Latina, non ti fidar di un bilancio a mezzanotte

Passa nella notte il Bilancio di Latina. Tra finte scaramucce e veri sospiri di sollievo. Perché significa che per un altro anno non si andrà a casa. Il sindaco cita Giorgio La Pira. Ma forse sarebbe meglio il Quartetto Cetra

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Non ti fidar
Di un bacio a mezzanotte
Se c’è la luna non ti fidar
Perché perché
La luna a mezzanotte
Riesce sempre a farti innamorar
Non ti fidar di stelle galeotte

Quartetto Cetra, Un bacio a mezzanotte

Il Comune di Latina ha votato nella notte il suo Bilancio di Previsione. Lo ha fatto al termine di una seduta che era iniziata di prima mattina: alle otto e mezza. E che è stata scandita dalle polemiche per buona parte della discussione.

Per l’amministrazione del sindaco Damiano Coletta quel bilancio è una specie di toccasana. Perché – come ha introdotto l’assessore – va a coprire i costi delle bollette schizzate in alto: 2,8 milioni d’aumento solo per la corrente elettrica appena mitigati dai 280mila euro di bonus dello Stato; il disavanzo straordinario rilevato nel 20915: spalmato per i prossimi trent’anni costa 1,2 milioni l’anno; spiega che questo questo darà una stabilità grazie alla quale sarà possibile assumere poco meno di centro Comunali.

Damiano Coletta con la sua squadra

Per il sindaco Damiano Coletta “Inizia ora il secondo tempo per Latina. La disponibilità economica assicurata dall’approvazione del Bilancio ci consentirà di cambiare marcia nell’amministrazione di questa città. Penso ai servizi come la manutenzione delle strade, la gestione del verde e il miglioramento delle performance nella raccolta dei rifiuti. Ma anche allo sviluppo di Latina coerente con una visione di città inclusiva, accessibile, a misura di bambini e di adulti, universitaria, sostenibile”.

Damiano Coletta in mattinata cita Giorgio La Pira, il sindaco santo di Firenze. Non si sa per votarsi a lui e chiedergli la grazia. Ma la citazione ci sta tutta. Ì la frase con cui sosteneva che Firenze fosse una città in cui vi doveva essere un posto per tutti: “un posto per pregare, un posto per amare, un posto per lavorare, un posto per pensare, un posto per guarire“.

Dalle opposizioni, il più crudele è Vincenzo Zaccheo. Dice che quel bilancio è un campione di ingiustizia. Perché? Quatto cittadini su dieci pagano ma non hanno i servizi o ne hanno di qualità pessima; il resto non paga proprio. 

Ma alla fine, l’approvazione del Bilancio è festa per tutti, maggioranza ed opposizione.

Festa per tutti

L’assessore Francesca Pierleoni (Foto © Andrea Apruzzese)

Fanno festa i colettini vecchi e nuovi per l’approvazione del Bilancio comunale. In realtà fanno festa anche le opposizioni i cui membri fanno i pendolari tra Divino Amore e la Santissima per chiedere la Grazia di non tornare a casa. Una festa che sarebbe figa se non fosse scusatoria. In sette mesi di neogestione Coletta non uno dei nodi del Comune è rientrato, anzi.

La biblioteca è ancora chiusa, il garage Ruspi fermo, del Teatro ormai è rimasta la memoria e tra poco verranno aperte le visite guidate come alle ville di Pompei, il mercato annonario è addirittura dimenticato. (Leggi qui La città che finisce un lavoro pubblico manco a pagarlo oro).

Ma ora col Bilancio?

Non è questione di soldi

È diventato come la bacchetta magica ma non di Merlino che era un mago, ma di Silvan che è un prestigiatore. I nodi del Comune di Latina non stanno nella mancanza di soldi, i residui attivi del Comune sono intorno 100 milioni per le sole opere.

Non è questione di soldi, ma di testa, di fantasia. E di capacità operative, di una cultura fattiva. Sono sette mesi che si parla di come parlare, l’opposizione si balocca sul rifare le elezioni, fa pistolotti ormai ridicoli su quanto erano bravi loro quando comandavano, tanto bravi da essere cacciati. La maggioranza si piace per aver vinto, ma non si ricorda perché.

Col Bilancio approvato che cambia? Niente, ma vuoi mettere la scusa. 

Resta da guardare tutto come una commedia di Ettore Petrolini, il suo Nerone che al popolo dice, dopo aver dato fuoco alla città, che “Roma risorgerà più grande e più bella che pria“. Ma lo fa per prendersi il “bravo” del popolo mentre la città brucia.

PS: e ci mancava pure che non approvavano il bilancio. Buon sonno Latina e non fidarti dei baci a mezzanotte