Mai con De Donatis, forse col Pd. E con le regole del Meetup

Fabrizio Pintori e il voto a Sora. L'esponente del M5S spazia sui temi caldi e fissa qualche punto cardine. Che non puo' prescindere dai bisogni dei cittadini e dalle decisioni del movimento.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Il fallimento della piattaforma civica del sindaco di Sora Roberto De Donatis e l’impossibilità di raggiungere gli obiettivi annunciati. La decisione sulla sua ricandidatura affidata al Meetup, l’evoluzione del Movimento 5 Stelle. Il consigliere comunale di opposizione Fabrizio Pintori traccia il percorso che porterà alle elezioni comunali della prossima primavera.

Una primavera 2021 nella quale l’orizzonte politico sarà del tutto diverso da quello che c’era cinque anni prima, quando il Movimento 5 Stelle fece il suo esordio nell’Aula consiliare. Erano gli anni in cui il MoVimento era il fronte anti sistema, il Partito Democratico era il nemico da abbattere perché rappresentava il sistema.  Oggi il profilo è differente. Ed il M5S a Sora parla di apertura alle civiche ma esclude ogni possibilità di sostegno al sindaco uscente. Stroncando così sul nascere chiacchiericci circa un probabile avvicinamento.

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La vicenda Ex Tomassi, la Farmacia comunale, il prossimo Bilancio previsionale e altre questioni che hanno visto la maggioranza annaspare. Pensa che l’Amministrazione De Donatis abbia ancora la forza politica per traghettare la città di Sora nella fase post Covid fino alle prossime elezioni?
Fabrizio Pintori in consiglio a Sora

«Ritengo che vi siano almeno due motivi per i quali l’Amministrazione De Donatis potrà, al massimo, farsi trascinare dalla corrente più che essere in grado di traghettare la città».

«Il primo è, ovviamente, di carattere politico. La Piattaforma civica del sindaco è naufragata subito dopo la vittoria elettorale. Inoltre le tante anime della maggioranza sono venute fuori fin da subito. E lo hanno fatto costringendo l’Amministrazione a sopravvivere di volta in volta. Basti ricordare il caso emblematico della nomina dell’Amministratore Unico dell’allora “Ambiente surl”. Nomina su cui ha impiegato un anno per trovare un’intesa».

«Il secondo motivo è di carattere tecnico. Il sindaco aveva annunciato che il prossimo bilancio sarebbe un bilancio politico con importanti obiettivi da raggiungere per la città. La realtà è che siamo in esercizio provvisorio, approvando il bilancio nel mese di luglio ben 7/12 del bilancio saranno andati. Quindi con quel che resta credo sia molto difficile poter fissare degli obiettivi da raggiungere».

Ormai sono iniziate le grandi manovre per decidere le alleanze in vista del voto del 2021. Di fatto è cominciata anche la campagna elettorale. Lei si ricandiderà? E se si, lo farà sempre con il M5S?
Beppe Grillo, Luigi Di Maio, Davide Casaleggio © Imagoeconomica

«La mia ricandidatura deve necessariamente passare al vaglio del Meetup. Esattamente come avvenuto per le scorse elezioni. Il gruppo del quale faccio parte ha regole chiare e precise e mi sembra giusto continuare a rispettarle. Comunque da sempre siamo interessati più alle proposte per il futuro di Sora che ai nomi da spendere in campagna elettorale».

Il Movimento ha ripreso il vecchio schema degli incontri con i cittadini per realizzare il programma elettorale. Pensa che dopo due anni di Governo possa ancora funzionare l’impostazione originale del M5S?

«A Sora stiamo svolgendo delle videoconferenze che ci stanno dando molte soddisfazioni. Si avverte che la gente ha voglia di partecipare e far sentire la propria voce. Ed è per questo che speriamo quanto prima di poter riprendere i consueti incontri settimanali ed i gazebo nei vari quartieri della città. Il contatto diretto con le persone, lo scambio di idee, il confronto aperto sui temi e gli argomenti di interesse sono, a mio parere, elementi fondamentali dell’azione di una qualunque forza politica».

«Nell’impostazione originale del Movimento questi elementi c’erano. Perciò è sufficiente ricordare le cosiddette Agorà organizzate in tante città. Tuttavia sono certo che continueranno ad esserci, fermo restando che a distanza di tempo è normale che ci sia uno sviluppo o un’evoluzione delle proprie impostazioni».

