Non c’è due senza tre: ko pure il terzo Consiglio

Salta per la terza volta di fila il Consiglio comunale di Anagni. La maggioranza Natalia non esiste più. Alcuni consigliano il sindaco di rompere l'assedio e dimettersi. Altri di resistere e lanciare una campagna di inaugurazioni a raffica

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

L’immagine più emblematica di una serata surreale è stata quella consegnata alla cronaca un minuto prima dello scioglimento, per la terza volta di fila, della seduta del Consiglio comunale di Anagni. Il sindaco Daniele Natalia, da solo, a colloquio con gli esponenti della minoranza presenti in aula.

Un colloquio durante il quale il primo cittadino avrebbe chiesto all’opposizione, da qui alla fine della consiliatura, un atteggiamento meno spigoloso per cercare di arrivare al termine dei cinque anni canonici.

La maggioranza non esiste più

L’Aula vuota

Un’immagine che, molto più di tanti discorsi, rende plasticamente l’idea di come, di fatto, ormai la maggioranza che ad Anagni dal 2018 sorreggeva il sindaco Daniele Natalia non esiste più. Infatti, per la terza volta di seguito, è stato impossibile far svolgere il consiglio comunale che avrebbe dovuto, tra le altre cose, approvare il bilancio consolidato.

Non è stato possibile perché, raccontano le indiscrezioni, in mattinata è arrivata la comunicazione dell’assenza del consigliere comunale di maggioranza Vincenzo Proietti. Lo stesso Proietti che, con la sua assenza per malattia nello scorso consiglio comunale, aveva di fatto già mancare i numeri alla maggioranza. La stessa cosa è capitata poche ore fa. (leggi qui Troppi assenti, il sindaco non ha la maggioranza. E leggi anche Non era ‘un banale incidente’: Il Consiglio salta anche oggi).

Difficile pensare che la malattia sia andata avanti per diversi giorni; molto, molto più semplice pensare, per restare nell’ambito sanitario, ad un allargamento di quel mal di pancia che, dopo aver colto i consiglieri Pierino Naretti, Danilo Tuffi e Magno D’Angeli, ha finito per contagiare anche lo stesso Proietti.

Di fronte all’impossibilità di avere una maggioranza chiara, i consiglieri e gli assessori di Natalia hanno deciso di restare nella stanza del sindaco e di non entrare in consiglio.

Secondo tentativo in seconda convocazione

Daniele Natalia

Il nuovo appuntamento è previsto per mercoledì 12 alle ore 22, con la seconda convocazione del consiglio comunale. Sulla carta, ma anche in questo caso è bene aspettare, i numeri dovrebbero esserci.

Ma è evidente che, a questo punto, il problema va al di là della comunque importante approvazione del bilancio consolidato. Il problema, più che mai, è quello  della tenuta della maggioranza.

Quella di Natalia è ormai una coalizione in cui, ogni volta, garantire i numeri per ogni provvedimento diventa una scommessa. Un contesto in cui davvero ogni singola assenza può diventare un problema. Ed infatti il sindaco aveva stabilito la convocazione alle 18:30 proprio per cercare di evitare qualunque problema che potesse limitare la disponibilità dei suoi consiglieri.

La Lega si slega

Vittorio D’Ercole e Pierino Naretti (Foto © Ettore Cesaritti)

Una precauzione che, evidentemente, non è servita. Anche a giudicare dalle parole che nel pomeriggio i referenti anagnini della Lega avevano diffuso in città. Per dire sostanzialmente che il loro appoggio al sindaco non sarebbe più così scontato. Non proprio un arrivederci, ma quasi.

Sempre più grande si intravede, dietro tutto questo, l’ombra dell’ex sindaco Franco Fiorito, vero regista dell’operazione. Che dopo aver tirato dalla sua parte Naretti, D’Angeli e Tuffi, sembra aver ormai cooptato anche lo stesso Proietti.

Pedine che dovrebbero finire nella coalizione con la quale, da solo o molto più probabilmente per interposta persona, l’ex consigliere regionale dovrebbe presentarsi alle prossime elezioni.

Assedio o dimissioni

Daniele Natalia

Molti in città in queste ore stanno consigliando al sindaco Natalia le dimissioni. Che avrebbero il vantaggio di evitargli un lungo e lento logoramento, facendolo arrivare alla campagna elettorale con le stigmate di quello che è stato tradito dai suoi compagni di percorso; viceversa, rischierebbe di arrivarci con le cicatrici di quello che era ormai ostaggio e nemmeno riusciva a convocare il Consiglio.

I fedelissimi sostengono che le dimissioni potrebbero, almeno, farlo uscire dal pantano nel quale la sua azione sembra essersi bloccata. Ed avrebbero, tra le altre cose, anche il vantaggio di potergli far condurre una campagna elettorale tutta giocata sulla volontà di reagire ai tranelli di palazzo. Tra l’altro, approfittando anche del fatto che gli altri gruppi non sono ancora pronti, con uomini e programmi, alla sfida elettorale.

Il sindaco però, a quanto è emerso, non sembra voler considerare assolutamente questa ipotesi. Preferendo insistere sulla permanenza in questi mesi a palazzo per cercare avviare un programma di inaugurazioni e lavori a raffica. In modo da potersi presentare con risultati tangibili all’inizio della prossima campagna elettorale. Ma davvero fare previsioni adesso ad Anagni è impossibile, in una scena politica che sembra diventata il set di un film surreale.