La mozione: “Abolire il Consiglio Regionale del Lazio”

La mozione protocollata il 2 giugno: Davide Barillari chiede la soppressione del Consiglio Regionale del Lazio.

Ci ha messo un anno per rendersene conto. Ha compiuto con serità il suo lavoro, studiando a fondo ogni situazione prima di intervenire e proporre una soluzione. Ma sempre con un senso di irrisolto al suo interno: un indefinito tarlo che gli ispirava una costante sensazione di disagio, il senso d’essere nel posto sbagliato. Alla fine il Consigliere regionale del Lazio Davide Barillari ha compreso cosa fosse quella sensazione: ha preso carta e penna ed ha buttato giù con tempesitvità un documento. Una mozione: con la quale chiede l’abolizione del Consiglio regionale del Lazio.

Sopprimere il Consiglio

Regione Lazio, l’Aula Consiliare. (Foto: Carlo Carino / Imagoeconomica)

Nove pagine. Scritte fitte. Con una premessa articolata, una presa d’atto in due capoversi, ben nove capitoli per argomentare la propria tesi. Ed infine le conclusioni: “Tanto premesso, visto e considerato, si impegna il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ad avviare tutte le iniziative necessarie per l’abolizione del Consiglio Regionale del Lazio”.

Il motivo? La sintesi di quelle nove pagine sta in poche righe: “i suoi eccessivi costi sulle casse pubbliche, la sua scarsa rappresentatività nella difesa degli interessi reali dei cittadini, la sua inefficacia nel produrre atti e leggi che abbiano un reale e favorevole impatto sulla vita dei cittadini residenti nella Regione Lazio”. Ma c’è dell’altro: il consigliere ne ha scoperto “la sua inutilità nello svolgere il mero compito di ratificare delibere, nomine e decisioni già prese autonomamente dalla Giunta regionale e dal Presidente di Regione”.

Forse, intimamente, lo aveva già capito. È per questo che dieci anni fa Davide Barillari si candidò a Governatore, sotto la bandiera del Movimento 5 Stelle: quello della prima ora, duro e puro. Al quale, intimamente, non ha mai abdicato. E – gli va riconosciuto – ha cercato in ogni modo di tenere in vita con la sua coerenza.

L’intuizione inespressa

E poi non è un luogo molto perbene. Davide Barillari non ha paura di dirlo. Ricorda, nella sua premessa, che “il Consiglio Regionale del Lazio venne istituito nel 1970. Infiltrazioni mafiose e clientelari sono riportate fin dai tempi della sua istituzione, attraverso le dettagliate informazioni raccolte dalla Commissione di inchiesta attivata nella Legislatura I, quando il primo Presidente della Regione Lazio, Girolamo Mechelli rese dichiarazioni al Comitato speciale per l’indagine su Natale Rimi il 12 ottobre 1971”.

I documenti ci sono, Barillari li ha esaminati con coscienziosità. Travando, invero, non molto. ma èer lui è abbastanza. “Di tali scambi cartacei sono disponibili vari documenti in archivio, ma non approfonditi dettagli poiché le commissioni vengono istituite solo nel 1972. Però il lungo resoconto scritto della 70a seduta pubblica del Consiglio Regionale in data 26 luglio 1971 descrive l’atmosfera e l’ambiente nel quale si sono costruiti i primi torbidi intrecci mafia-politica”.

È certo che in questi dieci anni di permanenza nel Consiglio regionale del Lazio, Davide Barillari non ne avesse avuto il minimo sospetto. Altrimenti quella mozione per abolire il Consiglio Regionale del Lazio l’avrebbe presentata all’istante. Con la stessa immediatezza avuta oggi. Infatti l’ha scritta il 2 giugno, nonostante il rosso sul calendario ed il meritato giorno di riposo in onore della nascita della Repubblica. E per essere certo che la sua richiesta giungesse all’ufficio preposto “l’ho protocollata il due giugno stesso, via Pec”.

Problema Costituzionale

Davide Barillari e Sara Cunial

La coerenza non gli manca. Lui che è uscito dal Movimento 5 Stelle perché diventato poco grillino; lui che aveva suscitato scalpore ritraendosi con una pistola puntata al gomito per condannare l’uso dei vaccini; lui che si era asserragliato nel suo ufficio per protestare contro l’obbligo del green pass, aspettando che lo tirassero fuori con la forza pubblica: un’occupazione finita senza assalti perché aveva scoperto che il bar era chiusio e non poteva prendere i panini; lui che allora aveva chiesto asilo politico alle Svezia. (Leggi qui Barillari finisce i panini e chiede asilo politico alla Svezia).

Sarà un problema per i Costituzionalisti: ormai le Regioni sono inserite nella Carta fondamentale della Repubblica Italiana. Ma di fronte ad una richiesta così articolata e ben argomentata, la Regione non potrà non prenderne atto. Dovrà decidere se autoaffondarsi. Tanto tra poco, in Aula, Barillari non ci sarà più.