in tutto il regno non ci sarebbe stato grano a sufficienza per coprire la richiesta (che ammontava a 18.446.744.073.709.551.615 chicchi, in totale)”.

Il virus si riproduce in questo modo e non ha altro obiettivo se non quello di duplicarsi. Come una fotocopiatrice. Se la politica non lo capisce, sarà complicato venirne fuori in due anni. Come ha profetizzato l’Oms.