La metamorfosi di Ferraguti

Qualcosa è cambiato. Anzi, tutto. E’ passato dal “j’accuse” nei confronti della classe politica agli appelli al mondo imprenditoriale e associativo, dal “volemose bene” al “partiamo all’assalto”.
Ma sempre con proposte e programmi. Il “fare squadra” è rimasto, ma in un contesto diverso: non più “contro” la politica ma a favore del territorio. Adesso Silvio Ferraguti parla di “vertenza Ciociaria” e di convocazione degli “stati generali” del mondo produttivo locale.
Dedica un’attenzione dettagliata alla comunicazione: le sue note sono studiate, precise, logiche, condite di numeri e riferimenti. Nulla è lasciato al caso. E nel mondo politico, (da destra a sinistra) se ne sono accorti tutti. La comunicazione è fondamentale nel mondo moderno e Ferraguti, da navigato capitano di impresa, lo ha capito.

E’ un Silvio Ferraguti belligerante ma propositivo, quello che sta attraversando il mese di agosto.

Anche di lui si parla nelle ‘veline al veleno’ che periodicamente qualche misterioso agente sul territorio invia a Roma al quartier generale di Silvio Berlusconi (leggi qui il precedente). E non se ne parla bene. Certo non nei termini usati per Mario Abbruzzese (“ha ridotto Forza Italia ad una cosa sua personale“), o per il coordinatore provinciale Pasquale Ciacciarelli (“…un servo sciocco al servizio di Abbruzzese, non prende mai un’iniziativa personale”), oppure di Antonello Iannarilli (“ha lasciato in mutande il Partito anteponendo i suoi interessi personali a quelli del territorio, candidandosi alla Regione e lasciando la Provincia dove lo avevamo eletto; non è stata una grande perdita dal momento che tutte le decisioni le prendeva Andreina Raponi“) o Gabriele Picano (“… è un opportunista, stava con noi, poi ci ha fatto votare Monti, poi non gli hanno dato niente ed è tornato”).

In quelle note, di Silvio Ferraguti si dice che è entrato nel Partito ma dopo le elezioni non ha fatto più niente. E che ancora adesso sta dividendo il Partito perché si contrappone a Mario Abbruzzese puntando a creare una sua corrente che unisca i forzisti anti Abbruzzese soprattutto nel nord della provincia.

Ma qualcosa sta succedendo. Può darsi che, in vista degli scenari di possibili nuove elezioni politiche anticipate, Silvio Berlusconi voglia puntare su candidati che provengono dal mondo dell’impresa, che parlino il linguaggio dell’economia, che individuino i problemi dei territori. Tutte cose che Silvio Ferraguti sta facendo.

Ma l’uomo è tale che stavolta non si accontenterà di stare in panchina. Può anche darsi che altre formazioni politiche si siano accorte di lui e che quindi, nel caso di porte chiuse da parte degli “azzurri”, lui possa guardare altrove. Può darsi.

Secondo altri potrebbe puntare a riprendersi la presidenza della Federlazio, ma al momento questa ipotesi non trova conferme.

Fatto sta che per uno che si chiama Silvio, quale partito migliore di Forza Italia per mettersi alla prova sul piano politico?  Lui non si ferma e continua ad affrontare, uno dopo l’altro, i grandi temi economici e sanitari del territorio. Ognuno è quello che comunica. Soprattutto in politica.

Silvio Ferraguti ha gettato il dado.