L’eclissi del Movimento Cinque Stelle

Surclassati e ipnotizzati dalla Lega di Matteo Salvini. Dopo l’arrivo al governo come primo partito sono iniziate le dolenti note. Finora non hanno portato a casa nulla del programma elettorale e oscillano tra le posizioni di Di Maio e Di Battista nel silenzio di Beppe Grillo. E il mancato radicamento sul territorio (vedi anche la Ciociaria) fa il resto

Surclassati dalla Lega di Matteo Salvini, i Cinque Stelle vivono il momento politico più delicato e paradossale.

Sono arrivati al governo come primo partito del Paese, ma da quel momento in hanno faticato a… farsi notare.

 

Il silenzio di Beppe Grillo, le esternazioni mirate di Davide Casaleggio, le acrobazie di Luigi Di Maio, le esternazioni di Alessandro Di Battista, gli equilibrismi di Roberto Fico dicono tutti la stessa cosa: su quale elemento identitario punterebbero oggi i pentastellati?

Le parole d’ordine di qualche mese fa non funzionano più e alla fine rischiano di non portare nulla a casa: non il reddito di cittadinanza così come promesso, non l’abolizione della legge Fornero, non il taglio dei vitalizi.

 

Nei sondaggi diminuiscono ma non crollano, però il punto non è soltanto questo.

Perché in questi anni non si sono radicati sul piano locale e nel momento in cui viene meno la spinta del voto di opinione, cominciano le dolenti note.

Anche in provincia di Frosinone non riescono a lasciare un segno vero, nonostante esprimano tre deputati (Luca Frusone, Ilaria Fontana, Enrica Segneri) e un consigliere regionale (Loreto Marcelli).

 

Restano a metà tra la necessità di non rompere l’alleanza con la Lega di Salvini, la tentazione di una sponda con il Pd e la voglia di tornare alle origini. Al Movimento del “vaffa”.

Dopo le esperienze non esaltanti della guida di Comuni come Roma e Torino, il fallimento al governo nazionale sarebbe pesantissimo. Eppure non ci sono cenni di reazione: il Movimento Cinque Stelle è ipnotizzato da Matteo Salvini.