La pace di Fazzone e il suo modello

Il 'modello Fazzone' che sta condizionando la politica nelle province del Lazio. Da Latina a Viterbo: accordi strategici che gli assegnano la 'golden share'. Anche quando perde.

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Pax Augustea, si chiamava così il periodo di pace che l’imperatore Augusto donò a Roma ed ai romani. La pace naturalmente nasceva dalla sua capacità di cancellare i conflitti. 

A Latina, intesa come provincia, c’è da segnalare che in pochi giocano sulle strutture, troppi sulle sovrastrutture. Sono concetti introdotti da Carlo Marx: lui nella politica ha portato i piani, il bisogno di andare alla sostanza lasciando il culto della forma ai liberali

Un grande presidente della Provincia, Severino Del Balzo spiegava “Quando in Comune a Latina hanno il raffreddore, qui in Provincia arriva la polmonite“. Ma ometteva di dire che Latina restava un’isola, mentre chi governava in via Costa (la Provincia) stava in terra ferma e quindi “gestiva” anche Latina (nonostante la boria di quelli di Latina che si sentivano figli di un altro Dio).

Chi controlla l’amministrazione provinciale mette bocca su 33 Comuni, chi sta in Piazza del Popolo ha difficoltà a parlare con quelli di Tor Tre Ponti.

La pax di Fazzone

Fazzone e De Angelis

La lezione l’ha imparata bene e applicata meglio Claudio Fazzone: senatore della Repubblica, Coordinatore di Forza Italia nel Lazio, inviolabile per volontà diretta di Silvio Berlusconi. Da sempre è “attento alla Provincia” e “usa Latina”. Aggiungendo al quadro il controllo di Acqualatina che è la nervatura dei servizi ed è controllata al 50% dei Comuni mentre la restante metà è nelle mani del socio privato.

È quello che fa il Partito Democratico, nel suo insieme, in provincia di Frosinone: grazie al controllo dei comuni chiave ed alla miriade di piccoli Comuni che rispondono al leader Francesco De Angelis, il Pd riesce a governare l’assemblea dei sindaci che elegge il presidente della Saf (la società pubblica per la gestione dei rifiuti), finché sono esistiti ha governato i consorzi industriali.

Oggi Claudio Fazzone ha la golden share sul Comune di Latina: i suoi 3 consiglieri reggono il sindaco civico Damiano Coletta, che a sua volta garantisce il nucleo forte di voti per il patto in Provincia con il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli, il tutto negli equilibri di Acqualatina. (Leggi qui Stefanelli presidente della Provincia: vince Fazzone).

Contano i risultati

Gerardo Stefanelli e Claudio Fazzone

In politica, come in battaglia, contano i risultati. Claudio Fazzone è stato tra i protagonisti della silenziosa operazione che ha disincagliato Forza Italia dalle secche di un centrodestra sovranista in modo esasperato: tanto da mettere in fuga gli elettori azzurri più moderati.

È innegabile il dialogo che il senatore ha saputo costruire, senza luminarie o fanfare, con il Partito Democratico. È stato lui a costruire l’accordo politico che a dicembre 2021 è culminato conl’elezione del sindaco renziano di Minturno Gerardo Stefanelli a presidente della Provincia di Latina. Quell’elezione ha visto confluire sullo stesso nome i voti di Pd, Forza Italia, Italia Viva; lasciando sull’altro lato della barricata Lega e Fratelli d’Italia.

Negli stessi giorni, Claudio Fazzone ha cucito anche l’accordo tra Pd e Forza Italia per le elezioni Provinciali di Viterbo. Hanno condotto all’elezione di Alessandro Romoli ma soprattutto hanno dato forma ad un modello. Che sta creando tensioni interne al Partito ora che si deve individuare il successore del sindaco azzurro di Viterbo Giovanni Arena, caduto come ritorsione di Lega e FdI per quel patto alle Provinciali.

Perché nella stanza dei bottoni a Roma non tutti sono sintonizzati sulle frequenze di Claudio Fazzone. A Viterbo è in atto un braccio di ferro che è in realtà una resa dei conti per il controllo di Forza Italia ai livelli più alti. Domani ci sarà un confronto tra Giovanni Arena e Antonio Tajani (che non è propriamente in linea con il suo coordinatore del Lazio). C’è il rischio di una frattura e del passaggio di molti grandi elettori: quelli che – in linea con la dottrina Fazzone – è pronto a dare l’appoggio al candidato sindaco del Pd Alessandra Troncarelli. C’è stato ieri un incontro con il sottosegretario Francesco Battistoni e con l’ex sindaco Giulio Marini. Rottura rinviata. Fazzone non cede. 

Il socio di controllo

Claudio Fazzone

Il modello? A voler fare un paragone con la scienza dell’Economia, il modello è quello del capitalismo più spinto. Controlla direttamente Fondi e Gaeta e partecipa al resto, con il risultato di controllare tutto e di gestire la pace. A Viterbo, idem come sopra, con ampi spazi di concessione al mondo Dem.

John Elkann con una quota minoritaria controlla la finanziaria della famiglia Agnelli la Exor che è socio più importante di Stellantis (quarto gruppo automobilistico al mondo), Cnh industrial (leader nei camion e nei mezzi agricoli), la Gedi (principale gruppo editoriale italiano), la Juventus… Da uno zoccolo duro, al potere partecipato.

Naturalmente il sistema per funzionare deve avere conflitto basso e governo stabile. La pax fazzoniana che gantantisce lunga vita al civico di sinistra Damiano Coletta, al renziano Gerardo Stefanelli ed alla provincia pontina. Il tutto senza il fastidio di quella destra pontina (Lega e Fratelli d’Italia) che porta solo aspirazioni personalistiche e tentativi di congiure di palazzo. 

Fazzone a Latina ha fatto votare Zaccheo, ma la sua sconfitta non lo fa certo disperare, anzi la zavorra dei destri pesa sulle manovrabilità delle prossime Regionali. A volte perdere ha vantaggi che la vittoria negherebbe