Si va verso governi di coalizione: meglio con la Lega o con il Pd?
FABRIZIO PINTORI

«Non si deve dimenticare che le colazioni di Governo alle quali ha preso parte il M5S sono state delle scelte obbligate. Scelte causate dalla legge elettorale tuttora vigente. Penso che sia fuorviante limitare il quesito ad un nome da scegliere. Il M5S ha sempre detto di essere per le buone idee. Un’idea non è di destra o di sinistra, è un’idea. L’importante non è scegliere un Partito con il quale tessere un’alleanza. Importante è confrontarsi sui temi, sui contenuti, sulle proposte e sugli argomenti che interessano gli italiani ai quali servono risposte e soluzioni per i problemi quotidiani.

«Alle persone non interessano i discorsi relativi ad alleanze, ma interessa sapere, ad esempio, cosa si farà per contrastare la disoccupazione. Il M5S parlerà con tutti coloro che condivideranno questa linea. E se ci saranno dei punti di incontro sui temi si potranno realizzare insieme».

Il Partito Democratico è quello di Bibbiano o quello senza Renzi?

«Se non erro Alessandro Di Battista una volta disse che non esisteva un PD buono ed uno cattivo, ma solo il PD. Allo stesso modo ritengo che il Partito Democratico non sia quello di Bibbiano o quello senza Renzi. Il Partito Democratico è sempre e solo se stesso e gli italiani lo conoscono bene. Non ho molto da aggiungere al riguardo se non una valutazione di carattere generale. In tutti i Partiti politici ci sono delle brave persone e delle idee valide, anche se ovviamente fa molta più notizia la mela marcia. In altre parole, non sempre nei partiti tutto è da buttare . Ci sono degli esempi virtuosi o buone pratiche che si possono riproporre o servire come spunto di riflessione».

Zingaretti ha detto che non è più tempo per tafazzismi e senza un’alleanza si consegnano le regioni alle destre
Nicola Zingaretti © Imagoeconomica / Carlo Lannutti

«Non condivido questa visione politica. Non ci si deve presentare alle elezioni per far perdere l’avversario. In questo modo il messaggio che percepisce la gente è che interessa conquistare qualche Regione o qualche Comune solo per avere delle poltrone in più. Dal mio punto di vista, il passaggio elettorale è un momento chiave nel quale si deve proporre agli elettori una visione dell’Italia, E del futuro che si vuole costruire, di quello che si vuole lasciare alle prossime generazioni.

Certamente perdere una tornata elettorale non fa piacere a nessuno. Tuttavia la vittoria deve essere frutto sia della buona azione politica realizzata che di quella che si vuole realizzare. Non certo della paura trasmessa all’elettore. Dopotutto chi voterebbe mai per qualcuno che anziché presentarsi con delle idee per affrontare crisi economica, disoccupazione, sanità, istruzione, sviluppo tecnologico, ambiente si presentasse all’elettore facendo passare altro messaggio? E cioè votate per me altrimenti vince l’altro? Io non lo voterei mai».

Dopo i due Governi nazionali seguiti alle elezioni del marzo 2018 che hanno visto prima l’alleanza con La Lega e poi con il Pd, pensa che ciò sia fattibile anche a livello locale?

«Al momento le regole del M5S non permettono alleanze a livello locale. Sarà necessario attendere gli Stati Generali del Movimento per avere indicazioni. Certamente siamo pronti a confrontarci con chiunque sui temi per lo sviluppo ed il futuro di Sora. Questo se ci saranno punti di contatto o condivisione. Se dagli Stati Generali dovesse arrivare un segnale di apertura ad alleanze locali ne discuteremo con i membri del Meetup di Sora. Se si dovessero verificare queste condizioni non vedo perché escluderle a priori».

Roberto De Donatis
Nel caso vedrebbe possibile a Sora un’alleanza con Il Pd? Magari a sostegno del sindaco uscente?

«Personalmente vedrei possibile un’alleanza con tutti coloro, comprese in particolare eventuali liste civiche, che dovessero condividere la nostra idea di città. Però ribadisco che si tratta della mia posizione personale.  Le regole del Movimento non ci permettono alleanze. Anche se prima delle elezioni del 2021 dovessero cambiare, ritengo impossibile dare un sostegno al Sindaco De Donatis. Questo soprattutto per il lavoro svolto dal M5S in questi anni».