Mastrangeli come Grisù, fa il pompiere ma ha dentro il fuoco

Pur essendo farmacista, il sindaco di Frosinone affronta il principio d'incendio sulla nomina del Presidente dei revisori dei Conti del Comune con la passione del piccolo Grisù, il draghetto pompiere. Che nel momento in cui si arrabbiava, non volendo, tirava fuori la sua indole da drago. E lanciava fiamme. La maggioranza non trova unità.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Uscì dalla magica penna dei fratelli milanesi Nino e Toni Pagot, la stessa che disegnò l’intramontabile Calimero il pulcino piccolo e nero. Dal loro genio nacque anche un altro personaggio indimenticabile: Grisù il piccolo draghetto che malgrado fosse l’ultimogenito di una grande stirpe di draghi avvampatori sognava di diventare pompiere. Ma se si arrabbiava, vuoi o non vuoi, la sua natura usciva fuori: e lanciava fiamme da vero drago.

Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli non indossa il cappello rosso come il piccolo personaggio che fu protagonista di una fortunata serie di cartoni animati negli anni 70. Ma come lui prova a spegnere il nuovo principio d’incendio che si sta sviluppando nella sua maggioranza. Stando bene attendo a mantenere il controllo: consapevole che rischia di lanciare qualche fiammata.

Il principio d’incendio

Il caso è quello della nomina del presidente del Collegio dei revisori dei Conti del Comune. Che la prossima settimana sarà portata all’attenzione del consiglio Comunale del Capoluogo per l’approvazione. (Leggi qui: Perché la nomina del Revisore farà ballare la maggioranza).

Alcuni Consiglieri di maggioranza e Gruppi politici, Fratelli d’Italia in modo particolare lamentano il fatto che il nome del Presidente non sarebbe stato concertato. Ma ‘suggerito‘ dall’alto. Calato secondo la versione di altri. Quella nomina però spetta al Consiglio Comunale, a scrutinio segreto

Mastrangeli il pompiere

Riccardo Mastrangeli (Foto © Stefano Strani)

Riccardo Mastrangeli oggi fa una serie di dichiarazioni. la prima: «Sono sempre stato uomo delle istituzioni e conosco bene quella che è la separazione dei poteri tra il sindaco, la giunta ed il consiglio comunale. La nomina del presidente dei Revisori dei Conti è esclusivo appannaggio del Consiglio comunale». È una bella secchiata d’acqua: con la quale mettere subito in chiaro che il sindaco non ha nomi da indicare e quindi da sostenere. Il segnale è per Fratelli d’Italia, che temeva una manovra con cui bruciare il suo candidato.

Se ci fossero ancora dubbi, il sindaco rincara la dose: «Il sindaco non ha calato nomi dall’alto ma lascia libertà di scelta, come è giusto che sia per quelle che sono le competenze del Consiglio. E cioè di scegliersi il proprio presidente dei Revisori dei Conti che eserciterà le sue funzioni di controllo sui bilanci del Comune».

Giura che non muoverà pedine. Per lui gli aspiranti alla carica in campo «Sono tutti nomi di assoluta rilevanza. Personalmente non ho indicazioni ne preferenze. In Consiglio ho il mio voto personale e lo esprimerò ma non ho fatto pubblicità con nessuno proprio perché non intendo travalicare quelle che sono le competenze del sindaco. Saranno i Gruppi a mettersi d’accordo, io faccio il sindaco». Qui il segnale è tra le righe. Ed è: cari ragazzi, siete voi a dovervi mettere d’accordo; trovate voi Consiglieri una sintesi io mi tengo lontano dal tavolo da gioco.

La corte dei i Fratelli

(Foto: Andrea Panegorossi © Imagoeconomica)

Perché questa ostentata distanza? Eppure il presidente dei Revisori è strategico. Potrebbe far ballare un sindaco e la sua amministrazione, cercanmdo ogni volta il pelo nell’uovo.

La posizione di Mastrangeli è chiara. «I Bilanci del Comune di Frosinone sono soggetti al costante e rigoroso controllo della Corte dei Conti, previsto nei casi come il nostro e cioè di un Comune che sta completando il suo piano di rientro decennale. Se qualcuno pensa che il sindaco possa avere una preferenza per il Presidente dei Revisori al fine di avere una lettura più elastica dei numeri ha sbagliato completamente la propria visione. Noi siamo e dobbiamo essere nel rigorosissimo solco tracciato dalla magistratura Contabile e su quel solco abbiamo quasi completato il risanamento dei conti del Capoluogo»

Fratelli d’Italia apprende della posizione del sindaco. Apprezza. E fissa il suo paletto. «Fratelli d’Italia ha un suo candidato e confida nella possibilità di trovare l’unanimità della maggioranza».

La chiave di lettura

Al di la delle dichiarazioni ufficiali dei protagonisti, le valutazioni politiche sono tutte abbastanza chiare. L’ennesima querelle nella maggioranza è vera e reale: come dimostrano le parole dei Fratelli d’Italia. Che non fingono di non sapere di cosa si stia parlando.

Non c’è unità nella maggioranza, specialmente tra FdI e la Lega. È una questione nazionale e locale, frizioni tra alleati che accadono in ogni coalizione. In questo caso le scintille si sono innescate sulla metodologia usata per individuare il professionista che dovrà fare il Presidente dei revisori del Comune per 3 anni. Conseguentemente, non c’è unità nemmeno sul nome: ognuno farà il proprio.

Forza Italia e le altre liste civiche di maggioranza che faranno? Anche loro un nome? Con il rischio di non avere nessuno i  numeri necessari? Oppure si allineeranno ad uno dei due?

Il sindaco lancia il fiammifero e nasconde la mano. Perché è a questo che pensa quando dice che sono i Gruppi a dover trovare una sintesi. Conferma la tattica messa in campo dall’inizio della consiliatura: chiamarsi fuori dalle polemiche con chiarezza, occuparsi della città, lasciare agli altri le polemiche politiche. Va letta così la frase in cui rivendica di avere solo il proprio voto. Demanda ai gruppi consiliari ogni responsabilità circa la sintesi da trovare sul nome.

In una situazione di normalità ed in una maggioranza blindata ed impermeabile, la nomina del Presidente del Consiglio dei revisori sarebbe stata liquidata in due minuti. Avrebbe provveduto direttamente la riunione dei Capigruppo di maggioranza. A Frosinone ogni soffio di vento rischia di diventare una tempesta. E l’opposizione in tutto questo, che fa o dice? Come al solito: non pervenuta.