Nove a otto: la maledizione colpisce ancora il Consiglio

Vinciguerra passa con l'opposizione: a Sora torna la maledizione del 9-8. Un solo voto di differenza tiene in piedi l'amministrazione De Donatis. Come accadde a Tersigni

Nove a otto: la maledizione sulle ultime amministrazioni comunale di Sora colpisce ancora. Nella seconda parte del suo mandato da sindaco, Ernesto Tersigni si ritrovò con una maggioranza di 9 consiglieri contro gli 8 dell’opposizione. E ballò fino alla fine. La stessa maledizione da oggi ha colpito l’amministrazione di Roberto De Donatis.

La maledizione di Tersigni

Quando ne venne colpita la maggioranza del sindaco veterinario Ernesto Tersigni, quest’ultima venne rimpinguata dai 4 forzisti (il Presidente del Consiglio Comunale Giacomo Iula ed i tre consiglieri Lino Caschera, Antonio Lecce ed Alessandro Mosticone). Dopo un tiro alla fune durissimo e portato avanti anche a colpi di denunce penali ed amministrative, abbandonarono Tersigni accusandolo di aver virato a sinistra.

E fu proprio un uomo del Pd, l’avvocato Enzo Petricca che, eletto fra le fila di Enzo Di Stefano, lanciò un’ancora di salvezza al sindaco veterinario, consentendogli di tirare a campare fino alla scadenza naturale del mandato.

Non senza poche difficoltà, in vero; infatti, proprio in occasione del voto sull’ultimo bilancio, l’opposizione guidata riuscì a mandare sotto numericamente la maggioranza di Tersigni impedendole tecnicamente l’approvazione del bilancio medesimo e gettandole un’onta politica con effetti devastanti che si riverberarono nelle elezioni successive.

La maledizione di De Donatis

Da stasera, la maledizione del nove a otto, è caduta anche sul sindaco Roberto De Donatis.

Dopo le fuoriuscite del maresciallo Antonio Farina e dell’avvocatessa Serena Petricca, nella tardo pomeriggio di oggi, all’apertura della seduta di consiglio comunale, è stato il dottor Augusto Vinciguerra a lasciare i banchi della maggioranza. Si è accomodato fra le fila dei fratelli Tersigni e degli altri consiglieri di opposizione.

Non si è trattato, in verità, di un atto inaspettato e sorprendente. Solo qualche giorno fa, analizzando l’esito delle elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale, avevamo riportato, con tanto di traduzione dal politically  correct, le ulcere del dottor Augusto Vinciguerra. (leggi qui Effetto Provinciali/ Le conseguenze su Sora). Il quale stasera, chiedendo la parola all’inizio del Consiglio Comunale, ha dichiarato tutto il suo rancore e la sua disillusione nei confronti di compagni di maggioranza che, motivati da ragioni non proprio nobili, non lo hanno votato alle Provinciali.

Da buon anestesista, Augusto Vinciguerra dopo aver preso la parola, ha infilato, con sicurezza mista a cinismo, il sindaco Roberto De Donatis e tutti i consiglieri comunali di maggioranza. Pungendo con  aghi di siringhe piene di liquido freddo di vendetta. Accusandoli di bassezze politiche, umane e morali; e di avere nella loro mente e nel loro impegno politico un solo scopo: il misero tornaconto personale.

Dopodiché ha lasciato quella che è stata la sua postazione per quasi tre anni e si è andato a sedere accanto ai sorridenti e sornioni fratelli Tersigni; i quali non hanno fatto nulla per nascondere la loro soddisfazione nell’aver aggiunto al loro puzzle della rivincita politico-amministrativa un altro consigliere della maggioranza.

Da stasera, quindi, il percorso dell’Amministrazione De Donatis sarà sicuramente meno scorrevole e più insidioso; i consiglieri di maggioranza, durante le sedute, dovranno guardarsi bene dall’assentarsi anche solo per espletare i loro bisogni fisiologici. E soprattutto, il sindaco De Donatis avrà margini molto ristretti di imporre la sua volontà politica ed amministrativa rischiando quello stato di prigionia a cui lo costringeranno di volta in volta i capricci di questo o quel consigliere; come era accaduto con Ernesto Tersigni.

Dalla sua, però, il sindaco Roberto De Donatis ha un vantaggio che di cui non beneficiò Ernesto Tersigni; questi infatti dovette fronteggiare un’opposizione arcigna e compatta  guidata da Massimo Ascione, Fausto Baratta e Giacomo Iula. A differenza di De Donatis che ha di fronte otto consiglieri di minoranza con provenienze politiche e prospettive future completamente disomogenee. Anzi, proprio dalle fila dell’opposizione, per una “ragione di stato” e nell’ottica del ritrovamento dell’unità del Partito Democratico, potrebbe essere lanciata ancora una volta un’ancora di salvataggio.