La guerra di Nicola

«Quello che è accaduto, dunque, durante l’ultimo fine settimana, a Frosinone, sui mezzi pubblici che transitavano nella zona del capolinea di piazza Pertini, rischia di essere, soltanto, il più recente ma non l’ultimo dei fatti di gravi soprusi subiti dalla nostra comunità locale che, considerata anche a livello provinciale è, di fatto, la vera ed unica comunità ospitante». Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani è un esperto di comunicazione: ha studiato alla Luiss e il suo target elettorale è finito sul tavolo del presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi.

La sua presa di posizione è tempestiva e attuale. Non soltanto per l’episodio di Frosinone, ma pure per quello che sta succedendo a livello nazionale e internazionale. L’azione delle navi italiane in Libia ha una forte connotazione politica: il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell’Interno Marco Minniti da un lato voglio contenere l’azione della Francia di Macron sul Mediterraneo, ma dall’altro intendono diminuire (come sta accadendo) l’arrivo di profughi per provare a contenere la Lega e i Cinque Stelle.

Perché su un punto nessuno dubita: la questione immigrazione determinerà il risultato delle prossime politiche.

Nicola Ottaviani ancora una volta ha giocato d’anticipo. Ha scritto nella sua articolata presa di posizione: «E allora dobbiamo ormai ragionare in termini strettamente giuridici, poiché non stiamo discutendo, qui, di chi sia a favore o contro l’assistenza sociale internazionale, nei confronti dei profughi abbandonati in mare dai mercanti di essere umani, ma stiamo discutendo se sia giusto o meno assistere con inerzia all’utilizzo criminale di una legge che sta finendo per alimentare le casse private dei soliti furbetti, senza scrupoli, con un business ormai fuori controllo.

In altri termini, se all’interno di un asilo d’infanzia convenzionato un direttore, anziché preoccuparsi di fornire adeguata assistenza agli alunni in fasce, si preoccupa, invece, soltanto di ‘ammucchiare’ bambini dentro le stanze, al fine di aumentare le iscrizioni e gli incassi, è tenuto ad assumersi responsabilità giuridiche rilevanti per la propria condotta, poiché amministra provvidenze pubbliche e genera situazioni di pericolo per i piccoli ospiti, allora lo stesso criterio deve valere per quelle imprese e per quelle associazioni di finto volontariato, che stanno trasformando alcuni settori della nostra comunità in autentiche polveriere sociali e relazionali. Del resto, se alcuni operatori privati percepiscono dallo Stato dai 38 ai 40 euro al giorno, per l’assistenza completa per ogni profugo, per poi abbandonarli a vagabondare quotidianamente, nell’ozio più totale, in giro per i quartieri, dovrà pure esserci un meccanismo minimo per ripristinare la legalità e anche la decenza».

 

Intanto ha annunciato l’istituzione di un numero verde a Frosinone «per monitorare quanto sta avvenendo e per attenuare la degenerazione di questo fenomeno, non più tollerabile. Un numero verde «per segnalare gli episodi e gli elementi che saranno trasferiti alla conoscenza dell’autorità giudiziaria, oltre che della Prefettura e della Questura, affinché le vere espulsioni, almeno dal circuito economico, siano relative a quei soggetti che fanno mercimonio illecito delle disavventure che colpiscono i profughi, unitamente alla presentazione delle denunce verso i singoli soggetti responsabili di sopraffazioni e violenze verso i cittadini, italiani o stranieri, della nostra collettività».

Silvio Berlusconi potrebbe apprezzare anche questo tipo di iniziativa. Proprio sicuri che Ottaviani non possa essere candidato?

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