La profezia dell’ultimo democristiano

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Gianfranco Rotondi: “In Parlamento la riforma elettorale in discussione vede prevalere nettamente non le coalizioni ma il linguaggio del proporzionale. Saranno Conte e Salvini a dover scegliere e a competere tra di loro per il nostro appoggio. Il futuro in Italia è popolare”.

Gli piace definirsi l’ultimo democristiano. Perché lo è. Gianfranco Rotondi è democristiano nel dna e non si nasconde. Ad Agenpress ha dichiarato: “In Parlamento la riforma elettorale in discussione vede prevalere nettamente non le coalizioni ma il linguaggio del proporzionale. E quindi non ha senso dire esco o entro dal Centrodestra, ognuno resta dentro i confini della propria cultura”.

Gianfranco Rotondi © Imagoeconomica / Paolo Cerroni

Ha specificato bene: “Noi siamo ciò che resta e ciò che torna della Democrazia Cristiana. Sappiamo che è una strada tutta in salita ma faccio un esempio banale: ora mi trovo in un bar nel Milanese e in un tavolo ci sono seduti signori di una certa età che mi hanno riconosciuto dicendomi che sono democristiani e che vorrebbero votare qualcosa che assomiglia alla Dc. Sicuramente non ci mancano gli elettori. Ora con altre 36 sigle, alcune delle quali che nemmeno io conoscevo, vogliamo lavorare a una proposta politica e culturale forte e cioè il popolarismo”.

Sul nome nessuna decisione in tal senso è stata ancora presa, il nostro è un cammino che ha come punto di riferimento la cultura popolare. Più che riproporre la Dc abbiamo pensato di riproporre il popolarismo, più antico ancora della Dc e che è una famiglia assolutamente moderna, la prima in Europa. Oggi il Partito Popolare è l’unico edificabile e state certi che a costruirlo dal 18 gennaio in poi non saremo soli, presto saremo in compagnia. Saranno Conte e Salvini a dover scegliere e a competere tra di loro per il nostro appoggio. Il futuro in Italia è popolare”.

Attenzione ad archiviare le considerazioni di Gianfranco Rotondi come velleitarie e fuori dalla storia. Certamente anche lui, oltre che al popolarismo, guarda al populismo mediatico, nel senso che disegna uno scenario che sa bene irrealizzabile nel breve periodo. Però tocca il cuore del problema della politica italiana dei prossimi mesi: la legge elettorale. Da quella dipenderà tutto.

Gianfranco Rotondi

La Lega vuole il maggioritario, il Pd non ha ancora deciso bene su cosa orientarsi, tutti gli altri però anelano il proporzionale. Con una soglia di sbarramento bassa, in modo che tutti possano essere rappresentati. Un ritorno agli albori della Prima Repubblica, a quei sussulti ancestrali che l’Italia si porta dentro da sempre. Ognuno per sé.

Dipenderà dalla legge elettorale cosa succederà al prossima volta che gli italiani saranno chiamati a votare. Con il proporzionale puro però sarà il Parlamento a decidere quale governo fare. Gianfranco Rotondi ha detto bene. Riportando tutti sulla terra.