Gli avvocati non sono uguali: assolti Pompeo e Marini

La Corte dei Conti assolve il presidente della Provincia e l'ex Dg. Legittimi gli incarichi ad avvocati esterni. Perché l'Ente non ne aveva abbastanza. E non tutti sono uguali

Gli avvocati non sono sacchette di cemento, non sono tutti uguali: ognuno ha la sua competenza in un settore specifico del Diritto, ha maturato esperienza su un determinato tema. Un legale ferrato sulle norme Ambientali non avrà necessariamente la stessa destrezza nel padroneggiare una causa per omicidio stradale. È per questo che non possono essere assoggettati al Codice degli Appalti come se non ci fossero differenze tra loro. È sulla base di questo principio giuridico che il presidente della Provincia di Frosinone Antonio Pompeo ed il suo ex Direttore generale Antonio Marini sono stati assolti.

Corte dei Conti Foto: Massimo Franceschin / Imagoeconomica

A sostenere quel principio è stato l’avvocato Sandro Salera del Foro di Cassino Lo ha dimostrato di fronte alla Corte dei Conti che aveva chiamato in giudizio il presidente e l’ex responsabile della macchina amministrativa di Palazzo Iacobucci.

Incarichi agli avvocati esterni

Pompeo e Marini erano accusati di danno erariale, cioè avere provocato un danno da 70 mila euro alle casse dell’ente. Perché? Avevano conferito una serie di incarichi ad avvocati esterni nonostante vi fosse un ufficio legale interno. Perché spendere soldi per uno studio legale se la Provincia ha il suo?

L’avvocato Salera ha sostenuto che gli incarichi di assistenza legale non possono essere gestiti come una fornitura di materiali. Perché si fondano sul rapporto fiduciario con il professionista. E dunque ha evidenziato come in questi casi non sia applicabile il Codice degli Appalti, come se si trattasse di una fornitura di penne o risme di carta. In base alla norma avrebbero dovuto ruotare in continuazione i professionisti.

Antonio Pompeo

Non si fidavano degli avvocati interni? La situazione non stava così. L’organico dell’Ufficio Legale interno della Provincia era sottodimensionato rispetto alla mole di fascicoli da esaminare e da smaltire. Un problema comune a quasi tutte le amministrazioni pubbliche italiane, sommerse da cause per risarcimenti ed impugantive di ogni tipo.

La presidente della Corte dei Conti Anna Bombino ed il suo collegio hanno accolto le tesi difensiva: ogni legale ha le sue peculiarità, ogni Ente ha un carico enorme di procedimenti ed un’avvocatura interna adeguata costerebbe molto di più. Da qui l’assoluzione per il presidente Pompeo ed il Direttore generale Marini.