L’ultimatum della Lega a Mitrano? “Mi faccia il piacere…”

Il sindaco di Gaeta (Forza Italia) non presta considerazione alla convocazione urgente fatta dalla Lega per parlare delle elezioni 2022. "Ci vediamo con comodo, dopo l'estate”. La pregiudiziale non gradita. E il braccio di ferro a distanza

Questa settimana? C’è tempo. Le elezioni amministrative a Gaeta si terranno tra un anno. Chissà quant’acqua dovrà passare sotto i ponti della politica”. Chiamatela noncuranza, se preferite usate il più elegante ‘nonchalance‘, se amate il cinema pensate alla pernacchia sparata da Totò nel bel mezzo del comizio in I due Marescialli. Comunque la vogliate raccontare, la sostanza è che al sindaco di Gaeta Cosimino Mitrano, l’ultimatum della Lega gli ha fatto un baffo.

Ma mi faccia il piacere

Cosmo Mitrano

La sostanza è anche che il bi sindaco di Forza Italia non metterà piede alla riunione del centrodestra alla quale lo hanno convocato.

Era stata la Lega ad indire il vertice. Per fare il punto politico, valutare se ci sono le condizioni per realizzare un centrodestra unito. Iniziare a far sentire sul collo di Forza Italia il proprio fiato politico: per far capire che il prossimo candidato sindaco va scelto in maniera unitaria. Oppure ognuno per fatti suoi. (Leggi qui Lo stop della Lega: uniti alle urne? Non è detto).

Cosimino Mitrano ha deciso invece di non porgere il collo per farsi alitare, né la gola per farsi azzannare. In questa partita le carte le darà lui: “Non capisco le ragioni che sarebbero alla base di questa fretta”. I tempi li detterà lui: in modo che sia chiaro quali sono i rapporti di forza: “Di elezioni amministrative, del candidato a sindaco e soprattutto di un programma condiviso ne parleremo subito dopo l’estate quando, farà più fresco e si voterà a Formia e a Minturno”. Il rumore della pernacchia in pieno comizio è identico a quella del film di Totò con un Gianni Agus in fez e orbace, sbalordito.

Perché si rinvia a dopo l’estate? “Siamo ancora alle prese con le limitazioni imposte dal Covid. Gaeta è una città turistica e ha l’assoluta necessità con la stagione balneare. Siamo naturalmente un comune autonomo con le nostre sensibilità politiche e civiche ma sono molto curioso capire come andrà a finire vicino a casa nostra”. Tranne la moria delle vacche e l’invasione delle locuste, i pretesti ci sono tutti.

Il riferimento di Mitrano a Formia

Marco Di Vasta

Non è casuale nemmeno il riferimento alle elezioni di Formia, fatto da Cosmo Mitrano. È una risposta a distanza a Marco Di Vasta, portavoce cittadino di Fratelli d’Italia. Il quale aveva fatto capire nei giorni scorsi di non gradire la presenza di elementi di area Dem. Mitrano ci governa insieme da anni: quegli alleati non sono il frutto di un Patto del Nazareno in salsa gaetana bensì il risultato dell’accordo con la lista Civica nella quale sono confluiti molti esponenti del Pd.

Marco di Vasta ha messo in chiaro: “Al momento I rapporti interni tra i Partiti del centrodestra sono cordiali e – osserva – questo ci lascia ben sperare per il raggiungimento di un’intesa per le amministrative del 2022. Il tempo del finto civismo è finito – attacca – Alle prossime elezioni amministrative gli elettori di Gaeta devono avere chiari le persone e i Partiti da sostenere. Fratelli d’Italia non si nasconderà di certo, pertanto escludo una qualsiasi corsa da parte nostra senza il nostro simbolo”.

Mitrano prima di definire le alleanze vuole vedere cosa accadrà nella nella vicina Formia. Dove la Lega sostiene l’infettivologo Amato La Mura sul quale potrebbe convergere l’area Pd che si riconosce nell’ex quattro volte sindaco Sandro Bartolomeo. Il ragionamento di Mitrano è “Se la Lega lo fa a Formia cosa dovrebbe impedire a Forza Italia di farlo a Gatea”?

Formia e Gaeta non devono necessariamente andare a braccetto – ha concluso Di Vasta – I contesti sono diversi e ciascun coordinamento comunale farà le sue scelte. Il panorama elettorale di Gaeta non potrà essere determinato da quanto avverrà in autunno nella vicina Formia. Si tratta ancora di due realtà amministrative  e politiche indipendenti”. Almeno sino a prova contraria