Due aperture di credito della lista Marini al sindaco: niente firma sotto la nota del Pd e via emendamento sul Moscardini. Significa che sono pronti al balzo da Responsabili. Ma la strategia Mastrangeli è sia sul breve che sul lungo periodo
La seconda apertura di credito politico fatta dalla Lista Marini nei confronti del sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli nel giro di pochi giorni significa che sono in corso le prove generali. Prove per arrivare ad un nuovo scenario tra la maggioranza e una delle liste dell’opposizione.
La prima apertura di credito c’era stata la scorsa settimana: quando la lista che porta il nome dell’ex sindaco Michele Marini non ha più sottoscritto il durissimo comunicato stampa del Partito Democratico e della lista Marzi, contro la maggioranza di centrodestra che governa il capoluogo. (Leggi qui: Cinaglia, il fantasma che agita Frosinone).
Ora arriva la seconda, proprio in queste ore. Consiste nel ritiro dell’emendamento sulla mozione per la permanenza del 72° Stormo all’aeroporto Moscardini. La lista Marini dunque è pronta per vestire nell’autunno ormai prossimo i panni dei Responsabili. Uscire dall’opposizione e sostenere il sindaco. Questo qualora il gruppo dei malpancisti dovesse effettivamente costituire un nuovo gruppo consiliare composto da 4 o 5 consiglieri comunali scontenti delle scelte del loro sindaco e reclamare 1 o 2 assessorati.
E la lista Marini non sarebbe l’unica ad avvertire questo irrefrenabile senso di responsabilità verso la città. Nei giorni scorsi sono stati palesi gli incontri del sindaco con altri gruppi dell’opposizione che a lungo sono stati vicini al centrodestra. Negare che un’interlocuzione sia possibile significherebbe mortificare le intelligenze.
Fronteggiare ogni manovra ostile
È la strategia studiata e messa in campo da Riccardo Mastrangeli per il breve e medio periodo. Un piano per fronteggiare eventuali manovre ostili che una parte del suo centrodestra dovesse mettere in campo a settembre. Ma la sua è una strategia anche di lungo periodo: per arrivare con una coalizione ampia al voto in caso di ritorno anticipato alle urne.
E i Partiti storici del centrodestra? Il Carroccio continuerebbe a sostenere il suo sindaco che si identifica come civico espressione della Lega; Forza Italia conta sulla provata lealtà del sub coordinatore provinciale Adriano Piacentini. Fratelli d’Italia con Fabio Tagliaferri continua ad assicurare fedeltà fino all’ultimo secondo di amministrazione, mantenendo la parola data poco più di un anno fa quando ha rinunciato alla candidatura in favore del dottor Mastrangeli.
Ma una coalizione allargata alla Lista Marini potrebbe allargarsi anche al Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli: per gli stessi, precisi, ineluttabili motivi che un anno fa l’hanno portato ad appoggiare invece il progetto politico di Domenico Marzi e del centrosinistra. Il mantra del Polo Civico non è mai cambiato: “Scegliamo sulla base dei progetti amministrativi e non per convenienze politiche”. Ora la formazione di Pizzutelli è attestata all’opposizione: se si andasse al voto anticipato avrebbe la legittima libertà indicata dal suo statuto di collocarsi sul progetto ritenuto più convincente.
Il che produrrebbe una novità importante e fondamentale: Riccardo Mastrangeli si troverebbe alla guida di una coalizione di centro – centrodestra e non più con la attuale coalizione di destracentro. I segnali ci sono tutti.
Ecco quanto vale la lista Marini
E la contrarietà, vera o presunta, manifestata da alcuni nella attuale maggioranza? Contrarietà circa un eventuale futuro coinvolgimento di qualche lista dell’opposizione, per arrivare a fine consiliatura? Per essere chiari: la sollevazione avvenuta in chat quando è uscita la foto che a Castrocielo ha ritratto spalla a spalla il sindaco proprio con Gianfranco Pizzutelli? Lo scenario di oggi è del tutto diverso. Per un motivo evidente: una cosa è un’opposizione consiliare, cosa diversa è un’alleanza elettorale. Sempre che Polo Civico possa esserne interessato. E per la stessa ragione nemmeno ci sarebbero preclusioni nei confronti della lista Marini e di Andrea Turriziani.
Ma quanto “vale” la lista Marini? Nel breve periodo ovviamente può contare solo su un consigliere. Che in caso di uscita (o di estromissione da parte del sindaco) dei 5 consiglieri “dissidenti” porterebbe i voti della maggioranza in aula a 18. Cioè i 22 iniziali, meno i 5 dissidenti, più un responsabile. Che è la quota di galleggiamento minima richiesta dal sindaco per andare avanti. Nel lungo periodo, cioè in caso di elezioni anticipate (opzione sempre presente sul tavolo del sindaco) la lista Marini cuba secondo i risultati dello scorso anno 1.039 preferenze. Che rappresentano il 4,47% dei consensi.
Praticamente, gli stessi voti di Forza Italia (1.047) e addirittura più di quelli presi dalla Lega (1.007). Dunque un nuovo potenziale alleato di particolare peso per la possibile coalizione Mastrangeli qualora si ritornasse alle urne. E’ chiaro che se la lista Marini invece entrasse adesso in maggioranza indebolirebbe la forza di pressione dell’ipotetico nuovo gruppo consiliare e la sua richiesta di avvicendamento degli assessori.
Marini kryptonite del “nuovo gruppo”
A quel punto i 4 o 5 Consiglieri critici hanno solo due possibilità. Andare fino in fondo con le proprie richieste anche a rischio di chiamarsi fuori, in caso di risposte negative da parte del sindaco. Oppure tentare di allargare il gruppo ad altri ed arrivare quindi almeno a 6 consiglieri per essere determinanti in aula ai fini del voto sulle delibere.
La cosa peggiore che possono fare è rimanere fermi senza fare nulla. Perché a quel punto nessuno li prenderebbe più sul serio dal punto di vista politico.
Rappresentare solo l’anima critica della maggioranza praticamente su tutto serve solo ad abbaiare alla luna e all’autodistruzione.