Ilva, finalmente il bando: entro aprile si può comprare Patrica

Intesa al ministero. Pronti i bandi per la vendita dello stabilimento Ilva di Patrica. Lunedì la pubblicazione. E se qualcuno è davvero intenzionato a comprare può farlo fino al primo aprile. I vincoli. E le clausole.

Giù la maschera, basta con i giochi a nascondino. Se qualcuno è intenzionato davvero a comprare lo stabilimento Ilva di Patrica da lunedì può farsi avanti. C’è il via alla vendita dell’impianto siderurgico: il Ministero per lo Sviluppo Economico nel pomeriggio ha definito i bandi.

Le condizioni per l’acquisto, le garanzie da presentare, i vincoli da rispettare, verranno resi pubblici la prossima settimana: chi vuole l’Ilva dovrà mettere mano al portafogli e fare un’offerta sulla base dei parametri stabiliti dai tecnici. Si dovrà impegnare a rispettare il piano industriale per cui il sito viene ceduto. In altre parole: se lo stabilimento viene venduto per fabbricarci un determinato tipo di manufatti, chi compra non potrà poi cambiare idea. E farci altro. È una clausola con cui evitare speculazioni o che l’ex impianto siderurgico possa essere trasformato in un cimitero per i rifiuti.

L’iter dal 2014

La definizione dei bandi arriva dopo un lungo iter. L’impianto ha lavorato l’alluminio fino a sette anni fa. Poi inizia la procedura di licenziamento collettivo e si conclude a dicembre del 2014. L’anno successivo lo stabilimento è entrato in amministrazione straordinaria, seguendo il destino dell’intero gruppo siderurgico nazionale. 

Nel 2017 gli indiani di Arcelor Mital hanno valutato come ‘non interessanti’ lo stabilimento di Patrica, quello Torino e di Varzi ed hanno comunicato al Ministero la loro intenzione di non procederà all’acquisizione di quegli stabilimenti.

A quel punto si è proceduto con la vendita dei siti principali (Ilva di Taranto, Novi Ligure e Genova). E poi con la bonifica e messa in sicurezza di Patrica Torino e Varzi.

E ora l’ultimo step: la definizione del bando per la vendita separata dei 3 siti.

Le offerte devono essere presentate entro il primo di aprile. Sarà compito del tavolo ministeriale valutarle e stabilire a chi assegnare la struttura.

Nessuna clausola per i lavoratori

Al tavolo erano presenti il responsabile finanziario di ‘Ilva in amministrazione straordinaria’ Claudio Sforza, il commissario Enrico Laghi, il dottor Fortuna dell’Unità di Crisi presso il Ministero dello Sviluppo Economico, il deputato Enrica Segneri (M5S), il segretario dei metalmeccanici Cisl Fabio Bernardini ed in rappresentanza degli ex lavoratori Nico Evangelista.

La Cisl ha fatto l’impossibile per inserire all’interno del bando una serie di clausole a garanzia degli ex lavoratori. Ci si è dovuti fermare di fronte alla normativa che vieta gli aiuti di Stato: avrebbe reso nulla l’intera operazione.

Però il tavolo ministeriale potrà tracciare un percorso nel quale agevolare il reinserimento degli ex lavoratori: si tratta di personale specializzato nella lavorazione dell’alluminio, spesso dotato di competenze che non è facile trovare sul mercato.

Giù la maschera

Soddisfatto i segretario Fim Cisl Fabio Bernardini. Secondo il quale «finalmente, dopo oltre 7 anni di lotte, il tavolo odierno ha prodotto dei risultati concreti. Soprattutto ha indicato una data di scadenza a questa vertenza. Il primo di aprile sapremo finalmente se le manifestazioni di interesse più volte lanciate dalla comunicazione e dalle forze istituzionale della nostra provincia hanno fondamento concreto. Finalmente sapremo Se c’è una reale volontà di investire sullo stabilimento di Patrica e dare un futuro agli ex lavoratori che da troppo tempo stanno aspettando risposte sul loro futuro».

Nel passato infatti c’erano state varie manifestazioni di interesse. La più clamorosa era quella che veniva dal gruppo Capobianco che intendeva produrre portelloni per navi ed aveva bisogno di capannoni e carri – ponte esattamente dell’altezza presente a Patrica. (leggi qui Capobianco gela tutti: «Ilva di Patrica? Alla fine ho comprato in Romania»)