L’utima spiaggia del Pd

La due giorni del Pd a Frosinone è un modo per ritrovarsi. Una sorta di Leopolda ciociara. Quasi una seduta di autoanalisi alla ricerca di se stessi. Ma ora bisogna andare a cercare l'elettorato.

Domani la due giorni di conferenza programmatica del Partito Democratico alle Terme di Pompeo. Sullo stile della Leopolda di Firenze, sullo stile di Matteo Renzi.

 

Alla vigilia della stagione elettorale più impegnativa degli ultimi anni (politiche e regionali insieme), i Democrat hanno l’esigenza di ritrovare una compattezza vera anche in Ciociaria. Schierare tutti i big in posizione eleggibile a Camera, Senato e Regione Lazio può essere un primo passo, ma non basterà. Anche perché siamo sicuri che ci saranno spazi per tutti?

 

Francesco Scalia, Francesco De Angelis, Nazzareno Pilozzi, Maria Spilabotte, Mauro Buschini, Marino Fardelli, Simone Costanzo, Sara Battisti? Difficile. La conferenza programmatica dovrebbe servire a tracciare un percorso programmatico vero, che però coinvolga sindaci, amministratori, militanti, giovani.

 

Il Pd si è sfilacciato al proprio interno proprio nei Comuni, sui territori. Con spaccature in campagna elettorale che non sono mai stata sanate, con tanta gente che è andata via e che non è stata mai recuperata. Il tempo stringe, perché marzo (la data del voto) non è così lontano.

 

La nomina dei due vicesegretari regionali (leggi qui) conferma che il Pd ha deciso di stringersi attorno a Nicola Zingaretti nel Lazio. Serviranno le alleanze, ma servirà motivare tutti. Cosa che succede soltanto quando ci sono le primarie per eleggere il segretario nazionale.

 

Mentre ora si tratta di tornare a convincere gli elettori. Quelli che non votano più e quelli che, come in Sicilia, se avvertono che il Pd non può vincere, scelgono il Movimento Cinque Stelle.